Locarnese

Centro balneare, atteso un passivo quasi raddoppiato

Il lockdown primaverile e le conseguenze dell'attuale recrudescenza di contagi penalizzano il Lido. Che ha già sensibilizzato i Comuni azionisti

30 ottobre 2020
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Andando avanti di questo passo il Centro balneare regionale di Locarno chiuderà l'esercizio 2020 con un deficit di circa mezzo milione superiore a quello normalmente coperto dai Comuni azionisti. Il che significa un passivo complessivo compreso fra 1,1 e 1,2 milioni di franchi. Il motivo è presto detto: la chiusura primaverile dovuta al lockdown, più le mancate entrate da qui a fine anno. Buoni risultati sono per contro stati registrati nei mesi caldi, nonché nelle ultime settimane. Grazie, soprattutto, al massiccio interessamento dimostrato dai confederati. Ma tolti quelli, rimane la proverbiale timidezza dei locali, che di principio sono poco avvezzi a frequentare il Lido, e confrontati ora con l'incertezza derivante dalla seconda ondata del Covid-19 stanno dimostrando ulteriori reticenze.

Del tema economico si è discusso in occasione della recente assemblea degli azionisti della Cbr, come osserva Luca Pohl, alla guida del Consiglio di amministrazione della Sa. Pohl non nasconde le sue preoccupazioni al riguardo: «I mancati introiti della prima parte dell'anno hanno comportato un aumento marcato del deficit. Abbiamo cercato in ogni modo di contenere al massimo le uscite, adottando tutta una serie di misure (come ad esempio la riduzione dei consumi energetici), in modo da poter risparmiare fin dove possibile. Abbiamo riscontrato un'ottima affluenza di bagnanti durante l'estate, soprattutto grazie ai turisti, il che ci ha permesso di parare, in parte, il colpo. Ora ci auguriamo di ritrovare anche la clientela indigena, senza la quale le prospettive non saranno certo positive. C'è la grande incognita sui mesi futuri che aleggia. Purtroppo questo è un discorso che non riguarda solamente il nostro stabilimento, bensì tutte le realtà della nostra economia. È evidente che un secondo lockdown ci metterebbe in una situazione finanziaria ancora più delicata».

A fungere da salvagente del Cbr saranno, dunque, nuovamente i Comuni convenzionati? «Il CdA non chiede loro nulla – risponde il presidente del Cda –. C'è un patto parasociale che regola i rapporti. Posso confermare che durante l'assemblea i rappresentanti di alcuni enti pubblici si sono spontaneamente detti disposti a collaborare. Non tocca solo alla Città di Locarno, azionista di maggioranza, sobbarcarsi i disavanzi. Altri Comuni hanno manifestato sostegno e solidarietà: altri ancora, infine, non si sono pronunciati in merito».
Purtroppo, di margini di manovra per evitare di finire in acque profondamente rosse non se ne intravedono: «Devo spezzare una lancia a favore del personale, che in questa stagione difficile ha dato la massima disponibilità e ha capito la delicatezza del momento. Una collaborazione che ci ha fatto piacere e che è indispensabile, a questo punto». Nel complesso, la struttura balneare in via Gioacchino Respini dà lavoro a un centinaio di dipendenti a tempo pieno (compresi la Termali e Salini Spa e il ristorante Blu) ai quali si aggiungono diversi ausiliari a tempo parziale nella stagione estiva (è il caso, ad esempio, dei bagnini).

«Per noi è importante che i ticinesi tornino in piscina. L'acqua clorata impedisce il diffondersi del virus e tutte le misure preventive sono state adottate. La piscina resta dunque un luogo assolutamente sicuro. Posso comprendere una certa paura che, tuttavia, se fine a se stessa, non aiuta certo a vivere bene».

Vetterli: ‘Piscina assolutamente sicura. Avere paura non ha senso’

Il tema della sicurezza viene affrontato anche da Gianbeato Vetterli, amministratore delegato della Cbr: «Il comportamento della nostra popolazione locale ci preoccupa. Tutti capiamo la delicatezza del momento, ma niente, davvero, giustifica la paura che frequentando le piscine si possa entrare facilmente in contatto con il virus. Tutt'altro!». Vetterli circostanzia la situazione al Lido: «Prima di tutto abbiamo il limite alle entrate, quindi di assembramenti proprio non se ne possono vedere. Secondariamente, è stato predisposto un concetto di protezione interno in base al quale tutto il personale ha l'ordine tassativo d'indossare la mascherina in qualsiasi momento. Vi sono i dispenser per la disinfezione delle mani e gli stessi utenti, in base alle direttive federali, sono chiamati a proteggersi con la mascherina fino a bordo vasca. Inoltre, negli spogliatoi è stata aumentata l'igienizzazione». Lo stesso, prosegue Vetterli, vale per il fitness, «dove le postazioni sono state misurate e segnalate affinché ognuna sia isolata dalle altre a una distanza di due metri. C'è poi tutto l'occorrente per la disinfezione degli attrezzi e già gli ospiti portano gli asciugamani di protezione per la seduta e per i manubri».

L'elemento in assoluto più significativo riguarda comunque l'elemento stesso che caratterizza il Lido di Locarno, e cioè l'acqua: «Come abbiamo scritto anche nella nostra newsletter, l'acqua è trattata con un doppio sistema di disinfestazione a base di cloro e ozono; cloro che si ritrova anche nell'aria, che viene oltretutto totalmente cambiata 3-4 volte all'ora». Il messaggio, quindi, è il seguente: «Il Lido non è pericoloso, assolutamente. Anzi, se c'è un posto sicuro in relazione al Covid-19, è proprio quello. Non esiste il rischio zero, ma con tutti gli accorgimenti davvero si può stare tranquilli. E rilassarsi: mai come in questo infausto periodo è importante provare a farlo».

Scherrer: ‘Disponibilità dei Comuni da sottolineare’

Tornando alla delicata, pressante situazione finanziaria, il sindaco di Locarno Alain Scherrer dice di «osservare, con molto piacere, la disponibilità spontanea di molti dei Comuni azionisti che, durante l'assemblea, si sono dimostrati solidali e pronti a dare una mano. Ricordo che se il deficit supera un certo tetto prestabilito nell'accordo iniziale (540 mila franchi), la differenza, in base al Patto sindacale (aggiornato nel 2014, valido 10 anni, ndr), è presa a carico totalmente dalla Città, che diventa così una sorte di “garante”. Al di sotto di questo importo, invece, il disavanzo è suddiviso tra gli enti azionisti in base a precisi parametri di calcolo. In passato ciò non è stato il caso, ma quest'anno, complice la pandemia, il risultato è purtroppo negativo e di molto. Parliamo di oltre mezzo milione di disavanzo supplementare, in aggiunta al consueto deficit d'esercizio. Mi fa pure piacere l'incontro chiarificatore che abbiamo avuto con la stessa Cbr SA, che ci ha illustrato, in maniera esaustiva, tutte le misure operative attuate per cercare di risparmiare sulla voce uscite".
La solidarietà dei Comuni offre quindi alla Cbr Sa, aperta al pubblico nell'ottobre di 11 anni fa, la garanzia di poter continuare le proprie attività anche in presenza di forti perdite.