Don Marco Castelli, amministratore parrocchiale della Verzasca, e Bianca Soldati, docente della bambina, commentano la vicenda di Khaleda e Satayesh
Don Marco Castelli, amministratore parrocchiale della comunità cristiana della Verzasca, sta con Khaleda e Satayesh, madre e figlia afghane finite al centro di questa tribolata storia. Nonostante le due donne non professino la fede cattolica e che lui, di persona, non le conosca (dal momento che non vanno in chiesa e che la figlia non segue lezioni scolastiche di religione), difende con spirito umanitario e solidale il loro diritto a rimanere nel nostro cantone. Una solidarietà verso queste richiedenti l’asilo che spiega con l’impossibilità, per le due, di poter tornare al loro Paese d’origine: «La situazione in Afghanistan dall’arrivo al potere dei Talebani è sotto gli occhi di tutti. Persone come loro, che hanno avuto il coraggio di scappare da un contesto familiare fatto di violenze non possono in alcun modo tornare laggiù. Ritengo che ci siano tutti i presupposti per evitare loro il rientro drammatico» – afferma il parroco. «Sono persone che, da quanto mi è dato sapere, non creano affatto problemi, anzi, portano gioia nella nostra comunità che le ha accolte a braccia aperte. E quanto sia forte l’attaccamento nei loro confronti lo dimostrano le 2’700 firme raccolte in pochi giorni contro la loro espulsione. Se pensiamo che la valle ha sì e no 900 anime... È stata davvero una grande mobilitazione».
Di questa storia, a onor del vero, don Marco è venuto a conoscenza solo di recente: «L’ho appresa dai media, nessuno me ne aveva parlato prima. Le persone che frequentano le parrocchie sono sovente anziane, all’oscuro dei fatti, mentre l’azione di sostegno verso queste due persone bisognose e fragili è stata lanciata da mamme e papà che, in molti casi, non partecipano alle messe» – conclude il religioso.
Tra le persone che conoscono meglio Khaleda e soprattutto Satayesh, c’è la docente della pluriclasse delle scuole comunali del comune di Verzasca, Bianca Soldati, non a caso una delle più attive nella raccolta firme che ha ottenuto un sostegno forse persino insperato… «Chiaramente la possibilità di raccogliere firme anche online e attraverso i social ha dato una grossa mano, basta pensare che ne riceviamo ancora adesso – afferma la maestra –. Questa mobilitazione popolare è qualcosa di speciale, ma ora c’è soprattutto tanta felicità per Khaleda e Satayesh, che possono finalmente tirare un sospiro di sollievo dopo tutta la tensione degli ultimi tempi. In particolare la prima, perché per quel che riguarda la bambina, sia la mamma stessa sia noi come istituto abbiamo cercato di non farle capire troppo cosa stava succedendo, per proteggerla, anche se essendo molto sveglia qualcosa aveva sicuramente captato. Ora assieme agli altri bambini saremo felicissimi di riaccoglierla in classe dopo le vacanze invernali, sperando che poi tutta la situazione si risolva nel migliore dei modi».