Locarnese

‘Salviamo il Museo Epper’. Parte la raccolta di firme

Lo scopo: scongiurare la vendita della storica sede in via Albarelle ad un hotel ‘5 stelle’. Ma al sindaco e al vicesindaco di Ascona quest'ipotesi piace

5 giugno 2019
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Una petizione popolare dal titolo “Salviamo il Museo Epper” è stata lanciata per scongiurare la vendita a privati della proprietà immobiliare dell’omonima Fondazione di Ascona. Il destinatario dell’appello è la Vigilanza sulle fondazioni.

Secondo i promotori della raccolta di firme, la vendita a privati della proprietà immobiliare in via Albarelle 14 “vanifica lo scopo” della Fondazione stessa, che è quello di “custodire, curare e rendere accessibile al pubblico, senza fine utilitario, l’opera artistica di Ignaz Epper e di Mischa Epper nella Casa Epper”. Inoltre, la vendita “non rispetta il Regolamento di Fondazione che, in forza della volontà testamentaria della Mischa (che designava la Pro Helvetia quale amministratrice del patrimonio immobiliare), all’articolo 11 cita testualmente: ‘In caso di scioglimento della Fondazione il Consiglio di Fondazione deciderà circa la destinazione eventualmente devolvendo il patrimonio alla Fondazione Pro Helvetia per scopi di interesse pubblico analoghi a quelli della presente Fondazione o ad altro ente che persegua uguali fini’. Quindi nessun cambio di destinazione!”.

Un ulteriore scopo della petizione è sollecitare il Municipio di Ascona ad intervenire “sia perché con un po’ di fantasia e buona volontà si può conservare il Museo senza grandi spese, sia perché un Museo, esentasse per più di 40 anni, è ormai un bene cittadino”. L’intenzione, come noto, è vendere la proprietà della Fondazione Ignaz e Mischa Epper ad un vicino albergo a “5 stelle”, che vorrebbe ricavare sul sedime posteggi e servizi per gli ospiti. L’affare permetterebbe per altro alla Fondazione di risanare la sua situazione finanziaria, ma parte dei soldi confluirebbero nella Fondazione Rolf Gérard, che pure ha sede ad Ascona e pure non sta navigando in buone acque.

Una posizione comune sul tema, in Municipio non c’è ancora. Ma a titolo personale il sindaco Luca Pissoglio e il vicesindaco Maurizio Checchi notano che «capitalizzare è un’operazione logica, che consentirà alla Fondazione di continuare ancora per 30 anni. Si tratta di una questione di salvaguardia». Traslocando con la sede condivisa al Borghetto, inoltre, «avremo una vera e propria zona delle fondazioni». Quindi, va bene così.