Il giudice Marco Villa blocca la somma trovata a due cittadini albanesi fermati al valico di Ponte Cremenaga, ma il caso potrebbe sfociare in un'assoluzione
Niente sentenza, ma processo sospeso e ordine di sequestro del giudice di 20 mila euro altamente contaminati dalla cocaina, che l'allora Pg John Noseda non aveva formalmente sequestrato. È questo l'inedito esito del processo che stamane ha impegnato la Corte delle assise correzionali di Lugano. Il giudice Marco Villa, che ha definito lacunosa l'inchiesta condotta dall'ex magistrato, ha dato seguito a una recentissima sentenza del Tribunale federale emessa lo scorso aprile, che, in sintesi, prevede l'incondizionato sequestro nel caso di banconote con un'alta percentuale di contaminazione di droga. Il caso approdato davanti alla Corte stamane ha visto imputato un cittadino albanese di 36 anni domiciliato a Bruxelles che, due anni fa, assieme al nipote, venne fermato a bordo di un'auto dalle guardie di confine con 20 mila euro che appunto, secondo il test eseguito dai doganieri, presentavano un valore di contaminazione alla cocaina di intensità variabile fra 1,09 e 4,95 'itemeiser'. Mentre la pubblica accusa (il nuovo Pg Andrea Pagani) ha rinunciato a presenziare al dibattimento pubblico, l'avvocato di difesa, Yasar Ravi, ha dal canto suo richiesto l'assoluzione dell'imputato perché “non vi è nessuna prova di riciclaggio compiuta dal 36enne in quanto l'inchiesta non ha provato che quei soldi provenissero da un traffico di droga e nemmeno da un qualsiasi altro crimine”. La difesa ha richiesto, oltre al proscioglimento, la restituzione del denaro. Ma il giudice Villa ne ha ordinato il sequestro. Ora sarà la difesa a dover decidere se impugnare questa decisione del giudice davanti alla Corte dei reclami penali. Sia che la difesa ricorra sia che non ricorra, il giudice Villa aggiornerà il processo nelle prossime settimane per chinarsi nuovamente sul caso. Un caso per cui lo stesso presidente della Corte non ha escluso possa sfociare in un'assoluzione come auspicato dalla difesa. Resta il fatto che intanto i 20 mila euro rimangono per ora sequestrati.
Sorte diversa invece per il nipote dell'imputato, il quale era stata condannato con decreto d'accusa emesso nel 2017 a 6 mesi sospesi per riciclaggio dall'ex Pg Noseda, ma che, contrariamente allo zio non ha impugnato la sentenza e ha dunque implicitamente accettato la pena. Il nipote era stato beccato in dogana con 0,5 grammi di cocaina nelle mutande e ha ammesso di fare uso personale di sostanze stupefacenti, ma lo zio ha escluso di aver saputo che il proprio parente consumasse cocaina. Affaire à suivre.