Gambarogno

Porto del Gambarogno, le perplessità della Ssic Ticino

La zona dove sorgerà la struttura
(Samuel Golay)
4 maggio 2016
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Acque agitate all’orizzonte per il Porto comunale del Gambarogno. Una struttura che da anni è fra i progetti prioritari della sponda sinistra del Verbano, ma che stenta a decollare. Recentemente il Comune aveva deciso di rifare il concorso, perché alla prima tornata per le opere frangiflutti galleggianti le offerte superavano il preventivo massimo. Così gli ingegnerei avevano dovuto rimettersi a tavolino per trovare soluzioni più economiche e rispettose della spesa stabilita dal Comune.
Ora, però, arriva una presa di posizione polemica della sezione Ticino della Ssic, Dal titolo: “Appalto per il nuovo porto comunale di Gambarogno: Come volevasi dimostrare…”.
Ecco il testo: “La Ssic Ticino aveva espresso a chiare lettere al committente (il Municipio del Comune di Gambarogno) il proprio disappunto dopo l’annullamento dell’appalto per le opere frangiflutti galleggianti del nuovo porto comunale. In sostanza, lo scorso mese di settembre era avvenuta l'apertura delle offerte. Tre quelle pervenute (una ditta ticinese, un consorzio formato da due imprese ticinesi e uno formato da due ditte italiane). In fase di apertura è stato svelato il preventivo del committente (poco meno di 4 milioni di franchi) con una chiara premessa: ‘Preventivo del committente inteso quale importo massimo per i lavori oggetto del presente appalto’. Visto che tutte le offerte erano superiori al preventivo, il concorso è stato annullato (5 milioni la più bassa, 6,8 milioni la seconda e 7,7 milioni la terza, quella del consorzio italiano). E fino a questo punto nulla da obiettare in quanto se un ente pubblico dispone di un determinato tetto massimo di spesa, ciò va rispettato. Semmai le perflessità nascono in merito all’attendibilità del preventivo del committente. E qui qualche dubbio iniziava a spuntare”.
Il Comune ha deciso di aggiustare il progetto e di indire un nuovo concorso pubblico, “con la differenza che ora le imprese sapevano il limite massimo di spesa del committente”, commenta la Ssic Ticino.
Lo scorso 12 aprile, ha avuto luogo la nuova apertura delle offerte, “con il preventivo del committente ridotto, a seguito delle modifiche di progetto di circa 350mila franchi, a 3.6 milioni di franchi. Quattro le offerte pervenute. Alle tre del primo concorso si è aggiunto un consorzio ticinese. Per quanto riguarda gli offerenti ticinesi, il prezzo complessivo è stato ridotto proporzionalmente alle modifiche di progetto (qualche centinaia di migliaia di franchi), mentre l’offerente italiano è passato dai 7,7 milioni di franchi della prima volta a 3,99 milioni di franchi! Ci chiediamo a questo punto come sia possibile che di fronte ad una riduzione dell'importo di preventivo del committente pari a 346mila 541 franchi, un offerente abbia potuto ridurre la propria offerta di ben 3,6 milioni (guarda caso offrendo un prezzo praticamente uguale al primo preventivo reso pubblico dal committente). Ora bisognerà vedere se l’appalto sarà annullato di nuovo visto che il minor prezzo è ancora superiore al preventivo aggiornato del committente. Un progetto mal gestito sin dall’inizio, che finora ha solo causato costi alle ditte che hanno elaborato le offerte. Vi è solo da sperare che il lavoro che verrà eseguito sul nostro territorio rispetti almeno le disposizioni vigenti in Ticino (contratti collettivi di lavoro, leggi e ordinanze sul lavoro, direttive nell’ambito della sicurezza, eccetera). In caso contrario saremmo confrontati con un evidente caso di concorrenza sleale che danneggia l’economia cantonale”.