Niente raccolta firme come nel 2017, ma l’Associazione di quartiere fa sentire la propria voce e chiama in causa la politica
«Siamo delusi e arrabbiati, ci sentiamo traditi perché la Posta stessa aveva parlato di un potenziamento per una filiale orientata al futuro e ora ci sbattono la porta in faccia».
A far sentire la propria voce e quella dei concittadini che rappresenta in quanto copresidente dell’Associazione di quartiere Solduno-Ponte Brolla-Vattagne è Francesco Ferriroli, che come molti altri non ha proprio digerito la notizia della prospettata chiusura della filiale di Locarno 4. Appunto quella di Solduno, che rientra, assieme a Verscio nel Locarnese, nella ventina di uffici postali che verrà chiusa dal Gigante giallo entro il 2028 (sui 62 presenti in Ticino e in Mesolcina). Un’ipotesi che era già emersa nel 2017 ma che era stata scongiurata anche grazie all’intervento dell’Associazione di quartiere presieduta da Ferriroli assieme a Roberto Avanti, autori di una petizione che in poco più di un mese aveva raccolto la bellezza di quasi 800 firme (797). «Allora la chiusura era imminente ma grazie anche al nostro agire la Posta era tornata sui suoi passi – ricorda Ferriroli –. Ora purtroppo ci ritroviamo ai piedi della scala».
Stavolta però non ci sarà una raccolta firme contro la prospettata chiusura… «No, perché a questo punto non tocca più a noi, ma alla politica. In questo ambito purtroppo, grazie in particolare a certe aree partitiche che promuovono il neoliberismo, coloro che tutelano come si deve il servizio pubblico si contano sulle dita di una mano e chi ci rimette è la popolazione, in questo caso soprattutto gli anziani e tutti coloro che fanno ancora capo a determinati servizi non digitali. E sono tanti, lo abbiamo constatato ancora in queste settimane, parlando con i nostri concittadini. Non bisogna inoltre dimenticare l’aspetto sociale, perché l’ufficio postale rappresenta ancora un importante punto di incontro e di riferimento per la gente della zona. E non solo della zona, perché spesso viene utilizzato da utenti impossibilitati a raggiungere la sede principale di Locarno (in Piazza Grande) a causa delle numerose manifestazioni (in calendario durante le diverse stagioni dell’anno) che precludono l’accesso ai parcheggi, mentre a Solduno c’è possibilità di stazionamento e di svolgere le pratiche evitando perdite di tempo».
Un quartiere quello che costeggia il fiume Maggia che oggi conta più di 2’500 residenti e che non a caso il sindaco di Locarno Nicola Pini non ha esitato a definire «importante» per la Città. Interpellato dalla Regione sulla questione della possibile chiusura della sua filiale postale (che serve circa 1’800 fuochi e un totale di 5mila utenti), Pini ha a sua volta espresso stupore e rammarico, assicurando l’intenzione del Municipio di fare di tutto per salvare il salvabile, con la consapevolezza però che «le armi in mano ai Comuni sono spuntate poiché pressoché nulli sono i margini di manovra politici. Credo che su questo bisognerà prima o poi interrogarsi seriamente a livello federale».
Un’opinione condivisa anche da Ferriroli… «Ci aspettiamo un’opposizione decisa alle intenzioni della Posta oltre che da parte dei politici locali, anche dal Cantone e dai nostri rappresentanti a Berna».
Sul tema si è mosso compatto anche il Consiglio comunale di Locarno, che ha presentato (Luca Renzetti del Plr e Gionata Genazzi della Sinistra Unita i primi firmatari) un’interrogazione sottoscritta dalla totalità del legislativo (39 membri, essendo il 40esimo non ancora entrato in carica).
Gli interpellanti fanno innanzitutto notare che “il quartiere di Solduno conta più di 2’500 abitanti (includendo i quartieri di Ponte Brolla/Vattagne e Campagna, la popolazione totale raggiunge circa 5’000 persone) e offre una moltitudine di servizi molto apprezzati dalla popolazione (centri della grande distribuzione, esercizi pubblici, negozi, take-away, ecc.). Tra questi, uno dei più apprezzati è sicuramente quello dell’ufficio postale. In questo contesto non va dimenticato che negli ultimi anni il quartiere ha vissuto un certo fervore nell’ambito della costruzione e dell’aumento demografico al suo interno; tendenza che è sicuramente legata alla qualità e varietà dei servizi offerti”.
Servizi da un certo punto di vista connessi tra loro, perché “chi, anche da fuori città, fa capo all’ufficio postale, usufruisce anche di altri servizi all’interno del quartiere con le relative ricadute economiche. Inoltre il quartiere di Solduno è abitato da un numero importante di anziani che utilizzano in modo frequente questo servizio, perché non pratici dei servizi digitali che la Posta offre. In questo senso anche lo spostamento di queste persone per semplici commissioni potrebbe risultare difficoltoso”.
Infine i consiglieri comunali locarnesi pongono tutta una serie di domande all’Esecutivo, su come questo intenda muoversi per tentare di salvare l’ufficio postale di Solduno (“il Municipio ha intenzione di attivarsi con tutti i mezzi a sua disposizione per evitare questa chiusura?”), ma anche in caso ciò non fosse possibile, chiedendo garanzie su posti di lavoro, alternative adeguate per accedere ai servizi postali e sulla salvaguardia dell’attrattività futura del quartiere”.