Nodo intermodale alla Stazione Ffs: l'ex sindaco Michele Gilardi, promotore della petizione ‘salva viale Cattori’, critico con l'esecutivo
“La mano di chi ha firmato (e firmerà) la petizione ‘salva viale Cattori’ è in primissimo luogo guidata dal buonsenso”. Lo sottolinea il comitato promotore della raccolta firme in corso a Muralto contro la variante di base di nodo intermodale in Stazione Ffs che sacrifica viale Cattori. Raccolta di firme che ha raggiunto e ampiamente superato la soglia delle 4’000 sottoscrizioni.
Il comitato ha quindi reagito alle esternazioni del capodicastero Pianificazione di Muralto, Renato Canziani, pubblicate su ‘laRegione’ martedì scorso. Canziani aveva fra l’altro dubitato che in molti sapessero esattamente cosa stavano firmando, e soprattutto perché. “Davvero una gran bella considerazione e stima nei confronti della cittadinanza”, rileva sarcastico il comitato promotore. Secondo cui ad animare la cittadinanza c’è anche “un sentimento di responsabilità civica a sostegno di un uso consapevole del territorio, che prende appunto forma contrastando, con la propria firma, la soluzione che il Cantone è intenzionato ad attuare implementando la variante di base del nodo intermodale. Una scelta pianificatoria, questa, che cozza contro le più elementari logiche di salvaguardia della vita socio-commerciale e delle componenti paesaggistiche del quartiere del lungolago locarnese che gravita attorno al Debarcadero e a viale Cattori”. D’altronde, aggiunge il comitato, “è la stessa intervista a Canziani a fornire ulteriori elementi a dimostrazione di quanto la variante di base sia fortemente lacunosa e inadeguata per risolvere l’annosa questione del nodo intermodale della Stazione. Infatti, è proprio dall’intervista che si apprende della recente lettera inviata dal Municipio di Muralto ai vertici delle Fart, con la quale si chiede di limitare il transito dei bus in viale Cattori ai soli mezzi di piccola portata, mantenendo invece la percorribilità attuale su via della Stazione per gli automezzi più grandi. È come dire: facciamo qualcosa come autorità comunale per cercare di contenere i danni e non perdere del tutto la faccia”.
‘laRegione’ ha raggiunto il coordinatore del comitato apartitico promotore dell’iniziativa, Michele Gilardi, già sindaco di Muralto e fratello di Stefano, attuale sindaco.
Michele Gilardi, le esternazioni del municipale Canziani vi hanno fatto saltare sulla sedia.
Sì, perché quanto esce da un Municipio dovrebbe essere lo specchio dei sentimenti della cittadinanza. In questo caso i sentimenti di forte contrarietà rispetto al nodo intermodale progettato dal Cantone, e sostenuto dal Municipio, sono espressi dalle oltre 4’000 firme che siamo già riusciti a raccogliere. Constatiamo che questo clamoroso moto popolare non lascia tracce laddove dovrebbe invece lasciarne di profonde in chi ci amministra. Il che è grave. Dall’intervista a Canziani si intravede che continuano imperterriti sulla loro strada, senza parlare di un sottopassaggio, millantando la costruzione di un grande parcheggio che però, per questioni pianificatorie a tutti note, è ben lungi dall’essere realizzabile.
Proprio a proposito del sottopasso pedonale, va detto che il primo a giudicarlo inattuabile è il Cantone. Infatti, di sottopasso non si parla nel messaggio che dovrà essere votato dal Gran Consiglio per sbloccare i crediti.
Quella è solo una versione dei fatti. Noi sosteniamo invece che un sottopasso in via della Stazione, laddove oggi vi è l’attraversamento pedonale regolarmente “invaso” dai passeggeri dei treni in arrivo, è realizzabile eccome. E, con i nostri tecnici, indicheremo anche in che modo.
Mi fa specie doverlo ricordare, ma in democrazia bisogna avere la volontà politica, trasmetterla ai tecnici e accompagnarli nella ricerca di soluzioni. Non il contrario! Prima ci sono i desideri della popolazione, poi arrivano i rappresentanti eletti, che questi desideri dovrebbero assumerli, tramutandoli in concreto in quanto membri di un ente esecutivo. L’esecutivo, per definizione, non può avere una dinamica propria. O forse può pretendere di averla se ritiene di non dover più rappresentare la sua cittadinanza. Quattromila e passa firme sono un enorme Sos, ma raccogliendo la bottiglia questo Municipio legge il messaggio e arriva a dire che chi l’ha scritto non sapeva quel che faceva.
Tuttavia, è vero che lo stesso Municipio ha scritto una lettera alle Fart chiedendo di ottimizzare le linee del trasporto pubblico per capire in che modo è possibile “leggere” con più chiarezza le dinamiche viarie future e magari riuscire a lenire alcune conseguenze del progetto di nodo intermodale. Fra esse, il passaggio dei bus su viale Cattori, che l’esecutivo auspica venga limitato “ai bus piccoli”.
È vero: e questo significa che sottotraccia qualche preoccupazione c’è anche in seno al Municipio, anche se si guarda bene dall’ammetterlo pubblicamente. Ma la lettera inviata alle Fart è il tipico palliativo, è un’improvvisazione, un navigare a vista. Avevano tempo tre anni per muovere tutti i passi necessari. Invece, nulla.
Quanto a voi?
Continuiamo con la raccolta delle firme e ci prepariamo per la serata pubblica annunciata dal Municipio per fine gennaio, dove alzeremo la mano e porremo le nostre domande.