Municipio, enti pubblici e sponsor pronti a sostenere la Fondazione per la scultura e il suo braccio operativo per affinare nuove strategie promozionali
Fra i pregiati giacimenti marmiferi sfruttati nel secondo dopoguerra in Valle di Peccia, nell’Alta Vallemaggia, sono fiorite negli anni nuove attività volte a valorizzare il "Cristallina", l’unico marmo bianco estratto in tutta la Svizzera. Fra questi progetti si annoverano la Fondazione internazionale per la scultura di Peccia (Fis), iniziativa nata di recente sullo slancio dei promotori della Scuola di scultura di Peccia. Dalla Fondazione Fis si è sviluppato in seguito, grazie a un partenariato pubblico-privato, il Centro internazionale di scultura (Cis) di Peccia inaugurato nel maggio 2021.
Con lo scopo appunto di dare basi più solide, ‘marmoree’ si potrebbe dire, alla nuova Fondazione e di riflesso al suo braccio operativo Cis, elegante padiglione dove soggiornano oggi artisti selezionati tramite un concorso internazionale (al quale nel 2022 hanno partecipato ben 140 artisti), il Municipio di Lavizzara sottopone al Consiglio comunale un credito di 150mila franchi, suddiviso su 3 anni, per un suo riorientamento. Questo importo permetterà, con l’aiuto di altri partner pubblici e privati, di affinare una strategia che vuole fare di Peccia un autentico Centro di eccellenza della scultura mettendo in circolo, sulla scorta anche di quanto postulato con la scheda Masterplan del 2021, l’offerta attuale del Cis con tutta una serie di effetti virtuosi nei prossimi tre-cinque anni.
La Fis e il relativo Cis, nati sull’onda del successo della Scuola di scultura, possono essere considerati oggi come un’accademia internazionale in sé complementari alla Scuola di scultura, la quale offre sempre a Peccia un percorso formativo e di perfezionamento ampio che tocca anche il disegno, la fusione dei metalli, la fotografia, il legno, la modellatura: una paletta di materie invero alquanto vasta, destinata ad appassionati e principianti, ai quali è data la possibilità di un continuo e arricchente avvicinamento (tramite mostre, laboratori e momenti culturali) con il pubblico, in una relazione tra chi la produce sotto svariate forme e chi la osserva. Perché in Lavizzara l’arte del marmo in senso lato non è da intendere come un’attività imprigionata in un sistema chiuso, anzi, vuole essere tutto il contrario: aprendosi a tutto il territorio e alla popolazione residente.
Lo scopo del credito che sarà chiamato ad approvare il Consiglio comunale nella prossima seduta ordinaria del 19 dicembre 2022 è proprio quello di – partendo dall’eccezionale lucentezza del marmo ‘Cristallina’ che con il Cis, autentico microcosmo popolato di studiosi e artisti si sta irradiando in tutto il mondo – moltiplicare le sinergie a beneficio di tutti gli attori presenti in particolare a Lavizzara.
La Fondazione, ente nato in virtù di un partenariato pubblico-privato, naviga tuttora in acque finanziariamente tranquille, disponendo di una buona liquidità (grazie anche a donazioni di benefattori e mecenati) che consente la copertura di eventuali disavanzi. La richiesta ora al vaglio del Consiglio comunale segue quella del 2016. Allora si trattò di una fideiussione di 400mila franchi, destinata a coprire gli eventuali deficit di gestione nei primi tre anni: una garanzia, spiega nel messaggio l’esecutivo, che non è tuttavia mai stata impiegata e che, nel frattempo, è scaduta. Soldi quindi che il Comune non è mai stato chiamato a spendere. La corsa al rilancio di questa vetrina per l’intera Vallemaggia incontra, più che altro, difficoltà di carattere operativo individuate sulla base dell’esperienza di questi primi anni di attività del Cis, alle quali il Municipio intende ora contribuire a ovviare mediante una solida pianificazione a medio termine.
Il 2022 ha comunque consentito – annota il Municipio nel messaggio – "alla Fondazione di rivedere il modello d’attività attraverso alcune importanti decisioni volte a contenere i costi della direzione e a beneficiare di più sponsor per la scelta degli artisti". Malgrado ciò, diverse criticità restano sul tavolo. Come la mancanza di una certa stabilità finanziaria sul lungo termine, che non permette d’impegnarsi con contratti di lavoro a tempo indeterminato (responsabile del Cis e altre posizioni a livello di governance); la necessità di rivedere il business model, ancora poco attrattivo per reperire nuovi sponsor; lo stato della liquidità, che, pur essendo ancora soddisfacente, impedisce lo sviluppo di un fundraising efficace, un riposizionamento nazionale e internazionale e investimenti nel Cis del futuro.
Un passo che appare quindi indispensabile, quello al centro del discorso municipale, condiviso da un nuovo partner della Fis di Peccia, pronto a impegnarsi finanziariamente a sostegno di questa istituzione, convinto del suo potenziale: si tratta dell’Aet, l’Azienda elettrica ticinese, che si appresta dunque a seguire l’esempio di un mecenate da sempre vicino alla Fis, disposto a partecipare ancora allo sviluppo dell’offerta a condizione che anche gli enti pubblici facciano la loro parte. Alla Fis, l’esecutivo chiede come detto anche un maggior dialogo con la locale cava di marmo e gli operatori della valle, con particolare attenzione al settore della ristorazione e dell’accoglienza.