In un’interrogazione parlamentare Claudio Franscella (Ppd) e cofirmatari chiedono al governo lumi sul ‘disimpegno’ nei confronti dello scalo locarmese
“L’aeroporto cantonale di Locarno è ancora cantonale?”. La domanda, provocatoria, la pone, in un’interrogazione al governo ticinese, il parlamentare locarnese Claudio Franscella (supportato da parlamentari del suo gruppo e da deputati del Plr locarnesi). Il deputato pipidino si riallaccia all’evento meteorologico del 13 luglio 2021, che oltre a causare un danno totale all’Hangar 1 di proprietà del Cantone, ha prodotto anche quella che Franscella definisce “un’imbarazzante gestione che rimette in discussione la decisione del Gran Consiglio del 1955 di realizzare un vero e proprio aeroporto cantonale”. I firmatari ricordano come, con gli anni, a “questa prima storica decisione ne sono seguite molte altre, sempre in perfetta linea con la citata decisione-madre. Le ultime due sono state l’approvazione del Gran Consiglio del febbraio 2018 di progettare il rifacimento dell’Hangar 1 e la decisione del Consiglio di Stato dell’agosto 2019 di dare inizio alla procedura federale di approvazione del mini allungamento della pista principale”. La digressione storica permette anche di evidenziare come “oggi l’aeroporto offra numerosi posti di lavoro qualificati ed è generatore di un indotto economico non indifferente...fattori che lo pongono perlomeno allo stesso livello di altre attività presenti sul Piano di Magadino, quali l’orticoltura”.
Se ci si attiene alla risposta del Consiglio di Stato del 6 ottobre 2021 all’interrogazione del Partito liberale radicale, a detta di Franscella e cofirmatari “non si vede traccia della chiara valenza cantonale dell’aeroporto. Infatti, ad esempio, si ammette tranquillamente di non conoscere quanto sia costato al Cantone l’acquisto e la gestione dell’Hangar 1. Si travisano pure i fatti del 13 luglio 2021 affermando che anche altre aviorimesse sono state coinvolte, mentre tutti sanno che così non è stato. In realtà solo l’Hangar 1 − che a seguito alla decisione del Parlamento del febbraio 2018 oggi avrebbe già dovuto essere rinnovato – ha subito il danno totale. Un danno ancor oggi visibile in tutta la sua scenograficità nonostante che l’Aeroporto di Locarno costituisca una delle “porte d’entrata per una certa tipologia di turisti e uomini d’affari”.
Nella stessa risposta al Plr, si legge, “è poi stata paventata l’intenzione di affidare a privati l’ammodernamento delle vetuste infrastrutture logistiche civili”. Sulla base di queste considerazioni i firmatari chiedono come il Consiglio di Stato intenda perseguire la strategia cantonale di gestione delle infrastrutture civili dell’aeroporto. “La paventata intenzione di assegnare a terzi l’ammodernamento delle obsolete infrastrutture logistiche civili va infatti in chiara controtendenza con quanto avviene in altre parti del Paese: gli esempi dell’aeroporto di Sion (in fase di cantonalizzazione), di Berna (dove il Cantone ha svolto un ruolo centrale nello spostamento di una strada cantonale e nell’allungamento della pista), di Payerne (apertura all’aviazione civile promossa dai due Cantoni-sede), di Buochs/Stans (progetto cantonale che assicura, per ora, tremila posti di lavoro qualificati) e di Samaden (privatizzazione abbandonata a favore di un sostanziale intervento degli enti pubblici) ne sono la prova. Nel caso in cui il disimpegno dello Stato fosse confermato, quali sono le motivazioni di un simile orientamento in controtendenza con quanto avviene altrove?”.