Locarnese

C'è un lupo da abbattere, ‘il Cantone non si lasci ingabbiare’

Dopo l'ennesima predazione per Unione Contadini Ticinesi e Associazione per la Protezione del Territorio dai Grandi Predatori si è superato il limite

In sintesi:
  • I capi ritrovati morti sopra Bosco Gurin sono 8, quattro sono ancora dispersi
  • Morto anche il lama di guardia, caduto dall'alto forse per una colluttazione: l'esame del Dna chiarirà se è stato predato
28 luglio 2023
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In Alta Vallemaggia deve essere abbattuto un lupo e il Cantone deve farsi valere con Berna. È in sostanza ciò che rivendicano l'Unione Contadini Ticinesi (UCT) e l'Associazione per la Protezione del Territorio dai Grandi Predatori (APTdaiGP Ticino).

"Durante la scorsa settimana vi è stata un'ennesima predazione da lupo, accertata dal guardiacaccia che è intervenuto nei pressi della bocchetta denominata Guriner Furgge sopra Bosco Gurin, a un gregge di ovini non proteggibili – si legge nel comunicato congiunto –. Con questa predazione si è superato il limite di ‘danno rilevante’ definito dall'Ordinanza federale e si manifesta un pericolo persistente per il rimanente del gregge. UCT e APTdaiGP hanno sollecitato il governo a un intervento urgente. I capi ritrovati morti sono 8. Quattro capi, verosimilmente pure predati, sono ancora dispersi e non saranno facilmente recuperabili, poiché nella zona sono presenti dei grifoni che in poche ore lasciano sul posto unicamente un mucchio di lana e alcune ossa».

Incontro ravvicinato con il canide selvatico

A sostegno della tesi lupo, le due associazioni aggiungono che “il proprietario del gregge, il mattino del giorno seguente la predazione, ha incontrato a distanza ravvicinata e filmato un singolo lupo che si aggirava indisturbato e spavaldo nella zona dell'attacco. Probabilmente a causa della predazione, il gregge si è in seguito spostato sui ripidi pendii erbosi e rocciosi del Martschenspitz (pizzo adiacente alla bocchetta) dove per un lupo non è facile muoversi. Il lama che da diversi anni accompagnava il gregge e lo difendeva in modo abbastanza efficace con la propria mole e il suo istinto territoriale, forse a causa di una colluttazione con il lupo, è caduto dall’alto sulla pietraia sottostante. Sarà l’analisi del Dna a stabilire se i segni sospetti rinvenuti sul corpo del lama appartengano effettivamente a un lupo: ricordiamo che, per i camelidi, la soglia minima per l’abbattimento è di un singolo capo".

Nella nota stampa si ricorda anche come "già in giugno vi era stata nella zona la predazione di due ovini che si erano allontanati dal gregge; non lontano dal luogo dell’attacco, il guardiacaccia aveva poi potuto raccogliere sterco di lupo e sul sito dell’Ufficio caccia e pesca anche questa predazione è stata attribuita al lupo".

L'azienda colpita partecipava al progetto di protezione con i feromoni e tutti i capi predati (compreso un lama) ne erano privi

Come spiegato, l’azienda che è stata colpita è una delle 16 ticinesi che hanno aderito al progetto dello studio alpino che promuove la protezione delle greggi tramite i feromoni dissuasori 1, e che tutti i capi predati, compreso il lama, ne erano privi. L’ipotesi di base era che per tener lontano dal gregge il lupo, sarebbe bastato che la metà delle pecore portasse un collare con un diffusore di feromoni. "La pratica ha però dimostrato – fanno ancora notare UCT e APTdaiGP – che quando alcuni capi privi di questo collare con diffusore si allontanano dal gregge possono comunque venire attaccati. Quindi la protezione di gruppo si è dimostrata limitata".

Richiesta d'intervento al Consiglio di Stato, anche finanziando l'estensione dei collari con diffusore

Tenuto conto della situazione, definita "altamente critica", le due associazioni hanno come detto inoltrato nei giorni scorsi al Consiglio di Stato una richiesta urgente di abbattimento del lupo in questione. Questo poiché secondo l’Ordinanza federale sulla caccia sono ottemperate tutte le condizioni per procedere (danno rilevante; almeno 6 capi in 4 mesi; predazione da lupo accertata; gregge non proteggibile; necessità di intervenire per evitare ulteriori predazioni). Nella lettera si sollecita anche il governo a finanziare urgentemente l'estensione dei collari con diffusore a tutti i capi del gregge, "che rimangono in grave pericolo".

In conclusione si sottolinea che come l'allevatore ha provato a proteggere i suoi animali, "ci si attende ora che anche lo Stato faccia la sua parte". E soprattutto "si rinnova l’invito al Cantone di non farsi bloccare da un groviglio legislativo eccessivamente teorico e rigido, continuamente in ritardo rispetto a quanto avviene sul nostro territorio. Sia invece energico nelle sue richieste agli Uffici federali, rifiutandone le tattiche temporeggiatrici e i cavilli legali promuovendo, al pari di altri Cantoni, un’applicazione dei regolamenti più vicina alle necessità di chi vive e subisce la realtà delle predazioni".