Bellinzonese

‘Ferriere più’ non avrà la torre di 30 metri ma sarà molto altro

Dal Municipio di Bellinzona la variante di Pr per il nuovo quartiere previsto al posto dell’area industriale Cattaneo di Giubiasco: confermati i contenuti

Il comparto si estende su 47mila metri quadrati
(Ti-Press)
30 settembre 2024
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Avanza lentamente, ma avanza, per ora ancora sulla carta dopo diversi studi, approfondimenti e preavvisi, la conversione delle Ferriere Cattaneo di Giubiasco. Che misurano 47mila metri quadrati e con un investimento compreso fra i 100 e i 200 milioni di franchi sono destinate a diventare ‘Ferriere più’, un quartiere modello, moderno, multifunzionale, eco-compatibile e multigenerazionale. Rivolto al futuro, “risponderà adeguatamente alla politica promossa dalla Confederazione in materia di sviluppo degli insediamenti tramite la promozione della densità nei comparti centrali, laddove l’offerta di vettori di mobilità sostenibile è migliore”. Prossima tappa, come previsto nel ruolino di marcia risalente al 2015 prima ancora dell’avvento dell’aggregazione, è la variante di Piano regolatore che il Municipio di Bellinzona ha ora sottoposto al Consiglio comunale. Condizione indispensabile – la decisione politica – per poter avviare la metamorfosi fortemente voluta dal titolare Aleardo Cattaneo. L’attuale complesso industriale che ospita la costruzione di vagoni ferroviari, di carpenteria metallica e di pezzi per turbine a gas, più un’autofficina con esposizione di veicoli, nell’arco di 15 anni è destinato ad assumere un nuovo volto in base agli intendimenti cittadini e cantonali, in linea col Piano direttore e con le sue schede dedicate a Sviluppo e contenibilità del Piano regolatore, Spazi pubblici e qualità dello spazio costruito, Poli di sviluppo economico, Sistema ferroviario regionale Tilo e Agglomerato del Bellinzonese.

Hotel, ristoranti, congressi, negozi, abitazioni, uffici, tempo libero...

La variante di Pr propone di suddividere l’attuale zona artigianale e industriale in due differenti zone: verso la ferrovia quella artigianale e commerciale destinata ad attività produttive (come da sempre previsto, le Ferriere manterranno qui solo la progettazione), contenuti alberghieri e della ristorazione, congressuali, formativi, amministrativi, commerciali di vendita, commerciali di servizi, attività industriali e per il tempo libero; verso viale 1814 la zona residenziale intensiva destinata ad abitazioni, attività alberghiere e della ristorazione nella misura minima dell’80%, come pure ad attività amministrative, commerciali, formative e di piccolo artigianato. In tutto ciò il comparto Ferriere “viene riconosciuto quale area strategica in cui concretizzare gli obiettivi dello sviluppo centripeto di qualità e dell'alta qualità di vita per rispondere alle necessità della popolazione. Il comparto, che beneficia della vicinanza alla stazione Ffs di Giubiasco e al nuovo nodo intermodale, sarà valorizzato pure dalla riqualifica del fiume Ticino poco distante e potrà sviluppare sinergie col nuovo ospedale regionale che verrà edificato nell’adiacente zona Saleggi”. Ferriere utili al nosocomio, dunque, e viceversa.

Da forgia a sala congressi

L’iter pianificatorio prevede anche la conservazione di tracce del patrimonio industriale, il mantenimento e la valorizzazione della forgia tutelata quale bene culturale d’interesse locale (diventerà un centro congressuale, fieristico e culturale quale fulcro del nuovo quartiere); la realizzazione di piazze, viale alberato e parco aperti all’uso pubblico; l’edificazione a tappe vincolate con possibilità di realizzare quella successiva soltanto dopo che la parte residenziale edificata nei lotti precedenti sarà stata occupata almeno in misura del 50%; l’applicazione di ulteriori fattori di riduzione per il calcolo del fabbisogno dei posteggi per automobili (al massimo 681 stalli di cui il 95% sotterranei e solo il 5% in superficie per visitatori); l’obbligo di realizzare posteggi per biciclette. Particolare attenzione richiede poi il fatto che l’intera superficie è posta in zona archeologica. Con la sequenza delle tappe realizzative così definita, in ciascun momento costruttivo “verrebbe creato uno spazio insediativo compatibile con i ritmi di crescita che si possono prevedere, anche in considerazione del fatto che Bellinzona – in controtendenza con tutte le altre Città ticinesi e con molti altri Comuni – ha assistito negli scorsi anni a un costante aumento di abitanti e la volontà politica è quella di continuare ad attrarne di nuovi, pure da fuori cantone, anche grazie a progetti di portata strategica come quello qui proposto”.

Cosa e dove

Nell’ambito del mandato di studio in parallelo, ricordiamo, il collegio di esperti ha decretato vincitore il team Durisch + Nolli Architetti di Lugano con la proposta progettuale Urbandipity che prevede il mantenimento del parco pubblico in corrispondenza dell’attuale villa, tre edifici residenziali a corti private, albergo e piazza all’entrata nord, forgia e piazza all’entrata sud, centro galleria con contenuti commerciale e amministrativi verso la ferrovia, corso centrale (boulevard) con eventuale prolungamento fino alla stazione e per la zona residenziale al pianterreno spazi comunitari e commerci-studio-atelier senza appartamenti.

Fra gli obiettivi anche biodiversità e ombra

Più in generale l’operazione mira a realizzare, fra le altre cose, spazi attrattivi per il lavoro, i servizi e il commercio, il tempo libero e la residenza contemporanei e di qualità; la flessibilità degli utilizzi alle mutevoli esigenze del vivere e del lavorare nel corso del tempo; il miglioramento dei collegamenti della mobilità lenta; la progettazione attenta agli aspetti ambientali quali il ripristino della biodiversità, la mitigazione delle ondate di calore, la capacità d’infiltrazione delle acque meteoriche, nonché il loro accumulo e riuso, l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, la produzione in loco di elettricità e la promozione della mobilità sostenibile. Gli approfondimenti hanno inoltre portato a ridurre in maniera rilevante l’indice di edificabilità per la zona artigianale e commerciale e rinunciare alla possibilità di realizzare un edificio emergente con un’altezza di 30 metri nella zona residenziale intensiva.

‘In linea con i vincoli di Berna’

In questo contesto s’inserisce infine il tema sensibile – evidenziato dalla Confederazione all’indirizzo dei Cantoni e dei Comuni – della contenibilità delle riserve edificatorie sfruttabili nel periodo di 15 anni: ebbene, stando al Municipio il Piano di quartiere del comparto Ferriere “non incrementa il numero delle unità insediative complessive rispetto alla situazione attuale, calcolate con i criteri della scheda R6 e dei relativi allegati 1 e 2 del Piano direttore cantonale”. A questa condizione esso “non deve dunque essere messo in relazione con il calcolo del dimensionamento del Pr complessivo, non incidendovi in maniera significativa”. E “nemmeno si è confrontati con una situazione di ampliamento della zona edificabile o di terreni liberi inedificati, essendo la superficie già da tempo urbanizzata ed edificata”.

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