Grazie all’Associazione Cristiano Castelletti un’interessante conferenza con lo storico Marino Viganò sui segreti del monumento di architettura militare
Chi sapeva che il vero nome della Ca’ di ferro di Minusio è, storicamente, Vignaccia? In pochissimi, fino a martedì sera, quando questo aspetto curioso è emerso durante la conferenza dello storico Marino Viganò, chiamato a esprimersi sul monumento di architettura militare dall’Associazione Cristiano Castelletti di Minusio. Alla conferenza, tenutasi nell’aula magna della scuola media della Vignascia (la località è la stessa, da lì il nome), ha presenziato un foltissimo pubblico (circa 120 persone): cosa non evidente, di questi tempi.
Viganò è stato introdotto dal presidente dell’associazione Roberto Castelletti, papà di Cristiano, accademico, divulgatore e giornalista purtroppo prematuramente scomparso nel 2017 a 46 anni. L’associazione a lui intitolata si prefigge di perpetuarne le visioni e il sapere e di sostenere finanziariamente studi legati alla cultura classica, in cui Cristiano eccelleva. Dopo il presidente hanno preso la parola il sindaco Felice Dafond e il membro dell’associazione e giornalista Rsi, Oscar Acciari.
Grazie al suo certosino lavoro di ricerca sulla Ca’ di ferro (così chiamata dall’800 per scelta di un patriota italiano stabilitosi alla Verbanella, che prese spunto dalle inferriate alle finestre) Viganò ha offerto un panorama completo sul complesso della struttura, i suoi scopi (civili e militari) e il contesto storico in cui si inseriva negli anni della costruzione (1558-1630). Di fatto, ha sottolineato Viganò, la Vignaccia era una piccola fortezza "mascherata" allo snodo fra le regioni di reclutamento nei Cantoni confederati, e d’impiego tra Piemonte e Francia. Non a caso non venne demolita (vi era il divieto implicito di costruire fortificazioni nei baliaggi di lingua italiana).
L’Associazione Cristiano Castelletti, con i suoi scopi e le attività proposte, è in rete (www.associazionecastelletti.ch) e su Facebook.