Locarnese

Faggeta valmaggese verso il Patrimonio Unesco

Depositata la candidatura, sostenuta da diversi enti locali, della Riserva forestale della valli di Lodano, Busai e Soladino

Il tronco di un vecchio faggio (foto Dt)
24 gennaio 2020
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È stata ufficialmente depositata oggi al Centro del Patrimonio mondiale dell’Unesco la candidatura congiunta di dieci Stati, coordinata dalla Svizzera, che intende completare il bene seriale delle “Faggete antiche e primarie dei Carpazi e altre regioni d’Europa”, inserendovi tra le altre la vasta faggeta inclusa nella Riserva forestale delle Valli di Lodano, Busai e Soladino.
Il dossier con le componenti svizzere della candidatura – oltre alla faggeta valmaggese è pure presente la riserva forestale di Bettlachstock (Soletta) – è stato allestito dall’Ufficio federale dell’ambiente in collaborazione con i Cantoni.
Le foreste di faggio sono considerate un esempio eccezionale dell’evoluzione ecologica e biologica postglaciale di ecosistemi terrestri. Tale evoluzione ha caratterizzato un intero continente in modo globale e unico nel suo genere. Nella Lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco è iscritto dal 2007 il bene “Faggete antiche e primarie dei Carpazi e altre regioni d’Europa”, che comprende una serie rappresentativa di foreste relativamente indisturbate dalle attività umane. Se la nuova candidatura sarà accettata dal Comitato del Patrimonio mondiale, questo bene sarà costituito da 108 componenti, distribuite in 20 Nazioni.

Un contributo unico nel suo genere

“La candidatura della faggeta valmaggese, che porta un contributo unico nel suo genere al bene seriale, premia anche lo spirito di lungimiranza dei Patriziati di Lodano, Someo e Giumaglio, da anni impegnati nella protezione e nella conservazione di questo ecosistema forestale, e più in generale nella valorizzazione di un’area dai notevoli contenuti naturalistici e paesaggistici – specifica il Dipartimento del territorio in una nota inviata ai media –. A sostegno della candidatura, oltre ai tre Patriziati proprietari, si sono espressi il Comune di Maggia, il Centro natura Vallemaggia, l’Associazione dei Comuni di Vallemaggia e la Fondazione Vallemaggia Territorio Vivo, che tramite il suo gruppo strategico Antenna Vallemaggia ha seguito l’evoluzione del progetto a livello locale”. Per la Vallemaggia, ha osservato Christian Ferrari coordinatore dell’Antenna e presidente del Patriziato di Lodano, “questo progetto rappresenta un’occasione unica a favore della conservazione e della promozione del paesaggio”.