Palazzine in costruzione e progetti per decine di appartamenti, tra rischi e opportunità. L’analisi del capodicastero Sviluppo economico e territoriale
Continua il fermento dell’edilizia residenziale a Locarno. Sono anni d’oro per il settore con cantieri che spuntano un po’ ovunque in città. Progetti, va detto, con fortune alterne: alcuni bloccati da ricorsi, con le modine che restano a testimoniare la volontà di costruire, altri invece sono in via di realizzazione. Non solo nel Quartiere Nuovo o a ridosso del centro e della Piazza Grande, ma anche in altri quartieri.
Un esempio su tutti, la fascia di territorio che va verso Solduno, situata tra via Vallemaggia e via Franzoni. Attualmente le maestranze sono all’opera per la realizzazione di due palazzine, che conteranno un totale di quarantasette alloggi. Una terza proposta riguarda l’edificazione di uno stabile di sette piani con dodici appartamenti. Ciò che porta il totale a quasi sessanta, e tutti nella medesima area, circoscritta in un perimetro di alcune centinaia di metri.
Il progetto di quest’ultimo complesso abitativo, che sorgerà su una superficie di 835 metri quadrati (attualmente adibita a piazzale per posteggi) e con un investimento complessivo di quasi 6 milioni di franchi, è in attesa dell’ottenimento della licenza edilizia. Lo stile architettonico sarà minimalista e il 51 per cento circa della superficie verrà riservato allo spazio verde. Senza voler entrare nel merito dei pregi estetici delle nuove costruzioni, le stesse vengono viste da alcuni come un proseguimento della cementificazione dello spazio urbano. Anche se poi, nella maggior parte dei casi, vanno a sostituire edifici ormai vetusti e dismessi da tempo.
Questo impeto costruttivo si inserisce, peraltro, in un’ottica di crescita e di sviluppo della città di Locarno, che da inizio anno conta oltre 16mila 700 abitanti (con un balzo avanti di 310 anime nel 2022 e di 370 nel 2021). Un aumento tutt’altro che incontrollato, sul quale vigila l’autorità cittadina. Per affrontare il tema ci siamo rivolti al municipale Nicola Pini, capo del Dicastero sviluppo economico e territoriale.
Qual è la chiave di lettura che può aiutare a capire lo slancio edilizio?
Sicuramente Locarno è un bel posto dove vivere e la qualità di vita è uno degli obiettivi del Municipio. È da leggere in questo senso, peraltro, anche la recente implementazione in tutti i quartieri urbani delle "zone 30", come anche i vari interventi e progetti di riqualifica urbana e valorizzazione degli spazi pubblici. Il fatto che recentemente siano giunti nuovi investitori per il Grand Hotel e per lo stabile ex-Globus, infatti, non è slegato dalla progettualità sia per Piazza Grande e Largo Zorzi (progetto "Nouvelle belle époque") sia per la riqualifica del comparto di Santa Caterina, con il prospettato Museo cantonale di storia naturale e l’apertura del parco pubblico, la cui variante di piano regolatore è stata votata all’unanimità dal Consiglio comunale. Più nello specifico il quartiere Campagna è una zona residenziale, con una grande stabilità nella permanenza di residenti, che deve la sua attrattiva alla vicinanza con il centro cittadino e forse anche alla disponibilità di alloggi, con aumento delle nuove abitazioni e una parallela diminuzione del tasso di sfitto, fra i più bassi tra i quartieri di Locarno. Dispone inoltre di tutti i servizi di base ed è vicino al comparto sportivo e di svago della Morettina.
Quali gli aspetti negativi?
Più che agli aspetti negativi penso a una necessità impellente e improrogabile: quella di gestire, e non subire, lo sviluppo edilizio. Da qui non solo la realizzazione dello studio sul compendio sullo stato di urbanizzazione, e dunque sul dimensionamento degli attuali Piani regolatori (Pr), ma anche l’avvio di un’analisi del tessuto urbano proprio del quartiere Campagna e lo studio sulle dinamiche demografiche e degli alloggi a Locarno, di prossima pubblicazione. Studi finalizzati, tra le altre cose, alla realizzazione di un "Programma di azione comunale" (Pac), che grazie al coinvolgimento di popolazione, associazioni e professionisti, stabilirà lo sviluppo sostenibile della Città a livello territoriale, ambientale e socio-economico per i prossimi decenni. Una richiesta di credito in tal senso sarà presto recapitata sui banchi del Legislativo.
Quanto potrà crescere ancora la città e quanto è previsto che cresca?
Sarà appunto il Pac a dirlo e a definirne modalità di attuazione e traduzione in modifiche pianificatorie e del regolamento edilizio. Resta bene inteso il principio – sancito dalla Legge federale sulla pianificazione del territorio e dalla Scheda R6 del Piano direttore cantonale – dello sviluppo centripeto di qualità. Che, a mente mia e del Municipio, non deve voler dire spopolare le zone periferiche, anche della città, ma curare con attenzione ubicazione, densità e qualità del costruito. La crescita sarà da relazionare anche con la presenza di una rete di trasporti (individuali e pubblici) adeguata.
Quale ruolo può o deve assumere l’ente pubblico? Limitare o spingere?
Un ruolo positivo e ponderato, di equilibrio e buon senso, che probabilmente vuol dire limitare in alcuni posti e spingere in altri. Come ad esempio il quartiere ex-Gas Macello – una superficie di oltre 50mila metri quadrati estremamente strategica per la Città – per il quale si stanno ponendo le basi pianificatorie per creare un eco-quartiere a carattere residenziale e misto, completato da importanti contenuti pubblici (di tipo sociale, culturale ed educativo), dove si punti sulla valorizzazione degli spazi aperti (pubblici e privati) e su sistemi di risparmio energetico per le costruzioni e la mobilità in generale. La riqualifica e la valorizzazione degli spazi pubblici in generale giocheranno un ruolo fondamentale nel futuro sviluppo cittadino.
Quali le conseguenze per il Comune, chiamato a fornire servizi di qualità a una popolazione in continua crescita?
È vero che, dopo il periodo 2016-2020 di diminuzione della popolazione a Locarno, dal 2021 questa ha ripreso timidamente a crescere, in particolare grazie all’arrivo di confederati, probabilmente complice il Covid. Occorre però dire che sia il Consiglio comunale, sia più recentemente la Commissione municipale economia, hanno sempre sottolineato l’importanza di una certa politica demografica attraverso una costante cura del territorio, dei servizi, delle offerte e della qualità di vita. E questo non solo perché la gran parte del gettito fiscale è dato dalle persone fisiche, ma perché vogliamo una società sana e variegata, in una città in cui sia bello vivere e facile lavorare. Attualmente Locarno sembra essere molto abitata da giovani e molto attrattiva per gli "over65", ed è positivo, ma dobbiamo lavorare per attirare più famiglie e persone in età da lavoro, e ciò agendo pure sulla leva pianificatoria: è anche questa, penso e spero, una risposta che ci darà il Pac.