Tematiche di grande attualità alla quinta edizione della rassegna organizzata al Centro professionale tecnico di Locarno
Ha ottenuto un ottimo successo la quinta Settimana del gusto e della sostenibilità, organizzata dal Centro professionale tecnico di Locarno nell’ambito del grande progetto "La scuola al centro del villaggio", ideato dal responsabile delle attività di sede, Lorenzo Scascighini.
La settimana, incentrata sulla sostenibilità, era dedicata ai rifiuti, allo spreco e al riciclo. L’idea è di tematizzare ogni prossima edizione. «Trattare di rifiuti, spreco e riciclo significa affrontare una tematica di grande attualità – spiega Scascighini, raggiunto dalla "Regione" –. La decisione di occuparsene era comunque già stata presa indipendentemente dall’emergenza energetica che sta tenendo banco. Per sensibilizzare gli studenti siamo partiti da diversi punti di vista: una visione generale è stata data con la conferenza iniziale tenuta da Mara Bolognini per l’Azienda cantonale dei rifiuti, poi sono stati proposti momenti diversi, fra cui uno teatrale con "BlueRevolution" sulle isole di plastica, fino a un incontro conclusivo con Claudio Boer sull’insostenibile spreco delle nostre scarpe».
Importante è stato anche l’allestimento, da parte degli apprendisti riciclatori, di due bancarelle in collaborazione con il docente Adam Sacchet. Quella di riciclatore è una formazione specifica – il cui apprendistato esiste da pochi anni e porta a un attestato federale di capacità – che ragazze e ragazzi hanno potuto presentare ai coetanei. Significative ed educative anche le bancarelle dell’Oggettoteca e del Caffè Riparazione: due esempi pratici e concreti di come sia possibile produrre meno rifiuti.
Da segnalare anche un incontro con "FashionRevolution", che spiega come si possa coniugare abbigliamento e sostenibilità, «riflettendo sulle pratiche del nostro quotidiano e sui cambiamenti che è possibile apportare per dare un contributo tangibile, rendendosi nel contempo conto che basta cambiare delle abitudini per ridurre l’impatto sul surriscaldamento globale. Il tutto, senza che la nostra qualità di vita ne risenta», conclude Scascighini.