Gli interventi sono in calo. Buoni risultati per la campagna di reclutamento. Resta invece irrisolto il problema del picchetto di primo intervento feriale
Un 2019 che non è stato, per usare la classica metafora, un anno di fuoco. Anzi, dal rapporto d’attività 2019 si evince che, per i Civici pompieri di Locarno (e la loro Sezione di montagna), sono stati mesi di relativa tranquillità e normalità. Meno missioni di soccorso a sirene spiegate, meno casi “impegnativi” e quindi arricchenti e “stimolanti”per i militi. Perché se è vero che le esercitazioni e gli interventi simulati servono a tenere alto il grado di prontezza e la capacità di risposta, è vero altresì che è solo nell’azione reale che il personale di soccorso trova il massimo degli stimoli e della motivazione. Alla caserma del Centro di pronto intervento di Locarno l’allarme lo scorso anno è suonato 320 volte (222 missioni diurne, 98 la notte); la casistica fa stato di 285 interventi nei giorni feriali e 35 nei festivi. Il martedì ha rappresentato la giornata della settimana più critica, agosto il mese più “caldo”. Gli incendi nelle abitazioni sono stati 170, i casi di inquinamento 55 (soprattutto strade), 19 le missioni per allagamento; solo 9 i casi di incendi boschivi (segno evidente che la prevenzione dà i risultati auspicati). La classifica dei Comuni che hanno richiesto più interventi è capeggiata da Locarno, seguito da Ascona e Losone.
Per far fronte a incendi, emergenze, richieste di soccorso e salvataggio, ovviamente, il Corpo civici pompieri necessita di personale a sufficienza (circa 120 gli effettivi in totale). Negli scorsi anni, con grande impegno, sono state lanciate diverse campagne di arruolamento di nuovi militi. E ora si raccolgono i frutti. Come rileva nelle sue considerazioni accompagnanti il rapporto d’attività il comandante Alain Zamboni, il 2019 ha avuto un importante incremento degli effettivi in ambito urbano (meno per la Sezione di montagna, puntellata da un solo rinforzo). Piena soddisfazione, dunque, per questo incremento del personale che, se confermato anche quest’anno, consentirà al Corpo un importante ringiovanimento degli effettivi. Un aspetto importante che non deve, tuttavia, far passare in secondo piano quella che è, oggi ancora, una situazione di criticità. Quella, cioè, legata al picchetto di primo intervento, che tira in ballo, volenti o nolenti, la necessità di disporre di pompieri professionisti. Soprattutto la fascia diurna feriale costituisce un problema di non poco conto, dal momento che le risorse scarseggiano. Un professionista ovviamente è pronto 24/24 ore e garantisce un tempo d’intervento celere. Un volontario, invece, non sempre è in grado di soddisfare le esigenze operative. Motivo per cui sarebbe poco responsabile pensare di poter pianificare il lavoro con soluzioni che lasciano sempre la coperta corta.