I deputati Plr in Gran Consiglio Speziali e Garzoli paventano 20 anni di traffico e colonne dopo il niet dell'Ustra alla 'bozza verde'
"Si prospetta così un altro ventennio di traffico e colonne, producendo una situazione tutt'altro che ecologica e amica dell'ambiente, oltre che penalizzante per l'unico agglomerato in Svizzera non allacciato all'autostrada". Questa è la prospettiva ipotizzata e paventata nell'interrogazione "Collegamento A2-A13 nel duemilaecredici?", recentemente indirizzata al Consiglio di Stato dal presidente del Partito liberale radicale Alessandro Speziali, nonché deputato nel Legislativo cantonale, insieme al collega Giacomo Garzoli.
Gli autori dell'interrogazione reagiscono alla notizia dello scorso 1° luglio della bocciatura parziale da parte dell'Ufficio federale delle strade (Ustra) del progetto di collegamento veloce A2-A13, un asse viario sempre più saturo di veicoli (e probabilmente prossimo al collasso), con una serie di domande all'Esecutivo cantonale sulle criticità esposte dall'Ustra e sul suo ruolo nell'iter progettuale della 'bozza verde' di collegamento, elaborata dal Cantone e presentata anni fa alla Confederazione.
Soprattutto, essendo l'Ustra coinvolto nella fase d'elaborazione, i deputati Plr chiedono se non abbia mai fatto emergere in sede progettuale le criticità poi pubblicate. Domandandosi quindi per quali ragioni tali considerazioni siano venute fuori solo in un secondo momento e se non siano, in parte, frutto di "ideologismo pianificatorio e ambientale". Chiedono perciò di chiarire le responsabilità, tenuto conto che il lavoro di elaborazione ha richiesto tempo e denaro. Ma non è finita qui. I deputati sollevano obiezioni circa le misure transitorie proposte dall'Ufficio delle strade: la rete semaforica, approvata dal Governo, ma respinta dalla popolazione a suo tempo. Una soluzione definita da Speziali e Garzoli "un cerotto a scapito di un'opera infrastrutturale vera".
I due granconsiglieri non troppo velatamente temono che "inciampi e lungaggini siano un modo per rinviare o – ancor peggio – far franare un progetto di ben 1,5 miliardi di franchi", sospettando che qualcuno a Berna non voglia distribuire i soldi del Fostra (ovvero il Fondo per le strade nazionali e il traffico d'agglomerato). Ci si chiede allora quali siano le reali volontà e disponibilità sul fronte federale e in che misura la Deputazione a Berna, unitamente al Governo cantonale, intenda sostenere gli interessi del Ticino.
A parere dell'Ustra e dell'Ufficio federale dell'ambiente (Ufam) alcuni spicchi di tracciato andrebbero ripensati, perché non tengono conto di normative, quali, ad esempio, la protezione di siti naturalistici. Ricordiamo che, in particolare, l'Ufam ha sollevato criticità riguardo all'attraversamento del Fiume Ticino, all'altezza delle Bolle di Magadino: le dimensioni del manufatto non rispetterebbero le norme di protezione che salvaguardano le zone palustri. "Un secondo veto – riporta l'atto parlamentare – è caduto sul comparto tra Cadenazzo e Camorino, in merito alla gestione del traffico in particolare durante il cantiere".
Speziali e Garzoli chiedono al Consiglio di Stato di farsi portavoce presso Ustra al fine di trovare soluzioni adeguate, giacché la parziale bocciatura "ritarderà malauguratamente una volta ancora la realizzazione dell'opera, su cui si cominciò a votare già nel lontano 2007 con la cosiddetta 'variante 95'", riportano gli autori.
Una cosa ancora è certa: "Occorre dunque riprogettare soluzioni alternative, che chiederanno quindi ulteriori risorse di tempo e finanziarie, posticipando l’ipotetica messa in funzione del collegamento veloce non prima del 2040".