Locarnese

Brissago, San Giorgio e Hildebrand sotto un unico tetto

I vertici della Casa anziani, della struttura riabilitativa e il Municipio valutano un trasferimento sulle rive lacustri del gerontocomio. Un'operazione da 40 milioni

((Ti-Press))
9 luglio 2021
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Come regalo per gli 80 anni? Una nuova struttura. Ci stanno pensando, da qualche mese a questa parte, i vertici della Casa Anziani San Giorgio di Brissago e i loro omologhi della rinomata Clinica Hildebrand, pure essa con sede a Brissago. Il perché di questa intesa si spiega con un termine: sinergia. Tra le due strutture socio-assistenziali il desiderio accrescere la collaborazione potrebbe infatti tradursi in una riunione sotto lo stesso tetto. Vista lago. Sì perché la Casa anziani, confrontata con problemi logistici, intende lasciare l'attuale ubicazione e spostarsi sulle rive lacustri, su un fondo situato proprio accanto all'istituto di riabilitazione. Ne dà notizia l'ultimo numero de “Uno sguardo verso il lago”, semestrale d'informazione della Fondazione Casa San Giorgio. Nel suo editoriale, il direttore Giuseppe Berta si sofferma proprio su questa idea, sicuramente ambiziosa ma già in avanzata fase di studio. “Se il nostro nuovo stabile venisse a trovarsi sotto lo stesso tetto della Hildebrand potrebbero nascere una collaborazione e importanti sinergie” – scrive – Grazie al nostro lavoro, il Consiglio di Amministrazione ha potuto e voluto dare mandato a uno studio di architettura che già collabora allo sviluppo della Clinica per uno studio di fattibilità che possa permettere a entrambe le istituzioni sociosanitarie di meglio capire quale possa essere la miglior via da seguire per l'ottimizzazione delle risorse e l'aumento della redditività di un percorso unito. Siamo convinti che alle porte dei festeggiamenti dell'ottantesimo compleanno della Casa San Giorgio, dovremmo essere in grado di stabilire quale sia il miglior progetto da consegnare alla nostra cittadinanza e segnatamente alla fascia di persone anziane che è in netta crescita in questi anni”.

Mancano spazi, camere inadeguate

«La nostra attuale offerta di posti per gli ospiti si basa su un gran numero di camere doppie – spiega a laRegione lo stesso direttore – Sono stanze piccole e non facilitano il lavoro del personale di cura. Di questa inadeguatezza abbiamo ancora avuto un esempio durante la pandemia, quando le camere singole ci sarebbero tornate di grande aiuto. L'edificio in sé, malgrado i ripetuti maquillage, ha comunque i suoi anni e benché sia mantenuto in perfetto stato, presenta chiari limiti operativi e logistici. Il soggiorno in struttura deve poter offrire garanzie di qualità sia per quanto riguarda le prestazioni sanitarie, sia per gli ambienti destinati agli ospiti.  Per questo negli scorsi anni abbiamo iniziato a riflettere sull'idea di lasciare queste quattro mura in collina (di proprietà dell'omonima Fondazione privata, con partecipazione comunale) e di trasferirci al piano. Qui siamo un po' fuori mano per i nostri ospiti che vogliono godersi delle belle camminate. Le possibilità di uscite all'aria aperta sono purtroppo limitate. Non sarebbe invece il caso se fossimo in prossimità del lago, accanto alla Clinica Hildebrand. Questo permetterebbe, tra l'altro, l'applicazione di un'economia di scala oggi fondamentale nel settore sanitario. Grazie a un sottopasso gli ospiti delle due strutture saranno in grado di accedere alla passeggiata a lago, alla zona del porto, ai ristoranti e ai negozi presenti lungo la riva e nell'abitato».

Quaranta milioni d'investimenti per la nascita di un 'polo'

Ma non è tutto, perché da questa operazione “win-win” per i vari attori coinvolti (compresi l'Istituto Miralago, il Comune e il poco distante Istituto la Motta) sarà possibile risolvere un altro ancestrale problema: quello dei posteggi. «Il progetto prevede la realizzazione di un autosilo che risponderà alle esigenze non solo del personale di cura dei vari istituti e dei loro visitatori, bensì anche del Comune, dal momento che la zona del Porto di Brissago, di recente rinnovata, non dispone di posti auto».
Quanto al futuro dell'attuale edificio? «Lo stabile appartiene alla Fondazione, che però collabora strettamente con il Comune. D'intesa col Municipio stiamo valutandone la vendita. Con il ricavato potremo finanziare parte dei 40 milioni di franchi d'investimento necessari al nostro trasferimento e all'edificazione del nuovo edificio e delle varie componenti. Il pregio di questo progetto sta proprio nel fatto di concentrare in un solo posto tutti gli istituti socio assistenziali del paese. Creando così un polo che, lo ricordiamo, offre circa 500 posti di lavoro (94 dei quali della casa San Giorgio). Non da ultimo potremmo pensare di dotarci anche di un reparto Alzheimer, sfruttando le conoscenze dei medici e degli specialisti della vicina Hildebrand, come il dottor Graziano Ruggieri, che è pure docente della Supsi oltre che presidente del nostro Consiglio di Amministrazione. Chissà che un giorno non si arrivi a creare un campus formativo per gli allievi di questo settore proprio a Brissago. Tutte carte interessanti da giocare, a nostro avviso». Per quanto riguarda, infine, la tempistica, a fine estate dovrebbe essere presentato il progetto.

Il Municipio saluta positivamente l'idea e attende di conoscerne tutti i contenuti 

Roberto Ponti, sindaco di Brissago, parla di “un'iniziativa opportuna, in quanto permette di risolvere il problema dell'infelice ubicazione dell'attuale Casa anziani, troppo isolata dal paese. Interessanti sono poi le sinergie che questa operazione porterebbe. Pensiamo ad esempio a servizi come la fisioterapia, che potrebbero essere raggruppati e gestiti di comune accordo e strutturati in modo tale da offrire una risposta adeguata, sicura e completa alle diverse esigenze dell’anziano. Al momento siamo comunque ancora in una fase di studio; come Municipio valuteremo il progetto una volta note tutte le sue componenti. Poi prenderemo, d'intesa con il Consiglio comunale, una decisione definitiva al riguardo».