Ampio rinnovamento del Cda: ‘Fatto fuori’ l’amministratore delegato sulla base di una perizia il cui autore non ha potuto richiedere informazioni interne
Una perizia commissionata all’esperto di turno sull’operato di una società, ma con l’indicazione aggiuntiva di “non contattare né richiedere informazioni o complementi da parte degli organi e/o collaboratori” della società stessa. Come se quelle informazioni o quei complementi rischiassero di fornire dei chiarimenti utili per interpretare una situazione con maggiore cognizione di causa o concedere delle attenuanti a chi si ritrova imputato.
Da qualunque parte lo si voglia osservare non fa davvero un bel vedere, il colpo di mano operato dalla maggioranza cittadina in seno al Consiglio d’amministrazione della Centro balneare regionale Sa. Pochi giorni fa, subito dopo la seduta di Cda, agli organi di informazione era stato comunicato il cambiamento ai vertici della Sa. Ne veniva indicata la nuova composizione, ma non una parola sui partenti. A cominciare dall’amministratore delegato Gianbeato Vetterli, di fatto sfiduciato e fatto fuori, e dal presidente Luca Pohl, in carica dal 2012 come delegato dai Comuni azionisti Orselina (di cui è sindaco), Brione sopra Minusio, Cugnasco-Gerra e Ronco s/Ascona. Pohl che ha ritirato la sua disponibilità a rinnovare il mandato proprio dopo aver preso atto dei metodi utilizzati con Vetterli, finora suo braccio operativo nella Sa.
La prima anomalia riguarda, come detto, i paletti imposti al perito (il professor Orlando Nosetti), invitato appunto a non conferire con la parte in causa. Indicazioni che lo stesso Nosetti ha del resto in seguito sottolineato, ammettendo la limitazione del suo mandato e presentando infine un rapporto che, parole sue, è “un’analisi esterna della situazione della società, con tutti i limiti che ciò comporta”. Perché Nosetti abbia accettato simili condizioni è un’altra questione aperta.
Ma non è finita qui, perché lungo la strada che ha portato all’allontanamento dell’amministratore delegato troviamo una seconda anomalia: il committente della perizia risulta essere il Convivio dei sindaci, consesso in cui sono rappresentati Comuni neppure tutti azionisti della Centro balneare regionale. Formalmente, un incarico del genere può essere affidato soltanto dall’Assemblea generale, su richiesta di almeno un azionista.
Di tutti questi elementi troviamo traccia nel fitto scambio epistolare che ha preceduto la seduta di Cda del 17 novembre. Un esempio è la lettera del 21 settembre partita dal Lido (la Cbr) all’indirizzo dei Comuni azionisti, più Ascona. Emergeva che la perizia era datata gennaio ‘21 ma la Cbr aveva avuto la possibilità di visionarla solo a fine agosto. Il Cda si diceva inoltre “sorpreso per i quesiti posti al perito. Il tema del costo di investimento e delle sue conseguenze finanziarie (ammortamento e risultato d’esercizio) è noto da anni”. Il rapporto, quindi, “non ha potuto fare altro che riprendere quanto già precedentemente appurato”. Più pertinente, restando nel cuore della perizia, la questione della politica dei prezzi, “mentre nessun quesito riguarda l’operato della Cbr con riferimento a strutture analoghe in Ticino e/o in Svizzera”. A proposito della documentazione fatta avere a Nosetti dal Cisl, mancava addirittura l’ultima relazione annuale, il che determinava un “rapporto non solo parziale, ma anche incompleto e non aggiornato (non tiene neppure conto delle questioni legate al Covid) e persino contraddittorio rispetto al noto rapporto dell’esperto del ramo Spengler”, che era stato chiamato in causa a suo tempo dai Comuni azionisti per esprimere un parere sul progetto di costituzione e sulla futura gestione della Cbr”. Una parzialità imposta che ha fuorviato Nosetti, il quale “non ha potuto accorgersi che talune questioni altro non erano che il frutto di decisioni degli azionisti, di autorità o di discussioni a carattere politico con singole autorità comunali, in primis di Locarno”. La Cbr proponeva infine di far completare all’esperto il suo parere, affinché esso fosse basato su “conoscenze interne e gestionali del caso, comprese le problematiche di cui il Cda ha sempre riferito alle assemblee”.
A ottobre la stessa Cbr aveva riscritto ai Comuni azionisti. Il Cda si diceva preoccupato per la decisione della Città di non rinnovare la fiducia ai suoi 3 delegati uscenti, più l’amministratore delegato: così facendo “mancherebbe continuità tra il vecchio e il nuovo gremio, anche considerando le competenze necessarie nella gestione di un’azienda assai complessa sotto molteplici aspetti quali la gestione tecnica, i continui necessari rinnovamenti della struttura e dell’offerta”, nonché la collaborazione con i partner e con i Comuni azionisti. La proposta del Cda era di mantenerne invariata la composizione fino all’assemblea (che dovrà comunque svolgersi entro il 30 giugno 2022) limitandosi a sostituire il solo rappresentante della Città che non si ricandidava.
A questa missiva ne era seguita un’altra, a firma del presidente Pohl, indirizzata ai suoi Comuni di riferimento. Ricordava che un cambio generazionale era già previsto fra il ‘21 e il ‘24 e chiedeva ai Comuni di formulare “una proposta concreta e condivisa” per trasferire al meglio le conoscenze e garantire al Cda le necessarie competenze. “Congedando anche l’ad in quel (malo) modo – scriveva ancora Pohl – al Cda viene a mancare una trasmissione progressiva, costruttiva e completa delle conoscenze e dei dossier aperti. Ma questo non sembra preoccupare”. Era proprio in quell’occasione che il sindaco di Orselina aveva comunicato di ritirare formalmente la sua disponibiltà a ricandidarsi.