Locarnese

La Posta di Solduno è ‘una memoria condivisa’ da salvaguardare

Anche il Patriziato del quartiere di Locarno si esprime contro la chiusura prospettata dal Gigante Giallo della filiale locale

13 novembre 2024
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"La nostra Posta, una memoria condivisa". Si intitola così la presa di posizione del Patriziato di Solduno in merito alla la decisione del Gigante Giallo di chiudere la filiale di Solduno, mossa che rientra nel piano di adeguamento della rete di uffici postali confermato dalla stessa Posta qualche settimana fa (nel Locarnese verranno toccate anche le sedi di Verscio e di Cugnasco-Gerra).

"Il Patriziato desidera esprimere, all'unisono, la sua ferma contrarietà a un simile provvedimento – si legge nella nota –. La Posta di via Vallemaggia prima, e di via Franzoni dopo, costituisce uno degli epicentri del quartiere di Solduno, rappresentando un punto di incontro per giovani, adulti e anziani. Per trovarsi, per scambiare due parole, per socializzare. L’importanza sociale e aggregativa – per riprendere le parole del sindaco di Locarno – della nostra Posta non deve e non può essere ignorata. Il servizio pubblico offerto dalla stessa, in considerazione anche della sua posizione strategica, interessa non solo le circa 2’600 persone residenti, bensì anche le valli e le zone di campagna".

Ufficio prezioso per anziani, mamme, studenti, lavoratori

"Pensiamo aII‘anziano – prosegue il Patriziato di quello che è ormai un importante quartiere della Città –, da una vita abituato a effettuare i pagamenti allo sportello: recarsi fino alla Posta di Locarno può effettivamente risultare proibitivo. Pensiamo alla mamma con bambini, che oggi lascia il suo veicolo davanti alla nostra Posta, sicura di trovare, in pochi minuti, un parcheggio: cercarne uno a Locarno per poi affrontare le decine di minuti di attesa, può non essere scontato. Pensiamo allo studente, sprovvisto di patente, che si reca alla nostra Posta a piedi: come raggiungere quella di Locarno? Pensiamo, semplicemente, al lavoratore medio che, al termine della giornata lavorativa, si ferma alla nostra Posta prima di fare rientro a casa: dove trova il tempo per affrontare il traffico del centro?".

I patrizi fanno poi notare come "già nel febbraio del 1928, il Messaggio del Municipio in merito alla fusione di Solduno e Locarno parlava dell’importanza di conservare, mantenere e promuovere proprio queIl’ufficio postale che oggi, a distanza di un secolo, si vuole chiudere. Già all’epoca tale infrastruttura – o, meglio, quello che rappresentava – costituiva parte dell’immaginario collettivo della comunità di Solduno. Un simbolo, un concetto, presente nella memoria e nelI’immaginazione della moltitudine di individui che, dal suo arrivo nel nostro quartiere, ha usufruito dei suoi servizi. Chiudere la Posta di Solduno equivale a perdere un pezzetto di storia che, seppur piccolo, ha un valore inestimabile per chi, questa Posta, l’ha vissuta. Come dipendente, come dirigente, come cliente, come frequentatore".

Il Patriziato di Solduno chiede quindi "che la decisione circa la chiusura della nostra Posta venga seriamente riconsiderata al fine di permettere alla stessa di continuare a fungere da epicentro del nostro bellissimo – benché piccolo –quartiere.

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