Complice il disastro di fine giugno, la Botega da la Lavizzara ha aperto prima del previsto. La responsabile: ‘Ci siamo arrangiati come potevamo’
Come un raggio di sole che si fa largo in un cielo plumbeo e ancora carico di pioggia. Mentre l’acqua scendeva ancora copiosa dal cielo, la stessa acqua che qualche ora prima era caduta abbondantemente causando allagamenti e frane cambiando il panorama tutt’attorno, qualcuno pensava già alla ripartenza. Anzi, alla partenza vera e propria, anticipata, per giunta, visto che l’apertura della Botega da la Lavizzara era prevista solo il 4 luglio. Il disastro che ha investito l’Alta Vallemaggia ha però cambiato i piani, e tutto è partito già all’indomani del violento nubifragio. In piena situazione di emergenza. «Quando la mattina del 30 giugno ho preso coscienza della situazione, non ho avuto un attimo di esitazione – racconta Astrid Lorenzetti Richina, che assieme a Laura Andreoli Poncia e a Tanya Scolla gestisce, attraverso la neocostituita cooperativa, il piccolo punto vendita di Prato Sornico, l’unico della Lavizzara salendo da Cevio –. Il mio primo pensiero è stato (e lo dice in buon dialetto, ndr.): a verdom la porta! Senza “se” e senza “ma”. Non eravamo ancora pronti per davvero: oltre che in una situazione d’emergenza, senza elettricità e senza connessione a internet, ci siamo ritrovati isolati dalla Bassa Vallemaggia. Abbiamo finito di prezzare a mano i prodotti, e con una cassa improvvisata, come quella delle feste campestri, per intenderci. A costo di andare in perdita, volevamo fare anche noi la nostra parte e offrire un servizio alle persone che stavano cercando riparo o prestavano aiuto in un modo o nell’altro. Ci siamo affidati alla fiducia di chi ha visitato la Botega in quei drammatici giorni e siamo stati ampiamente ripagati: più d’una volta mi sono emozionata nel vedere come la gente ha risposto e ci ha sostenuto prima, durante e dopo il disastro di fine giugno».
La nostra interlocutrice torna appunto ai giorni immediatamente successivi al disastro: «Eravamo (e siamo tutt’ora) con frigoriferi d’emergenza (obsoleti, di cui uno fornito a titolo di prestito) e senza congelatori, e dunque non potevamo offrire tutta una serie di prodotti che la gente abitualmente cerca, come gelati, patatine fritte e quant’altro. Ma nel limite del possibile siamo riusciti ad accontentare un po’ tutti. Chi lavorava per ripristinare la situazione ha apprezzato il fatto di poter venire da noi per bersi un caffè caldo. Non avevamo ancora nemmeno i sacchetti per il pane fresco o la carta per avvolgere salumi e formaggi, ma per quelli ci hanno dato un grande colpo di mano i nostri fornitori qui in valle, che ci hanno messo a disposizione tutto il necessario. I prodotti locali sono stati appunto quelli più richiesti nei giorni immediatamente successivi al disastro. In generale abbiamo ricevuto un importante sostegno e donazioni anche da alcune ditte del territorio. Tramite le autorità comunali e la Protezione civile, in attesa che venisse riaperto il ponte di Visletto, siamo poi riusciti a garantire l’approvvigionamento di quei beni di prima necessità che non potevamo reperire direttamente in zona. Ora le cose vanno decisamente meglio: la rete internet è stata ripristinata e abbiamo potuto dotarci di una cassa vera e propria; nei prossimi giorni dovremmo finalmente disporre di frigoriferi e congelatori professionali, di modo che saremo in grado di offrire alla nostra clientela anche quel genere di prodotti che necessitano di refrigerazione».
Sette giorni su sette e 24 ore al giorno, perché una delle particolarità della Botega da la Lavizzara è appunto quella di essere un negozio sempre aperto, sul modello del negozietto inaugurato nella primavera del 2023 a Intragna («a cui ci siamo ispirati e con i cui responsabili ci siamo confrontati prima di partire con il nostro progetto»). «Tutto è basato sulla fiducia: ognuno è libero di aggirarsi fra gli scaffali e rifornirsi di ciò che gli serve. E alla fine paga la sua spesa, autonomamente. Noi siamo presenti a turno sul posto in particolare al mattino e, talvolta, nel pomeriggio. Mi piacerebbe anche fare un’inaugurazione ufficiale del nostro punto vendita, anche se per quella ci vorrà logicamente ancora un po’ di tempo». Quali sono stati gli orari più ‘caldi’ di queste prime settimane? «Abbiamo notato un buon afflusso in particolare il primo mattino, tra le 7 e le 7.30, e la sera, tra le 20 e le 21.30)».
La campagna di adesione alla cooperativa per sostenere la Botega da la Lavizzara era stata lanciata la scorsa primavera.
«Dopo un primo momento “tiepido”, la gente ha risposto in modo molto positivo al progetto. E soprattutto dopo il disastro di fine giugno, sembra aver compreso l’importanza di poter far capo a un punto vendita come questo. Ciò che mi preme è che la popolazione capisca che questa non è la Botega delle fondatrici della cooperativa, ma è il negozio di tutti. In queste settimane, tanto io quanto le altre due responsabili della Botega ci siamo sobbarcate un carico extra di lavoro, in particolare con frequenti spostamenti per rifornire gli scaffali, rinunciando a qualsiasi forma di compenso. In fondo, se vogliamo, anche la nostra è una forma di volontariato, che facciamo con piacere e per il bene della collettività. D’altro canto quella che si è venuta a creare è una situazione eccezionale, e trovo doveroso che ognuno dia il suo contributo, per quanto possibile, per ridare alla vita in Valle una parvenza di normalità», conclude Astrid Lorenzetti Richina.