Locarnese

Bosco Gurin, la stazione pensa anche a chi non scia

Il turismo escursionistico ha conosciuto un notevole sviluppo a causa della pandemia. In attesa della neve, potenziata l'offerta legata al settore

16 novembre 2020
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Pronti ad accogliere, sulle piste, i patiti del circo bianco; ma pronti anche, se la neve dovesse farsi attendere, ad accontentare la voglia di escursionismo dei ticinesi. A Bosco Gurin, i responsabili della stazione turistica battono entrambe le direzioni di marcia (che comunque non si escludono a vicenda). Sì perché l’emergenza covid, negli ultimi mesi, ha creato un esercito di camminatori, di appassionati di montagna che ha letteralmente invaso sentieri, capanne e cime del cantone in questi mesi.

Le valli attraggono grazie ai loro incantevoli itinerari

Un “popolo” di gente attiva che Giovanni Frapolli, proprietario degli impianti, intende catalizzare mettendo a disposizione strutture ricettive e il necessario per intrattenerlo. «L’apertura degli impianti è prevista sabato 28 novembre, con o senza la presenza della neve - racconta - La prima seggiovia e il ristorante in quota saranno agibili. Ci siamo attivati per mettere a norma sanitaria la nostra offerta, non solo all’intero degli spazi ma anche fuori, sostituendo ad esempio i girelli alla partenza della seggiovia in paese e riducendo i tempi d’attesa alle casse (due di esse sempre aperte, una terza pronta in caso di forte affluenza)».

«Con cinema e teatri chiusi, con gli eventi della stagione cancellati la gente cerca di rilassarsi nella natura. Ha voglia di uscire di casa e le nostre valli fungono da grande richiamo. Non a caso abbiamo recuperato un vecchio percorso pedestre, ad anello, che si snoda a monte dell’abitato e che si immerge nella natura. Ideale per coloro che non mettono gli sci ai piedi, agibile anche con la neve (ciaspole o scarponi) grazie al lavoro di preparazione del fondo assicurato dal nuovo battipista. Proposte, ne siamo certi, di sicuro gradimento per fare il pieno dell’inverno e scoprire l’atmosfera candida e ovattata di un posto di grande bellezza paesaggistica. Così mettiamo a disposizione di tutti la scoperta degli ambienti invernali in montagna. Perfettamente in linea con le aspettative di un turismo attento alla natura e alle sue preziose peculiarità».

La ristorazione in epoca covid: così ci si è preparati

Proprio nel settore della ristorazione si sono concentrati gli sforzi. «Da quest’anno riapre i battenti il ristorante Rovana, sul posteggio situato all’entrata, nella parte bassa del paese, dov’è presente il servizio di noleggio materiale. Sarà a disposizione della clientela dalle 11 alle 15. In particolare sarà destinato agli allievi dei corsi di sci promossi alla Scuola locale. I ragazzi potranno pranzarvi, liberando così tutti quei posti loro riservati, solitamente, in quota, al ristorante Rossboda. In quest’ultimo abbiamo accresciuto il numero di posti sulla terrazza, in modo da poter accontentare un po’ tutti. Ricordo che vi è pure a disposizione, per una pausa o un pranzo, la capanna del Sonnenberg (tavoli esterni e, in numero ridotto, su riservazione, all’interno), con la sua cupola».

Se dal punto di vista della ristorazione, non sembrano esserci particolari problemi, qualche pensiero lo dà il completamento della slittovia, altro jolly pensato per incrementare l’offerta:«Siamo, ahimè, nuovamente in ritardo, L’emergenza sanitaria sta frenando il cantiere, ma siamo fiduciosi e confidiamo di poterla inaugurare per Natale, come previsto».

Wellness e metrò alpino, le carte del futuro. A Natale la slittovia

In parallelo, avanzano comunque altri progetti di primaria importanza per il futuro della località della Rovana: «Stiamo affinando le procedure pianificatorie per la futura SPA che andrà a potenziare, considerevolmente, l’Albergo Walser; è iniziata la fase d Collegai progettazione-studio del metrò alpino con la Valle Formazza. A breve inizieranno, parte italiana, le riunioni. Godiamo del sostegno dell’Ascovam e del Governo, mentre dall’altra parte del confine, dove l’entusiasmo per quest’opera certo non manca, della Regione Piemonte. Si tratterà ora di allestire il piano finanziario (il 49% dell’investimento, pari a 40 milioni, sarà sulle spalle dei partner italiani (che possono contare su sussidi UE), il resto sulle spalle dei promotori elvetici. Gli incarti andranno poi a Berna per la necessaria approvazione» - conclude l'imprenditore bellinzonese.