Il proprietario si dice sorpreso per questa nuova procedura: 'Stavamo mettendo a posto le cose'. Emerge ancora la motivazione politica
«A dire la verità sono un po' sorpreso. Non capisco nemmeno io perché mettere in piedi questa procedura, visto che stavamo mettendo a posto le cose». Risponde con una punta di rammarico Germano Mattei, interpellato da 'laRegione' riguardo alla seconda asta con oggetto il rustico di Bosco Gurin.
Già perché non è la prima volta. A distanza di otto mesi - il 14 ottobre 2020, alle 11 - al Palazzo Pretorio di Cevio torna all'incanto la proprietà del fondatore di Montagna Viva e rappresentante nella Commissione consultiva per il fondo di aiuto patriziale e per il fondo della gestione del territorio del Dipartimento delle istituzioni, nonché ex granconsigliere. L'avviso è pubblicato sul Foglio ufficiale 55. La proprietà di Bosco Gurin, lo ricordiamo, è di 113 metri quadrati, di cui 77 occupati dal rustico. Il valore di stima peritale complessivo è di 300mila franchi.
La prima asta in calendario lo scorso 18 febbraio era stata revocata alcuni giorni prima, il motivo ipotizzato era l'appianamento della situazione debitoria. Allora, l'interessato aveva dichiarato di non voler arrivare alla vendita della proprietà (sua dal 1988), quanto piuttosto raggiungere un accordo per sanare la questione: sempre dall'altro capo della cornetta, Mattei afferma che gli era stato comunicato che «la problematica si sarebbe sistemata in poco tempo».
Tuttavia, visto il nuovo avviso, ci si chiede cosa possa essere successo. Come all'epoca della prima procedura, Mattei fa riemergere la questione della ripicca politica: «La "gabola" è nata con il fallimento dell'Info Point Vallemaggia; hanno preso quella scusa per mettermi in croce».
Qualche mese per sistemare la situazione c'è ancora, ma il nostro interlocutore tiene a sottolineare che in 32 anni di proprietà non ha mai mancato «di pagare ammortamenti e interessi». Il suo auspicio è che «entro fine agosto, la questione sia sistemata», chiosa.