L'attività è stata slegata dalla casa. Chi si oppone alla vendita della proprietà al vicino albergo di lusso la definisce 'una furberia'
Si è aggiunto nei giorni scorsi un nuovo capitolo nella vicenda legata alla prospettata vendita della proprietà Museo Epper, in via Albarelle 14 ad Ascona, all'albergo Eden Roc: un cambiamento dello scopo della Fondazione che gestisce il museo, come risulta dalla pubblicazione avvenuta alla fine di febbraio sul Foglio ufficiale svizzero di commercio (Fusc).
Come si ricorderà, la Fondazione intende cedere per una cifra a sei zeri la casa e il giardino, che furono degli artisti Ignaz e Misha Epper, al vicino hotel di lusso, allo scopo di rifinanziarsi per proseguire la sua attività. Lo stabile vetusto, oggi come oggi necessiterebbe d'importanti lavori di risanamento, ma mancano i soldi.
La vicenda è da mesi nelle mani della Vigilanza sulle fondazioni della Svizzera orientale, con sede a Muralto.
Nelle scorse settimane e giunta la nuova manovra, messa in atto dal Consiglio della Fondazione Epper, che ha deciso di cambiare gli scopi, slegando l'attività prevista negli statuti dagli stabili in via Albarelle.
A insorgere, definendola una "furberia", è Michele Cerciello, già municipale ad Ascona, e fra i promotori della raccolta di circa 1'500 firme (consegnate all'autorità di Vigilanza sulle fondazioni il 7 luglio 2019) per scongiurare la cessione della proprietà.
«Un pasticciaccio - afferma l'interessato -. Circa un anno fa i vertici della Fondazione hanno deciso di vendere la casa al confinante albergo di lusso, previo nullaosta dell’Ufficio di vigilanza sulle fondazioni. Ma secondo noi la vendita era in contrasto con lo scopo della Fondazione stessa, che recitava :“Custodire, curare e rendere accessibile al pubblico, senza fine utilitario, l’opera artistica di Ignaz e Mischa Epper nella casa Epper”».
Ma lo scopo della Fondazione è stato cambiato, come pubblicato il 24 febbraio scorso sul Fusc. «Ora suona così: “Custodire, curare e rendere accessibile al pubblico, senza fine utilitario, l’opera artistica di Ignaz e Mischa Epper nella sede" - afferma Cerciello -. Praticamente si è voluto svincolare l’opera artistica degli Epper dalla casa Epper. Ossia ridurre la Casa-Museo a semplice casa». Il valore storico, la presenza in passato - per lunghi decenni - del tormentato artista e della moglie fra quelle mura e fra gli alberi in quel giardino verrebbero cancellati, trasfromando la proprietà in un semplice bene immobiliare.
«Formalmente nulla da eccepire: la Fondazione è un ente privato e il Consiglio può fare ciò che vuole - prosegue l'intervistato -. Ma c’è un gran ma, che ingenera un mare di quesiti etici e giuridici. L’atto costitutivo della Fondazione è il testamento di Mischa Epper, redatto a Basilea il 26 maggio 1978 dal notaio Petitjean. Mischa, sepolta con il marito nel giardino della casa Epper, lasciava per testamento tutto il patrimonio artistico degli Epper alla Fondazione, di cui, sempre per testamento, ne fissava lo scopo (che era quello prima del recente cambiamento). Praticamente legava il lascito patrimoniale allo stabile in via Albarelle 14. È comunemente noto che il testamento di un defunto non può più essere cambiato, né i legati testamentari decadere».
Quindi, per Cerciello, «secondo logica aristotelica, ne scaturisce il seguente sillogismo: il patrimonio artistico della Fondazione Epper è legato per testamento alla casa Epper; il testamento e il legato testamentario di un defunto sono immutabili e sempre validi; nel momento in cui la Fondazione Epper cambia l’attuale sede non è più proprietaria di nulla, né ha motivo di esistere. Ed allora a chi andrà tutto il patrimonio? Io non sono un giurista, sono un tecnico imbevuto di logica matematica e non so rispondere. Certo è che, se l’Ufficio di Vigilanza darà l’ok alla vendita, sarà veramente un pasticciaccio brutto!».
Ricordiamo, infine, che gli echi delle peripezie del piccolo museo asconese, attivo da circa 40 anni, sono rimbalzati anche nel mondo culturale d'Oltralpe. Infatti la fama di Ignaz Epper, l'espressionista sangallese che a 77 anni si è tolto la vita nella sua casa di Ascona, dove viveva da 37 anni con la moglie Mischa, ha valicato il Gottardo. La sua attività, così come quella della moglie, pure lei artista, è storicamente legata all'edificio situato a pochi passi dalla piazza del Borgo, in una zona pregiata. Un legame che appariva indissolubile, come risulta dal testamento, ma che evidentemente - per una questione prettamente finanziaria - è stato sciolto dal Consiglio di Fondazione, che vorrebbe riunire il lascito Epper con quello dello scenografo Rolf Gérard, che pure ha una sua Fondazione ad Ascona, con un edificio nel nucleo storico, affacciato su via Borgo.