Bellinzonese

Un libro sulla Diana di Bellinzona e sulla caccia oltre le mura

La società venatoria compie 130 anni e affida a un volume fresco di stampa le proprie memorie con tanti aneddoti

8 ottobre 2024
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La Diana di Bellinzona festeggia i 130 anni: è la società venatoria più vecchia nel Ticino e ha dietro di sé una lunga, variegata storia di persone, avvenimenti, ripopolamenti di selvaggina, catture, lotta ai nocivi e ai predatori, assemblee, creazione di bandite, guardacaccia, reati in materia di caccia ecc. Un caleidoscopio di vicende ma anche di cacciatori e di selvatici. Vista l’eccezionalità dell’evento, il comitato ha incaricato il giornalista luganese Raimondo Locatelli di allestire un libro, appena uscito, a suggello di questo straordinario giubileo. Riccamente illustrato e introdotto dalle prefazioni del presidente Gianmarco Beti, del consigliere di Stato Claudio Zali e del neo-presidente della Federazione cacciatori ticinesi Davide Corti, nel volume di 190 pagine (Salvioni edizioni) è tracciato l’istoriato dal 1894 a oggi di quest’associazione, la ‘nonna’ della trentina di società di caccia presenti in Ticino e tuttora mossa da vitalità e impegno a difesa delle tradizioni, ma anche in ossequio a una caccia moderna e rispettosa dell’ambiente.

A spasso per tre secoli

Il volume non si limita alla sola Diana turrita ma tratta svariati altri argomenti che superano i confini cittadini: si parla dei grandi carnivori del passato nel Bellinzonese soffermandosi sulla presenza attuale del lupo e s'illustrano le preziose carte antiche di cui trattano le documentate ricerche del bellinzonese Marzio Barelli a proposito specialmente di lupi e orsi catturati nei secoli passati; sono esposti diritti e doveri nelle leggi sulla caccia emanate a Berna e in Ticino; si parla di bandite di caccia e di zone di tranquillità in vigore nei vari distretti; si descrive l’Unione cacciatori Giubiasco e dintorni istituita nel 1919 ma che nel 2017 ha deciso la fusione con Diana Bellinzona; in altri capitoli si ricordano ‘protagonisti’ come armaioli, cacciatori notissimi, scrittori, bracconieri e persone dedite in mille modi diversi alla tradizione venatoria, tutti col merito di aver vivacizzato il passato della nostra città e il contado, lasciando tracce indelebili su verbali e fra la gente; non meno significative le pagine che attestano la presenza di guardacaccia sia nelle bandite federali di fine ’800 sia da fine ’900 ai giorni nostri nei singoli circondari, non trascurando funzionari distintisi all’Ufficio caccia e pesca.

Autentica miniera di ragguagli

Un libro, insomma, che tratta non soltanto di argomenti locali, ma ha l’ambizione di sviluppare una miriade di problemi e situazioni che travalicano i confini di Bellinzona e dintorni per documentare, con dovizia di dati e informazioni, non pochi aspetti della storia, minuta ma avvincente, del fenomeno-caccia in Ticino: si va dalle catture di selvatici ai vistosi lanci di starne, fagiani e lepri in particolare, dalla gestione di bandite di caccia a gravi episodi di bracconaggio, dall’importazione di animali soprattutto dall’Est europeo all’abbattimento di nocivi o predatori, senza dimenticare le colorite vicende legate al Parco di allevamento a Gudo con le tanto discusse ‘gabbie d’oro’. Un’autentica miniera di ragguagli d’ogni natura, frutto di una ricerca spassionata ma molto impegnativa e pertanto assai laboriosa da parte dell’autore e di chi lo ha aiutato con documenti e immagini, frugando tra verbali, giornali, riviste e, soprattutto, consultando annate (sull’arco di oltre un secolo) di pubblicazioni conservate alla Biblioteca cantonale di Lugano e all’Archivio di Stato di Bellinzona.

Al finanziamento del libro, in vendita a 40 franchi nelle librerie ticinesi, ha contribuito un gruppo di generosi sponsor ai quali la Diana Bellinzona esprime la propria viva gratitudine. Per l’ordinazione rivolgersi a Salvioni Edizioni, via Ghiringhelli 9, 6500 Bellinzona, tel. 091 821 11 11 libri@salvioni.ch e www.salvioni.ch.