Interrogazione interpartitica chiede i nomi di chi ha beneficiato del medicamento pur non avendone urgente bisogno e diritto.
Vaccinazioni al San Donato, c'è chi vuole vederci chiaro. Dopo la polemica scoppiata negli scorsi giorni relativa a un certo numero di dosi in esubero del medicamento somministrate a due membri del Consiglio di fondazione (CdF), scatta l'interrogazione al Municipio centovallino (con copia al CdF e al Farmacista cantonale) da parte di un nutrito gruppo di consiglieri comunali appartenenti a vari schieramenti, spalleggiati da diversi cittadini (anche da fuori Comune) che sostengono i contenuti dell'atto parlamentare. In ballo, lo ricordiamo, vi sono dei sospetti fondati che non sia stato rispettato il giusto ordine di priorità. Durante la campagna di vaccinazione, le dosi avanzate dopo le iniezioni agli ospiti e al personale della casa per anziani avrebbero dovuto, come da indicazione del Cantone, essere in primo luogo destinati a persone ultraottantenni, quindi più esposte a rischi covid-19. In pratica, su invito della Direzione della struttura, per contribuire a utilizzare al più presto le fiale che altrimenti sarebbero andate perse perché alcune persone in lista avevano rinunciato per diverse ragioni, due membri del CdF ne avrebbero beneficiato.
Nell'articolata interrogazione, i firmatari chiedono, ovviamente, in primo luogo una conferma dei fatti. Vogliono conoscere i nomi dei due beneficiari (entrambi settantenni quindi non in cima all'ordine delle priorità). Questo per evitare che, come spesso accade, non vi siano “corsie preferenziali” riservate ai soliti furbetti e assicurare, cosi, la totale buona fede nell'agire del Consiglio di fondazione e dei vertici della struttura. Un'altra domanda chiama, invece, direttamente in causa chi ha ordinato la vaccinazione alle due persone finite al centro della polemica. Oltre al nome del responsabile alla gestione delle vaccinazioni presso il San Donato, i consiglieri comunali firmatari richiamano l'attenzione anche sulle persone over 80 del Comune che stanno aspettando, coscienziosamente, il momento per potersi far vaccinare (alcune delle quali si sono rivolte anche alla nostra redazione, ndr.). Anziani che, si legge nell'interrogazione, hanno dovuto essere accompagnate al preposto Centro della Protezione civile di Rivera. Da qui la richiesta a sapere se non era possibile evitare loro la scomoda trasferta mettendogli a disposizione i vaccini in esubero direttamente in loco. Della serie “ogni vaccino dato a qualcun altro è uno in meno per gli anziani bisognosi”.
Al Municipio, infine, domandano come – qualora fossero accertati degli abusi – intende procedere nei confronti di chi non ha rispettato il programma delle vaccinazioni diramato dal Cantone. Si è trattato, concludono i firmatari, di un atto deplorevole che fa venir meno la fiducia della gente nei confronti di chi è chiamato ad amministrare strutture sanitarie e le istituzioni.
Venuto a conoscenza dalla stampa dell'accaduto, il Municipio, nella sua risposta all'interrogazione, fa sapere di essersi mosso con tempestività per cercare di chiarire i fatti. Questo per evitare di proiettare ombre sul lavoro e la credibilità degli operatori sanitari. Nella premessa, l'Esecutivo fa inoltre presente che non è di sua competenza (benché disponga di un proprio membro in veste di rappresentante del Comune in seno al Consiglio di Fondazione, ndr) rispondere a queste domande, dal momento che non è legittimato a intervenire e che non ne ha nemmeno la base legale per farlo. Nel merito, tuttavia, conferma l'assoluta necessità, da parte dei vertici dell'istituto San Donato, di evitare qualsivoglia favoritismo quando in ballo c'è la salute della popolazione. Resta il fatto che all'interno della stessa compagine municipale, come ci è stato riferito, serpeggia un po' di malcontento proprio per come è stata gestita l'informazione internamente e verso l'esterno.
Chiamato direttamente in causa, l'Istituto, tramite la direttrice sanitaria, risponde alle richieste dell'interrogazione. Specifica che, l'8 gennaio, finita la campagna di vaccinazione all'interno del gerontocomio, sono avanzati 12 vaccini (a causa della rinuncia dell'ultima ora di alcuni dipendenti e residenti). In tempi celeri, si è poi proceduto alla convocazione e alla vaccinazione delle persone vulnerabili della zona e di chi si era messo in lista d'attesa in caso vi fossero state dosi in esubero. Per fare ciò sono state applicate le linee direttive dell'Ufficio del medico cantonale. Al Comune non è stata richiesta alcuna lista di over 80 desiderosi di farsi vaccinarsi, visto che il Municipio non ha informato la Casa anziani di aver raccolto (e avere a disposizione) questi dati. Oltrettutto, si legge, questa procedura non era contemplata nelle disposizioni cantonali. A ogni buon conto, rileva la direttrice sanitaria, l'Ufficio del medico cantonale, unica autorità alla quale va reso conto dell'operato, è stato prontamente informato e non ha espresso obiezioni al riguardo. In conclusione, la direzione della struttura ricorda il grande lavoro, svolto in condizioni eccezionali e non certo facili, al quale è sottoposto il personale: “La nostra priorità d'azione è rivolta in primo luogo al benessere dei residenti e al poter garantire, al personale, delle condizioni d'impiego migliori possibili affinché la sua salute e la sua motivazione non ne risenta. In questo senso il sostegno della popolazione verso anche il personale delle case anziani è più che mai necessario”.