Appello a proprietari di terreni e di immobili del Municipio di Centovalli. La modifica pianificatoria voluta da Berna rischia di paralizzare lo sviluppo
Salviamo le valli dallo spopolamento. Tra le iniziative delle amministrazioni locali che affrontano, con gesti concreti, questa preoccupante deriva vi sono, da anni, anche quelle del Municipio di Centovalli. L’ultima in ordine di tempo mira a favorire l’inversione del trend demografico attraverso un maggior coinvolgimento di proprietari di abitazioni e terreni. Lo fa, conscio del fatto che sul territorio pende una spada di Damocle.
In una circolare a tutti i fuochi l’esecutivo ricorda infatti che “lo scorso anno la Confederazione ha approvato e corretto in modo più restrittivo la modifica della scheda R6 del Piano direttore cantonale che funge da base legislativa per il Ticino. La scheda tratta principalmente il tema delle zone edificabili e del loro dimensionamento. Per la quasi totalità dei piani regolatori la zona edificabile risulta sovradimensionata. Le zone edificabili comunali, in base alle direttive da Berna, devono essere dimensionate secondo gli obiettivi di sviluppo con un orizzonte di 15 anni, stabiliti in funzione della crescita demografica e di posti di lavoro a livello locale. Attualmente è ancora prematuro affermare con certezza quali siano le conseguenze a livello pianificatorio (vi è ancora parecchia incertezza sulla politica che adotterà il Consiglio di Stato su proposta del Dipartimento del territorio). Entro 1-2 anni, lo scenario più concreto è il possibile blocco edilizio (impossibilità di costruire) di tutti i terreni edificabili ancora liberi (potrebbero essere inseriti quale zona di riserva o addirittura tolti dalla zona edificabile) in quanto andranno sfruttate le possibilità edificatorie di quanto già costruito. Se ciò avvenisse (assai probabile) unito alla parziale possibilità di trasformare le abitazioni primarie in secondarie (siamo già al 68% di abitazioni secondarie!) ci troveremmo di fronte a ulteriori elementi che alimenteranno la drammatica e certa sfida di un’accresciuta tendenza allo spopolamento”.
L’esecutivo invita perciò coloro che possiedono immobili e fondi “a voler assumere un atteggiamento responsabile e solidale”. In che modo? “Dove è possibile è necessario che le abitazioni vuote siano locate a gente che viene a domiciliarsi e che le abitazioni primarie rimangano tali. Evidentemente, siamo coscienti che il tema è complesso, molti edifici sono vetusti e necessitano di un rinnovamento, il finanziamento è difficile, vi è la concorrenza sugli affitti e negli ultimi anni si è costruito molto, forse troppo, nel Locarnese (elevato tasso di sfitto)”. Il Municipio mette in guardia soprattutto i proprietari dei terreni liberi, per i quali “il forte rischio è che, se non si riesce a ottenere una licenza edilizia prima dell’applicazione della zona di pianificazione e costruire nei seguenti due anni (tempo di durata della licenza) i propri fondi rimarranno inedificabili per anni, forse decenni, a meno di una crescita demografica forte che permetta di rimettere a disposizione terreni edificabili nel frattempo ‘congelati’. Per quanto di nostra conoscenza, il Tribunale federale ha già sentenziato su casi simili e, per lo più, non ha riconosciuto alcun indennizzo di esproprio ai proprietari”.
La demografia, ricorda l’autorità, “concerne anche il mantenimento della scuola e di altri servizi pubblici, il rafforzamento dei trasporti pubblici, la stabilità delle finanze comunali, ecc. Una tendenza negativa di questo tipo alimenterà un circolo vizioso, con una diminuzione dell’attrattività delle Centovalli quale comune di residenza e delle risorse finanziarie e umane con un conseguente aumento di tasse e imposte per chi vivrà ancora nella nostra magnifica valle”.
Il Municipio, in conclusione, fa sapere che “si attiverà presso il Cantone per negoziare le migliori condizioni possibili affinché vi sia ancora la possibilità di edificare, almeno in parte, nuove case primarie e ampliare le esistenti per creare nuove unità abitative; tuttavia, lo sforzo maggiore deve essere comunque fatto dai proprietari che devono essere lungimiranti affinché il mantenimento del benessere comune a medio termine prevalga sui meri interessi economici personali a breve termine”.
«La Svizzera sta perdendo il suo spirito federalista, a Berna si continua a legiferare per armonizzare fra i diversi cantoni, dimenticando che gli stessi non sono uguali fra loro e men che meno al loro interno. Le Centovalli non sono simili a Zurigo o Zermatt; il mio stesso comune – commenta il sindaco Michele Turri da non contattato – presenta differenze fra le sue frazioni dovute al territorio e alla sua storia. La Legge sulla pianificazione del territorio e il principio del centripetismo generano danni alle zone periferiche, lasciate sole, sempre più in difficoltà, una vera e lenta agonia. È necessaria maggiore flessibilità nell’applicazione di queste leggi. La voglia di dire “Basta!” a Berna e Bellinzona è forte; di fronte a questo sentimento di impotenza, cresce sempre più il desiderio di disobbedienza civile volta al bene delle nostre valli».