Grigioni

Bondo, si teme per una nuova grossa frana dal Cengalo

Da luglio si è messa in moto una massa di 3 milioni di metri cubi. Tutti i sentieri della Val Bondasca sono chiusi

13 agosto 2018
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La montagna è ancora in movimento sopra Bondo. Lo rivelano le ultime misurazioni effettuate a quasi un anno da quella mattina del 23 agosto 2017, quando un'imponente frana staccatasi dal Pizzo Cengalo provocò la morte di otto persone e l'evaquazione di buona parte del villaggio. 

I sensori rivelano che da luglio circa 3 milioni di metri cubi di roccia sono di nuovo in movimento. Se i movimenti perdureranno, quest’estate non è da escludere una frana di oltre 1 milione di metri cubi, analoga a quella dello scorso anno. Tutti i sentieri della Val Bondasca sono quindi chiusi.

Ricordo delle vittime

In una conferenza stampa organizzata oggi in una scuola a Stampa, frazione del comune di Bregaglia, in presenza del consigliere federale Guy Parmelin, il sindaco di Bregaglia Anna Giacometti ha voluto ricordare le otto vittime, provenienti da Svizzera, Germania e Austria, dello smottamento del 23 agosto dal Pizzo Cengalo.

Lo scorso luglio circa dieci persone - giunte nell'area con un elicottero - hanno setacciato la zona colpita dalla frana alla ricerca degli otto escursionisti scomparsi da ormai quasi un anno. Le ricerche sono concluse e i famigliari delle vittime sono stati informati dell'esito negativo.

Piz Cengalo sotto osservazione

Christian Rathgeb, membro del Governo dei Grigioni, ha dichiarato che il sistema di allarme del Piz Cengalo è in fase di ampliamento. La montagna è ora sotto costante sorveglianza tramite radar, telecamere e la presenza di esperti.

Parmelin: 'Ci vorrà ancora tempo'

Il consigliere federale Guy Parmelin ha ricordato la visita effettuata lo scorso settembre: i danni erano enormi, ma la catastrofe è stata gestita bene dalla Confederazione, dal canton Grigioni e dal Comune di Bregaglia. La ricostruzione richiederà ancora un po' di tempo, ha aggiunto il capo del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (Ddps), che giudica l'intervento dell'esercito "rapido e molto professionale".