La nuova Legge federale limita le possibilità edificatorie e mina lo sviluppo (anche demografico) del Comune. Il Municipio (ri)lancia l'appello
Se non ci si attiverà per tempo, la nuova Legge federale sulla pianificazione del territorio potrebbe condannare, definitivamente, il futuro sviluppo e i tentativi, dell’autorità, di fermare lo spopolamento delle Centovalli. Lo ribadisce, in una lettera alla popolazione, il Municipio. Non è la prima volta, a onor del vero, che l’autorità comunale invita i propri cittadini a voler collaborare in questa direzione. Già lo scorso autunno, con una circolare informativa, segnalava il rischio che l’aggiornamento dei piani regolatori alle nuove disposizioni comportava per i proprietari di fondi edificabili o di edifici potenzialmente riattabili. Timori, si legge nel comunicato, tuttora presenti. Benché del tema si sia più volte riferito sui media e in occasione di serate pubbliche e nonostante l’impegno di parlamentari come i granconsiglieri Padlina e Terraneo, autori di una mozione che chiede di modificare il metodo di calcolo e attenuare, così, le conseguenze dell’introduzione di questa nuova legge, la maggior parte dei comuni ticinesi si trova, oggi ancora, nella condizione di avere dei piani regolatori sovradimensionati. In alcuni casi, lascia intendere l’esecutivo centovallino, che addirittura non rispettano nemmeno la precedente Legge federale in materia. Il rischio? In caso di dezonamenti, i tribunali competenti non riconoscono alcuna indennità ai proprietari.
Nel caso delle Centovalli, questa problematica viaggia di pari passo con la costante diminuzione demografica. Le riserve edificatorie permetterebbero, secondo il Municipio, di ospitare circa 500 persone in più, mentre nell’ultimo decennio il comune ha perso un centinaio di anime. “Nell’ottimistica previsione di aumentare del 10% l’attuale numero di abitanti, 1’085, l’attuale zona edificabile sarebbe ampiamente sovradimensionata. Fra gli scenari meno pessimistici – si legge nella nota informativa – vi è la reale e concreta conseguenza che tutti i terreni a oggi liberi vengano ‘congelati’, così come le possibilità edificatori per eventuali ampliamenti degli stabili attuali, in attesa dell’auspicata crescita demografica. Lo scenario peggiore consiste nell’attribuire terreni oggi edificabili a zona agricola senza alcun indennizzo”.
Il Cantone invita i Comuni ticinesi a consegnare il calcolo del dimensionamento del fabbisogno di abitazioni entro il prossimo mese di ottobre. Anche se l’Esecutivo cercherà di guadagnare tempo in modo da rallentare l’entrata in vigore della nuova zona di pianificazione, in modo da favorire il rilascio di licenze edilizie che consentano di poter costruire nuove abitazioni nel giro di due anni. Scaduto quel termine, in presenza della zona di pianificazione, le licenze scadute non potranno essere rinnovate. Da qui la necessità di dunque avviare i lavori entro i due anni.
Da parte sua il Municipio sosterrà con vigore la pianificazione per la salvaguardia delle residenze primarie, in modo da evitare che si trasformino in case di vacanza. Per le Centovalli è infatti importantissimo poter accogliere nuove famiglie con bambini che garantiscano un futuro alla scuola e al comune. Un impegno che prevede anche il potenziamento e il mantenimento dei servizi di base (come il trasporto pubblico, la mensa scolastica, l’ufficio postale, internet e via dicendo). Ai proprietari di fondi l’autorità ricorda che se questi non vengono edificati o messi in vendita per svariate ragioni (pensando magari di lasciarli in eredità ai propri discendenti), i terreni, senza un incremento demografico, si svaluteranno velocemente proprio perché non più edificabili. Un vero peccato se si pensa ai prezzi dei fondi nelle zone suburbane o urbane. Quindi per essere concorrenziali e attrattivi agli occhi dei potenziali interessati, terreni e immobili devono essere un tantino ‘calmierati’. Altro aspetto quello delle abitazioni vuote, che andrebbero affittate in primis a gente che intende domiciliarsi in valle. L’Esecutivo è ovviamente consapevole che molti edifici sono vetusti e che necessitano di interventi prima di essere messi sul mercato, come pure del fatto che il finanziamento dei lavori di ristrutturazione non è sempre evidente. Senza un atteggiamento “responsabile, solidale e lungimirante da parte dei proprietari”, tuttavia, il mantenimento del benessere comune a medio termine è a rischio, condannato da meri interessi economici personali.