Lo ha nominato il Consiglio di Stato. L'ente, privo di vertici, è sotto commissariamento fino alla scadenza di aprile 2025
Sarà il minusiense Sandro Lanini a traghettare il Patriziato di Borgnone, rimasto orfano della sua ‘guida’ dirigenziale, fino alla scadenza elettorale del 6 aprile 2025, data che coincide con il rinnovo quadriennale delle amministrazioni in tutto il Ticino. Lo ha deciso il Consiglio di Stato, su proposta del Dipartimento delle istituzioni. Come anticipato da laRegione, il presidente e il vice dell'ente centovallino, alla vigilia dell'assemblea dello scorso 30 agosto, avevano informato il terzo (e rimanente) membro dell'Ufficio patriziale della loro intenzione di dimettersi, con effetto immediato, entrambi per motivi di salute.
Rimasto solo, il malcapitato, nell'impossibilità di informare per tempo i cittadini patrizi convocati l'indomani in seduta, si era presentato in sala informando i presenti dell'accaduto. Naturalmente la seduta era stata subito interrotta e annullata. Luci spente e tutti a casa. L'indomani era partita la segnalazione dell'accaduto alla Sezione enti locali del Cantone, l'organo di vigilanza. Quest'ultima si è subito attivata per avviare la procedura di commissariamento del Patriziato centovallino. Che, ora, è realtà. Per ovvie ragioni anche l'assemblea di ‘recupero’, prevista il 27 settembre, era stata cancellata.
A sostituire l’Ufficio patriziale nella gestione esecutiva del Patriziato di Borgnone, più precisamente nella sua gestione ordinaria, amministrativa e contabile, nella funzione di gerente, a decorrere dal 25 novembre – previo rilascio davanti al Giudice di Pace della dichiarazione di fedeltà alla Costituzione e alle Leggi – è stato, come anticipato, nominato Sandro Lanini. Allo stesso è conferito il diritto di firma collettiva assieme alla segretaria patriziale per tutte le operazioni e per tutti gli atti che impegnano il Patriziato di Borgnone. Va da sé che la carica degli attuali membri dell’Ufficio patriziale di Borgnone decade con l’entrata in funzione del gerente. Un eventuale ricorso contro la decisione governativa (al Tram) non avrà, in ogni caso, automaticamente effetto sospensivo.