La presenza del predatore sugli alpeggi preoccupa gli allevatori. Se vengono meno caprini e ovini, risulta compromessa la produzione casearia
C’è un’altra questione, oltre alla scarsità di precipitazioni e gli sfasamenti climatici, che preoccupa non poco il mondo agricolo e in particolare il settore della montagna: quella della presenza dei lupi. Apparizioni, le loro, non più sporadiche come in passato. Di questi predatori si è tornati a parlare, inevitabilmente, anche in occasione dell’Assemblea annuale della Società agricola valmaggese, tenutasi domenica scorsa a Cavergno. Scontato, dal momento che gli esemplari di lupo, in questi ultimi mesi, sono cresciuti di numero, formando addirittura piccoli branchi (composti da genitori e piccoli). Ne sono stati avvistati in alta Onsernone e a Olivone, in quest’ultimo caso addirittura poco lontani dalle case. Da più parti, in sala, la trentina di soci – riferisce il presidente della Società agricola valmaggese, Marzio Coppini – si è parlato della minaccia che questi predatori costituiscono soprattutto per l’allevamento ovicaprino in montagna. Grossomodo il 70% degli alpeggi ticinesi non può essere protetto da recinzioni metalliche o cinte elettriche, è stato osservato. Difficile dunque tenerli alla larga. Il timore è che eventuali predazioni non si limitino, col tempo, a sole pecore e capre, bensì che interessino anche piccoli bovini ed equini di taglia ridotta. Scoraggiando, così, tutti gli allevatori di bestiame. È quanto sta succedendo anche nel Moesano, dove gli allevatori di bestiame proprio nelle scorse settimane hanno chiesto al Cantone una regolazione più marcata.
Un effetto dalle conseguenze gravi non da ultimo anche per la produzione lattiera-casearia locale. Le apprezzate specialità a base di latte di capra e pecora, che riscuotono un crescente successo tra i consumatori, potrebbero subire una forte contrazione se gli animali non potranno più pascolare liberamente perché minacciati dal lupo.Si tratta dunque sì di tutelare la biodiversità, ma al tempo stesso anche gli interessi del settore, concertando iniziative che possano armonizzare le esigenze, che al momento appaiono contrapposte, degli allevatori e di chi vuol salvaguardare i lupi. Tra i relatori intervenuti durante la seduta, anche Germano Mattei e Armando Donati, dell’ Associazione Territorio senza Grandi Predatori (ATsenzaGP).
Omar Pedrini , presidente dell’Unione dei Contadini Ticinesi, ha invece offerto una panoramica a livello cantonale e federale del settore agricolo. Nel corso dei lavori è stato votato un credito a favore dell’Associazione artigiani di Vallemaggia per l’acquisto di bancarelle e si è provveduto alle nomine statutarie per il biennio 2022-2024. Un ’ultima indicazione riguarda la fiera agricola che, dopo la pausa imposta dal covid, torna tra gli appuntamenti del calendario delle offerte del distretto. La data da agendare è quella di lunedì 18 aprile, a Cevio. Non ci sarà l’esposizione bovina, come in passato, che sarà sostituita da un mercato di prodotti locali e dalla presenza di varie specie di animali da fattoria.