Lanciata una raccolta di sottoscrizioni, con un appello destinato alla Vigilanza sulle fondazioni. Obiettivo: bloccare la vendita della proprietà
Un appello, una sorta di ultima spiaggia, per salvare il museo Epper ad Ascona. In questi giorni è in corso una raccolta di firme destinata alla Vigilanza sulle fondazioni, con sede a Muralto, “affinché non approvi la vendita a privati della proprietà immobiliare della Fondazione Epper”. Una vendita che vanificherebbe lo scopo della Fondazione stessa, definito con chiarezza negli statuti: “custodire, curare e rendere accessibile al pubblico senza fine utilitario l’opera artistica di Ignaz e di Misha Epper, nella casa Epper in via Albarelle 14 ad Ascona”. Tra i promotori dell’iniziativa ci sono Michele Cerciello, ex municipale del Borgo, e Mario Matasci, gallerista locarnese.
«Ho la netta impressione che per lo stabile sia stata programmata l’obsolescenza, non essendo stati eseguiti negli anni i necessari lavori di manutenzione – afferma Matasci –. L’obiettivo finale era vendere. Se questa trattativa sospetta sarà bloccata, occorrerà poi cambiare la squadra e l’allenatore, per portare avanti un nuovo concetto, con persone capaci di far funzionare la struttura. Potrebbe facilmente diventare un piccolo museo dell’espressionismo». Per Cerciello si potrebbe anche pensare alla cessione a un’altra fondazione, ad esempio Pro Helvetia, che risani lo stabile e porti avanti l’attività espositiva e culturale in quel luogo, come definito nel testamento di Misha Epper. «Ci sono tante idee e proposte che potrebbero concretizzarsi – conclude Matasci –, in collaborazione con enti diversi, pubblici e privati». Mentre Cerciello, che non vede di buon occhio l’utilizzo di parte del capitale ricavato dalla vendita Epper per sanare i conti di un’altra Fondazione asconese, quella intitolata allo scenografo Rolf Gérard, suggerisce una sorta di “arrocco”: «Si venda l’appartamento libero della Fondazione Gérard, in Carrà dei Nasi, per sanare i conti di Epper». Per i due, comunque, l’unica speranza resta quella di un “altolà” da parte della Vigilanza sulle fondazioni. I 1’400 formulari per la raccolta delle firme sono stati spediti a tutti i fuochi di Ascona: vanno ritornati entro il 25 giugno tramite la busta preaffrancata annessa.
Sull’altro fronte il presidente della Fondazione Epper, il vicesindaco di Ascona Maurizio Checchi, che fornisce alcuni dettagli. Si è conclusa la revisione dei conti della Fondazione: «Siamo al lumicino – spiega –. Ne abbiamo per un anno, non di più. I consigli di entrambe le Fondazioni, Epper e Gérard, hanno approvato all’unanimità il progetto di vendita della proprietà in via Albarelle, per 3,3 milioni di franchi, al vicino albergo di lusso. Per poter riutilizzare l’edificio, con servizi per i clienti dell’hotel, è previsto un ulteriore investimento di 1,2 milioni». Il risanamento è indispensabile: «Abbiamo fatto eseguire una perizia e la ristrutturazione del museo ci sarebbe costata un milione – prosegue l’intervistato –. Già quando ci siamo trovati con le fatture per i contributi di miglioria, abbiamo dovuto vendere due quadri di Epper».
Come mai si è arrivati a questa situazione? Non avete cercato altre vie d’uscita? «Eccome. Ci abbiamo lavorato per un anno e mezzo, contattando il Comune e altri enti pubblici, ma anche privati. Abbiamo collaborato strettamente con la Vigilanza sulle fondazioni e alla fine siamo arrivati all’esito che oggi tutti conoscono. È davvero l’unica carta che ci resta da giocare per cercare di salvare quella che finanziariamente è ormai diventata una situazione insostenibile. La perizia esperita da un architetto sulla proprietà Epper conferma che il prezzo di vendita è interessante. Una decisione difficile, quella adottata dalle due Fondazioni, che comunque hanno dato prova di pragmatismo». Infine Checchi ci conferma che la Vigilanza sulle fondazioni sta esaminando il dossier, ma che non ha ancora espresso il suo parere.