Dal 1° gennaio Dorothea Rigonalli-Buchs è entrata in carica in qualità di sindaca. Comunicazione e patrimonio naturale i temi che le stanno più a cuore
Puntare sul dialogo con la popolazione, rafforzare il concetto di comunità, mantenere quantomeno stabile il numero di abitanti e valorizzare il patrimonio paesaggistico e naturalistico. Questi alcuni punti che stanno a cuore a Dorothea Rigonalli-Buchs, dal 1° gennaio entrata in carica in qualità di sindaca del Comune di Calanca per la legislatura 2023-2026. Eletta dall’assemblea comunale lo scorso novembre dopo la rinuncia a sollecitare un nuovo mandato da parte dell’ex sindaco Anton Theus, era entrata nell’esecutivo calanchino nel corso del 2021 al posto del dimissionario Fiorenzo Daldini. In passato ha già ricoperto per diversi anni la carica di municipale nell’ex Comune di Cauco (dove è stata anche vicesindaca), oggi frazione di Calanca dopo l’aggregazione del 2015 che ha riunito anche Selma, Arvigo e Braggio. «In questo anno e mezzo mi è piaciuto stare all’interno di un Municipio con un clima costruttivo e in cui si è lavorato bene – dice contattata da ‘laRegione’ –. Ho quindi deciso di candidarmi a sindaca per seguire ancora più da vicino alcuni temi importanti per la nostra realtà». Cita ovviamente il Parco Val Calanca, progetto lanciato nel 2018 e per il quale a fine mese i cittadini dei comuni che ne fanno parte saranno chiamati ad approvare la ‘Charta’, il documento sulla gestione del parco per i prossimi dieci anni. «Da ex contadina, mi sta molto a cuore la conservazione e la valorizzazione del patrimonio dei nostri alpeggi. Un orgoglio della Calanca per il quale abbiamo in serbo alcuni progetti, da un lato per conservare e valorizzare, dall’altro per garantire una continuità delle attuali attività agricole». Per la legislatura appena iniziata la nuova sindaca promette inoltre attenzione a temi quali manutenzione di edifici storici, pianificazione territoriale, sistemazione in ottica turistica e didattica della vecchia mulattiera che da Arvigo porta a Braggio, investimenti per l’acqua potabile, ripari antivalanga, opere stradali e di canalizzazione. «Mi considero una persona socievole e aperta, quindi uno dei miei obiettivi è di puntare molto sul dialogo con la popolazione, in particolare con chi vede le cose in maniera un po’ diversa rispetto al Municipio. Con una maggiore attenzione alla comunicazione ci sarà magari la possibilità per creare un clima più costruttivo».
Attualmente nel Comune di Calanca sono domiciliate 216 persone. «È positivo, se pensiamo che negli scorsi anni eravamo scesi sotto i 200. Il dato è leggermente aumentato, grazie all’arrivo di alcuni nuovi residenti, tra cui una famiglia con due bambini. In generale abbiamo un bel numero di bambini piccoli che in futuro andranno a scuola a Castaneda». A differenza di qualche anno fa – quando venivano concessi incentivi per la riattazione di stabili –, Rigonalli spiega che il Comune non prevede particolari strategie per attirare nuovi abitanti. «I nostri punti forti sono sicuramente tranquillità, natura, possibilità di svago e comunque una certa vicinanza visto che non siamo così lontani da Bellinzona. Tuttavia la scelta di venire a vivere in Calanca dev’essere qualcosa di naturale. Bisogna essere consapevoli di come sarà la vita, che non tutte le comodità sono dietro l’angolo. Positivo è che la qualità della connessione a internet è aumentata grazie alle migliorie effettuate, permettendo di lavorare da casa senza problemi». Che dire della strada cantonale, a inizio dicembre nuovamente bloccata per alcuni giorni all’altezza di Buseno, comportando l’isolamento di circa 400 persone residenti in alta valle? «Ovviamente il tema della sicurezza della strada cantonale è prioritario e va tenuto costantemente monitorato, ma d’altronde è impossibile scongiurare il rischio di altre frane se consideriamo la lunghezza della strada e la forma impervia della valle. Il Cantone, proprietario della carreggiata, fa quello che può ma lo fa bene, ha già investito molto e continuerà a farlo per porre rimedio a situazioni puntuali».
Chiediamo alla sindaca un suo parere personale sull’opportunità delle aggregazioni comunali. «Sono favorevole e credo che in futuro sarà un passo necessario riunire l’intera Valle Calanca in un unico Comune, come d’altronde vorrebbe il Cantone. Ma sono per una politica dei piccoli passi, senza dunque forzare i tempi, ma avvicinandosi piano piano, aumentando dapprima le collaborazioni. In questo senso credo che lo sviluppo del parco regionale sarà molto utile per capire l’importanza e i vantaggi della cooperazione tra enti locali». Le sinergie tra la direzione del parco e i Comuni che ne fanno parte è infatti un punto cruciale dello statuto. In passato Rigonalli-Buchs aveva collaborato al progetto per il più vasto Parc Adula a cavallo tra Ticino e Grigioni, affossato in votazione popolare nel novembre 2016, ma non dai Comuni del Moesano coinvolti che si erano infatti espressi a favore in maniera compatta. «Ovviamente era un progetto molto più vasto, nel quale la Calanca avrebbe giocato un piccolo ruolo, mentre questo parco regionale è la misura giusta per valorizzare al meglio la nostra realtà».