Locarnese

Lavizzara, sì ai 50mila franchi per il Centro di scultura

Chiamata alle urne da un referendum, la popolazione conferma con 167 voti favorevoli (contro i 130 contrari) il credito approvato dal Consiglio comunale

26 novembre 2023
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La popolazione di Lavizzara sta con il Centro internazionale di scultura (e l'omonima Fondazione che lo gestisce). Con 167 voti favorevoli contro 130 contrari (alle urne sono andati 303 votanti su 406 aventi diritto, ossia il 74,6%), i cittadini del Comune dell'Alta Vallemaggia hanno infatti confermato – come tra l'altro auspicato dall’Associazione dei Comuni di Vallemaggia (Ascovam) e dall’Antenna Vallemaggia – il credito di 50mila franchi votato dal Consiglio comunale lo scorso 22 maggio e oggetto di un referendum, che è stato dunque bocciato.

Un piano di rilancio per dare ossigeno al Cis

In ballo, ben al di là della cifra in discussione, c'era l'approccio della popolazione lavizzarese – e di riflesso delle istituzioni politiche locali – nei confronti del Centro internazionale di scultura (Cis) e della Fondazione internazionale per la scultura (Fis). I 50mila franchi (retaggio dei primi 150mila domandati dal Municipio con una richiesta di credito che già era stata contestata, ritirata e poi appunto diminuita di due terzi) serviranno per attuare un piano di rilancio operato dalla Fondazione a favore del Cis. Piano a cui il Municipio, come socio fondatore (il sindaco è appunto membro del Consiglio di Fondazione) aveva deciso di aderire.

I motivi alla base del piano di rilancio (o “riposizionamento” come era stato definito nei messaggi municipali) è dare ossigeno al Cis, aperto nel 2021, in piena pandemia, per rispondere al bisogno dell'allora Comune di Peccia – e poi di quello di Lavizzara – di nuovi spazi da destinare alla realizzazione di opere che possano valorizzare su scala internazionale il marmo della Cristallina. Dalla sua apertura, peraltro, il Centro ha incontrato alcune difficoltà, riconducibili, ricordavano le autorità presentando il voto, in primo luogo alla pandemia, poi anche ad alcuni avvicendamenti in seno alla Direzione e al Consiglio di Fondazione.

In soldoni, fra il 2020 e il ’22, il Cis aveva accumulato perdite che hanno ridotto la liquidità della Fondazione, rendendo necessaria un'operazione finanziaria “a più teste”. Oltre a un mecenate che ha donato 300mila franchi (lo stesso che aveva finanziato la costruzione del Cis e la Casa degli Artisti), erano stati raccolti 150mila franchi dalla Fondazione Vallemaggia Territorio Vivo, 60mila dall'Aet, 90mila dal Decs, altri 60mila da diversi privati, 30mila dalla Scuola di scultura e 100mila da finanziatori esterni. All'appello mancavano 60mila franchi ancora da reperire, e il contributo comunale contestato da una domanda di referendum corredata da 73 firme (sufficienti a portare la popolazione alle urne), per un totale di 900mila franchi quale appunto fondo di rilancio del Cis.

I motivi dei referendari andavano dalla presunta fragilità del progetto, alla convinzione che l'investimento non avrebbe avuto alcun riscontro economico per l'economia locale e il Comune, fino alla mancata trasparenza imputata alla Fondazione. Sull'altro piatto della bilancia, elencando i motivi del “sì” il Municipio parlava del Cis come di una risorsa unica per la Lavizzara, cui porta importanti benefici, anche in divenire, ad esempio con la creazione di un Parco delle Sculture (LavizzArte) e con la creazione di un marchio che aumenterà la visibilità di Peccia e consentirà di intensificare le sinergie con Usi, Supsi e le accademie del settore.

Soddisfatto il sindaco: ‘La popolazione ha avuto il coraggio di guardare avanti e sostenere una risorsa importante per il nostro Comune’

«Sono contento perché la popolazione ha voluto guardare avanti e dare la possibilità alla Fondazione di rilanciare il Centro internazionale di scultura, a beneficio di tutti, perché stiamo parlando di una risorsa importante per il nostro Comune – afferma soddisfatto Gabriele Dazio, sindaco di Lavizzara nonché membro della Fis –. È un messaggio chiaro e molto positivo, la gente tiene a questo Centro e condivide le preoccupazioni per le nostre finanze, che dobbiamo gestire nel migliore dei modi».

Per Dazio la popolazione di Lavizzara («che ringrazio») è dunque stata «lungimirante, ha avuto il coraggio di guardare lontano. All’orizzonte abbiamo diversi progetti che ci daranno nuovo slancio e sarebbe stato un peccato fermarsi già a questo primo scoglio».

I referendisti: ‘Non siamo delusi, per il Municipio non è certo una vittoria e abbiamo comunque fatto risparmiare 100mila franchi ai cittadini’

Dal canto loro Astrid Lorenzetti Richina e Marzio Demartini, tra i promotori del referendum, sottolineano come «lo scarto di voti non è particolarmente ampio per cui non parleremmo di vittoria per il Municipio, anzi, è una spaccatura e i nostri politici dovrebbero farsi due domande. Dal nostro punto di vista non siamo delusi, abbiamo portato la gente al voto e in sostanza abbiamo fatto risparmiare ai cittadini 100mila franchi, non una cifra da poco, considerando anche che il nostro Comune ha delle forti lacune e per colmarle deve lavorare in favore di ciò che abbiamo sul territorio».