Il progetto su cui si esprimerà la popolazione il 29 gennaio promuove la natura, ma porta anche posti di lavoro, rendendo la valle sempre più attrattiva
Valorizzare il territorio, rafforzando un’economia orientata allo sviluppo sostenibile e promuovendo la cultura così come le tradizioni locali. Sono, in estrema sintesi, gli obiettivi del Parco naturale regionale Val Calanca sui cui la popolazione di Rossa, Buseno, Calanca e Santa Maria dovrà esprimersi il prossimo 29 gennaio. «Ci siamo quasi», ha affermato il presidente dell’associazione (nonché sindaco di Rossa) Graziano Zanardi durante una conferenza stampa tenutasi oggi, 18 gennaio, ad Arvigo. Infatti dopo quattro anni di ‘apprendistato’ (fase di candidatura dal 2020 al 2023), se tutto andrà bene alle urne, nel 2024 il Parco Val Calanca partirà con la sua fase di esercizio decennale fino al 2033, diventando «il primo parco naturale della Svizzera italiana». Sarebbe «una pietra miliare per la valle e per il suo sviluppo». L’auspicio è che questo progetto possa, oltre a «promuovere la biodiversità e il paesaggio», portare «nuovi posti di lavoro», ha sottolineato da parte sua il direttore Henrik Bang. Una valle, insomma, che «resterà viva» e che diventerà anche «un luogo sempre più attrattivo dove abitare». E tutto questo andrà in particolare a beneficio della popolazione locale.
Ma cosa è stato fatto in questi primi anni di candidatura? «Grazie a un budget annuo di circa 600mila franchi abbiamo promosso oltre 130 progetti», ha spiegato Bang. Sono ad esempio stati promossi piccoli eventi come un mercatino dell’artigianato, dibattiti intergenerazionali, escursioni naturalistiche o attività didattiche di educazione ambientale oppure culturali. Ma sono anche stati sostenuti progetti importanti della durata di più anni come il recupero di quattro ettari di selva castanile nel Comune di Buseno, il ripristino di un biotopo (torbiera bassa) a Giova o il risanamento di oltre 1’700 metri di muri a secco a Scatta-Calvari. Nel caso in cui la popolazione dovesse dire sì al Parco, il budget per la fase di esercizio dovrebbe poi diventare di 1,1 milioni di franchi annui, di cui 110mila messi dall’Ente Parco Val Calanca (60mila garantiti dai Comuni), 440mila dal Cantone dei Grigioni e 550mila dalla Confederazione. Budget che potrebbe poi ancora aumentare negli anni successivi. A ciò poi aggiunto che l’associazione permette anche di raccogliere altri sussidi e contributi a favore dei vari progetti. Si tratta dunque di somme importanti destinate a una zona periferica che necessita di aiuto per crescere e svilupparsi in modo sostenibile.
In vista del 29 gennaio, Bang è dunque positivo, siccome il Parco porta alla regione numerosi vantaggi. «Le assemblee comunali si erano già espresse sulla fase iniziale del progetto, approvandolo a larghissima maggioranza». Ricordiamo inoltre che inizialmente Santa Maria era inizialmente poco interessato al Parco, ma ha poi cambiato idea (aderendo al progetto nel novembre del 2021) una volta visti i benefici concreti per il territorio. Insomma l’accettanza nella popolazione sembra essere molto ampia e, a meno di clamorose sorprese, il plebiscito dovrebbe ripetersi. L’invito delle diverse autorità rivolto ai cittadini resta comunque quello di partecipare alle assemblee comunali, senza dare per scontato il risultato. Nel caso in cui uno dei Comuni coinvolti dovesse dire no al Parco, il progetto rischierebbe fortemente di andare in fumo. In particolare se Rossa o Calanca dovessero bocciarlo, il territorio del Parco naturale non raggiungerebbe i 100 km2, ovvero il minimo richiesto.
A dimostrazione del fatto che ampie fette di popolazione sostengono il progetto, sono anche state presentate alcune testimonianze di attori locali. L’agricoltrice Angela Pollicelli ritiene ad esempio che con un’approvazione si possa garantire "un futuro" all’agricoltura di montagna, che è "a forte rischio". Il Parco Val Calanca rappresenta infatti "un’opportunità unica e significativa per lo sviluppo del nostro settore". Ad esempio aiutando a trovare "manodopera per i lavori agricoli", sostenendo il settore "nella sfida contro il lupo" o aumentando il "valore dei prodotti". Per Maruska Federici Schenardi, archeologa ed etnolga, responsabile dell’Archivio regionale Calanca, il Parco sostiene e accompagna la comunità "nei processi di salvaguardia, conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-culturale calanchini". Secondo il forestale Emanuele Neve il progetto permetterebbe di attribuire "importanti contributi finanziari" alla "funzione protettiva dei boschi e al loro recupero, alla manutenzione di sentieri e dei vari rifugi". Luca Bottinelli, membro dell’Associazione moesana arti e mestieri, ritiene che, proseguendo su questa strada, "le aziende possano consolidarsi, svilupparsi e prosperare, così da salvaguardare i posti di lavoro esistenti, rispettivamente crearne di nuovi". Non da ultimo Christian Vigne, direttore dell’Ente turistico regionale del Moesano, sottolinea come la formula del parco naturale regionale sia "forse l’unica risorsa di promozione economica oggi attuabile a tutto tondo nelle realtà vallerane", diventando anche "un prodotto in quanto marchio", così come "un punto di riferimento da e verso la filiera turistica della Calanca". A questo proposito Bang ha in ogni caso rassicurato che la valle «non diventerà una meta per il turismo di massa, ma per i visitatori amanti della natura, delle escursioni e della cultura».
In caso di approvazione della popolazione dei quattro Comuni, l’ultima parola spetterà in ogni caso all’Ufficio federale dell’ambiente che dovrà esprimersi sul progetto chiedendo eventualmente alcune modifiche. Se tutto andrà bene, l’inaugurazione ufficiale del Parco Val Calanca dovrebbe avvenire «a fine estate o inizio autunno», precisa il direttore. Non è poi escluso, in futuro, un ampliamento del perimetro: in particolare si pensa al Comune di Castaneda, l’unico della valle che non ha aderito al progetto: se le autorità dovessero cambiare idea, dovrebbero però aspettare quattro anni (2027) prima di poter entrare nel Parco. In ogni caso «la porta è aperta a tutti gli interessati della regione», ha sottolineato Bang.
Il Parco Val Calanca si estende su quasi 140 km2 (di cui il 48% sono boschi) su cinque Comuni – Mesocco, pur non partecipando finanziariamente al progetto, ha deciso di mettere a disposizione alcune porzioni non abitate del suo territorio –. Le riserve forestali sono pari a 4,5 km2 e la bandita di caccia si estende su 19 km2. Con meno di 600 abitanti risulterebbe essere il parco naturale regionale con la minor densità di popolazione. Sono inoltre presenti sei insediamenti di importanza nazionale e tre di importanza regionale, oltre a 40 beni culturali con oggetti di importanza nazionale o regionale.