Tramite l'associazione Pafs, la ValMoving propone una serie di eventi gratuiti rivolti a tutti. E chiede aiuto agli ‘eroi locali’ per rimettersi in forma
Dal taijiquan proposto al parco giochi di Cevio alla ginnastica al campetto di Gordevio. In Vallemaggia la colonna sonora estiva è all’insegna del movimento, con tutta una serie di appuntamenti rivolti a tutta la popolazione e, soprattutto, gratuiti, che vengono proposti in diverse “piazze” di lavoro a partire da giugno.
«L’idea nasce in scia a quanto proposto l’anno scorso, una sorta di test, nell’area di svago presso la piscina di Bignasco – sottolinea Laetitia Grossini, responsabile dell’associazione Pafs Vallemaggia (dove Pafs altro non è che l’acronimo di Promotori per l’attività fisica e la salute), l’associazione alla base di questi appuntamenti –. Constatato l’interesse, dopo l’esperimento pilota, quest’anno abbiamo deciso di riproporre l’iniziativa, estendendola anche al territorio della bassa valle. Gli istruttori arrivano direttamente dalla palestra, dove nei mesi estivi molti tendono a privilegiare le attività all’esterno, e a tralasciare la routine ‘indoor’. Una regolare attività fisica può prevenire molte problematiche e mantenere una buona salute. Le attività sono adattabili e dunque indicate per diversi livelli di condizione fisica: il progetto vuole sottolineare che l’attività fisica è per tutti. Per partecipare è semplice: basta iscriversi sul sito www.pafsvallemaggia.com (la prenotazione è richiesta).
Spina dorsale della Pafs, a ogni buon conto, è e resta la palestra ValMoving di Avegno Gordevio. «È infatti con lo scopo di sostenere quest’azienda che è stata creata l’associazione. Col tempo ci siamo però accorti che occorreva fare qualcosa che andasse oltre le pareti della palestra, cercando di coinvolgere sempre più persone. Un po’ all’insegna del motto: se d’estate la gente non va in palestra, è la palestra ad andare da loro!».
E in palestra come va? «Bene a livello di affluenza. Anche se, paradossalmente, questo successo non basta per farci guardare con la giusta serenità al futuro. I nostri primi cinque anni di vita, purtroppo, sono stati caratterizzati da diverse problematiche che si sono ripercosse sulle nostre finanze. Aperti i battenti nel 2018, tra il 2020 e il 2021 siamo stati costretti a due stop prolungati causa pandemia».
Vogatori e bilancieri a riposo, ma a non fermarsi sono le fatture, cosa che ha reso necessario attingere ai crediti Covid. «Per due volte a complicare ulteriormente la situazione è poi stato il meteo, con due allagamenti dovuti alle forti grandinate delle estati 2020 e 2021. Dopo la prima grandinata, nel 2020 abbiamo sacrificato tanto per riaprire il prima possibile. Giornate intere di lavoro non retribuito per cercare di accorciare i tempi di riapertura e salvare il salvabile... È stato un continuo ‘litigio’, comunque cordiale, tra assicuratori e indipendenti. Calcolare il valore del materiale quando tutti gli scontrini, i computer e i dischi esterni sono finiti sotto l’acqua è una missione impossibile, ma va comunque fatta. Nel momento stesso, non si ha un’idea chiara del valore dei danni e, beh diciamocelo, abbiamo la fortuna di vivere in Svizzera, mal che vada l’assicurazione dovrebbe coprire una grande maggioranza dei costi. Poi, piano piano il tempo passa, le liquidità vengono a mancare perché oltre a essere chiusi completamente o parzialmente e non avere il periodico incasso, bisogna comprare nuovi attrezzi, nuovi mobili e pagare i servizi necessari alla riapertura. Per i proprietari d’azienda la vita continua più o meno serena con un cappio al collo che inizia a stringere sempre di più. Le assicurazioni non hanno una tempistica da rispettare, hanno una mole di lavoro più grande del solito, in particolar modo quando le grandinate colpiscono violentemente vaste zone. Dunque bisogna aspettare più tempo».
E non è finita qui: «Più il tempo passa, più le conseguenze si fanno sentire, ci sono piccoli e grandi creditori che per fortuna mantengono un lato umano e poi ci sono gli altri. Che con o senza grandinate non possono fare eccezioni e iniziano a far volare spese e multe per i richiami di fatture non ancora saldate. Quando, mesi dopo, arriva il rimborso dell’assicurazione, si riesce a far prevalere sempre meno di quanto sperato: il valore non è stato approvato per un qualche macchinario, o per lavori effettuati che non era compito nostro svolgere, o per incassi precedenti non giustificabili e perdite non accettabili vista la situazione pandemica. In breve, si crea un nuovo debito. Oltre a quello già presente per avviare una startup (del 2018) e a quello causato dalla prima pandemia, dove lo Stato non ha coperto minimamente le spese fisse. Questo, personalmente, mi è successo due volte di fila. La prima, la si vive come una triste avventura dove per fortuna prevale il senso di supporto umano tra dipendenti e clienti. La seconda grandinata (nel nostro caso un anno dopo), è una situazione abbastanza tragica, dove c’è chi ride per l’ironia della sorte e c’è chi piange, cosciente del lavoro e dei sacrifici che bisognerà fare per andare avanti».
Due ulteriori duri colpi, ma non da... k.o. «Siamo una piccola azienda, 12 dipendenti di cui 4 al 100%. Ma piuttosto che chiudere o fare fallimento abbandonando clienti fedeli e i migliori collaboratori al mondo mi spacco in tre. Ecco perché, con l’appoggio di amici, colleghi, clienti e, soprattutto, familiari, abbiamo creato l’associazione Pafs Vallemaggia. Per sostenere quella che secondo me è un’azienda veramente ‘cool’ perché promuove salute, divertimento e benessere con un ambiente familiare, creando un senso di appartenenza a qualcosa che possa somigliare a una famiglia».
Sostenere questa associazione è semplice: basta andare sul sito di crowdfunding eroilocali.ch.