laR+ Centovalli

Rilanciare la dinamica insediativa per fermare lo spopolamento

Nonostante gli sforzi del Municipio, la curva dinamica negativa non sembra arrestarsi (-7% in un decennio); ma l'autorità non demorde e rilancia

13 novembre 2023
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Il 2024 sarà, per quasi tutti i Comuni ticinesi, l’anno dell’appuntamento con la scadenza elettorale di aprile. Quella, per intenderci, del rinnovo dei poteri esecutivi e legislativi. Logico quindi che in molti casi, i preventivi di spesa per il prossimo anno siano improntati a una certa prudenza, in modo da non condizionare il lavoro delle nuove compagini che assumeranno le redini delle amministrazioni. Si sa già sin d’ora che sarà un quadriennio ricco di sfide quello che attende il futuro esecutivo (e legislativo) di Centovalli, con tematiche delicate che, come recita il messaggio municipale fresco di licenziamento, “richiedono analisi, riflessioni, immaginazione e concretezza”. Per l’autorità locale, la sfida principale da vincere è quella legata alla demografia; frenare lo spopolamento del territorio (soprattutto delle sue frazioni) per il quale “non vi è una ricetta magica e che, tradotto in cifre, nel caso specifico significa un -7% di domiciliati nell’ultimo decennio, prevalentemente a seguito del saldo naturale negativo (più defunti che nascite). Lo spopolamento progressivo rappresenta una delle principali fonti di preoccupazione per la sostenibilità delle finanze pubbliche e il finanziamento del sistema di welfare. Rimanere immobili – osserva l’autorità – significa retrocedere e bisogna ricordare che cercare la perfezione nelle soluzioni o ponendosi obiettivi troppi ambiziosi, si rischia di ottenere l’opposto del risultato sperato’. Frenare lo spopolamento significa intervenire per creare le premesse affinché le giovani famiglie rimangano in loco o scelgano di stabilirsi in zone anche un tantino discoste dai centri”. Ci sono alcuni elementi generali che possono influire in positivo o negativo questa tendenza: la distanza dal posto di lavoro; la disponibilità di alloggi; la disponibilità di terreni edificabili; l’offerta di servizi (asili nido, scuole, trasporti pubblici, negozi, medici ecc.). Appare evidente che il mantenimento della popolazione può avvenire unicamente con l’immigrazione interna da altri comuni. Ciò si scontra però con la cronica penuria di alloggi (l’Ufficio di statistica indica che lo sfitto nel nostro comune è inferiore all’1%, dati 2021).

Un patrimonio abitativo da rilanciare

Se, come osserva il Municipio, il saldo naturale è negativo, le abitazioni lasciate vuote dovrebbero ritornare sul mercato, perché questo non succede? “Verosimilmente vi sono abitazioni che vengono usate quali abitazioni secondarie – e il tasso di crescita di questo tipo di abitazioni è passato, rispetto al 2016, dal 65% al 68% – che sono o troppo vetuste o dislocate in alta valle per cui non sono così interessanti. Discorso analogo per le nuove costruzioni. In media abbiamo una nuova abitazione all’anno, poco per fronteggiare lo spopolamento. Eppure, di terreni edificabili ve ne sono, perché allora non si costruisce? Sono forse ubicati in zone con pochi servizi (come Calezzo o Camedo); sono troppo cari o sono vittima della tesaurizzazione?”. In aiuto all’autorità politiche potrebbe arrivare la scheda di Piano direttore R6 – che concerne lo sviluppo degli insediamenti e la gestione delle zone edificabili –. Quest’ultima in parole semplici chiede ai Comuni di valutare se le aree edificabili sono sufficienti o meno per lo sviluppo demografico nei prossimi 15 anni. Forse ciò permetterà ad esempio di diminuire la tesaurizzazione o i prezzi di vendita con l’introduzione delle zone edificabili di interesse comunale (Zeic). In conclusione, vi è poi un’altra incognita che aleggia sui tetti dei Municipi ticinesi: la riforma Ticino 2020. Il Parlamento cantonale sarà chiamato il prossimo anno a valutare queste modifiche. “Da un primo calcolo le Centovalli subiranno un’ulteriore perdita di mezzi finanziari e di autonomia (già poca adesso). Ancora una volta si ha l’impressione che i comuni svantaggiati rimarranno tali”.

Preventivo 2024, chiusura a pareggio

Dalle preoccupazioni e gli auspici alle cifre, per segnalare che il preventivo 2024 che, con un moltiplicatore d’imposta al 95% (che l’esecutivo non intende ritoccare) dovrebbe chiudersi, in pratica, a pareggio, con un fabbisogno d’imposta di 2,29 milioni di franchi (e un gettito fiscale stabile sui 3 milioni). Al capitolo investimenti, la lista è lunga: vi sarà da versare la partecipazione comunale al restauro della Chiesa di Palagnedra; investire nella manutenzione della vasta rete escursionistica; procedere alla ristrutturazione del ponte in ferro tra Palagnedra e Moneto; ultimare la progettazione definitiva delle funivie e potenziare la rete idrica.