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Omicidio alla Rotonda, si torna in Appello

Sono trascorsi più di sette anni dal grave fatto di sangue costato la vita a un 44enne del Mendrisiotto, aggredito all’uscita della Discoteca la Rotonda di Gordola. Ma il caso non è ancora chiuso. Come riferito dalla Rsi, infatti, il Tribunale federale ha parzialmente accolto il ricorso presentato dal legale del giovane che nel 2017 si scagliò sul malcapitato, colpendolo con un pugno sferratogli alle spalle. Il caso tornerà dunque alla Corte di appello e di revisione penale (Carp), che dovrà chinarsi di nuovo sulle cause del decesso. La questione riguarda in particolare la “superperizia” medica disposta dalla stessa Carp, e che l’aveva poi definita inutilizzabile. L’uomo – conclude il rapporto – sarebbe deceduto per cause naturali e quindi non a seguito del pugno. La dissezione della sua arteria vertebrale sinistra andrebbe ricondotta cioè a un’alterazione patologica del vaso. E non al colpo sferratogli alla nuca dall’allora 21enne mentre si apprestava a uscire dal locale, all’orario di chiusura. Quest’ultimo si è sempre dichiarato innocente, sostenendo di aver inferto una spallata e un colpo per farsi largo, rincorrendo la sua fidanzata.

Annullata la condanna del 2022

La Carp – come detto – aveva scartato il parere dell’esperto, ma senza sentirlo per avere chiarimenti. Una valutazione che i giudici di Losanna hanno ritenuto arbitraria. Di qui gli ulteriori accertamenti ordinati dall’Alta Corte, che ha così annullato la condanna per omicidio intenzionale emessa nel luglio del 2022. In secondo grado l’imputato (difeso da Yasar Ravi, Luisa Polli e Filip Cerimanovic) si era visto inasprire la pena: nove anni di carcere, anziché i cinque inflittigli alle Assise criminali per il reato – meno grave – di omicidio colposo.