In centro a Bellinzona suscita interrogativi la decisione del gruppo Peverelli. La titolare dettaglia la situazione ed espone le proprie ragioni
“Il negozietto resterà chiuso dal 7 al 25 agosto per mancanza di personale”. Suscita qualche interrogativo la decisione del gruppo Peverelli di Bellinzona resa pubblica tramite un avviso apparso mercoledì sulla vetrina del take away di via Nosetto in pieno centro storico. Possibile che all’improvviso manchino venditrici o venditori in uno spaccio che ha un suo bel giro di affezionata clientela e perciò anche introiti garantiti? Il mercato del lavoro non è in grado di fornirne? Neppure l’Ufficio di collocamento regionale che gestisce i disoccupati? Domande che abbiamo girato alla titolare. «Purtroppo – ci spiega Paola Peverelli –, una nostra dipendente ha subìto un infortunio e il periodo delle vacanze, con le varie assenze già programmate, ci impedisce di assicurare una presenza continua al banco. Sebbene contiamo una sessantina di dipendenti nelle varie mansioni, che vanno dalla panetteria alla ristorazione fino al trasporto, per quella funzione necessitiamo di personale di vendita fidato, che conosca nel dettaglio la merce. Non si tratta semplicemente di distribuire panini, torte salate, dolci. La clientela è sempre più esigente e in materia di allergeni chiede e si aspetta informazioni precise». Lattosio, glutine… In effetti sono termini sempre più in voga fra chi deve fare i conti con conclamate allergie e intolleranze alimentari e chi un po’ se le autoassegna seguendo la moda. «Non è una battuta – prosegue Paola Peverelli –, ma sfido chiunque a mettersi dietro al bancone anche solo un quarto d’ora. Capirebbe la situazione, ad esempio l’importanza di confezionare adeguatamente i prodotti e di separarli evitando di mischiare panini con pasticcini». Fra parentesi, sottolinea la titolare, «capirebbe anche il motivo per cui si è sempre meno disposti a fare questo mestiere quando si è confrontati con clientela poco paziente e comprensiva. Che ti dà del disorganizzato senza pensarci due volte».
Non si tratta insomma di una mansione banale da apprendere in un paio d’orette e di cui può occuparsi chiunque. Ma davvero il mercato del lavoro non è in grado di fornire validi sostituti per brevi periodi? Applicare alla vetrina la frase ‘cercasi personale per tre settimane’ o pubblicare un’inserzione sui giornali non sono state ritenute opzioni valide? «Soppesando i pro e i contro, il santo non vale la candela. Meglio una soluzione drastica. Stiamo parlando di una chiusura temporanea di due settimane e mezza, forse anche solo due. Vero che andiamo in perdita, perché comunque l’affitto del negozio dobbiamo pagarlo; ma la procedura non è evidente, sia che ci si rivolga all’Ufficio di collocamento, con cui i rapporti non sono sempre proficui, sia che si cerchi Oltrefrontiera. Nel primo caso ci è già capitato di sentirci dire che la disponibilità in estate è limitata avendo anche i disoccupati diritto alle ferie; nel secondo caso dovremmo avviare la pratica relativa al permesso di lavoro per un periodo molto limitato, a fronte di aspetti burocratici non indifferenti e di una necessità impellente. E in ogni caso – sottolinea Paola Peverelli –, la scelta del profilo ideale richiede tempo e non è detto che dai colloqui emerga subito quello giusto, sebbene il settore della ristorazione registri di recente una forte mobilità. Che secondo me è eccessiva, sintomo di un malessere generale».
Una mano non la sta dando la stagione turistica partita sottotono: nel primo semestre calo dei pernottamenti su scala cantonale pari al 5,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, che era già diminuito del 3,4%, sebbene le cifre assolute siano tutt’oggi ancora superiori al periodo prepandemico. Il tea room Peverelli si affaccia sulla centralissima Piazza Collegata: dal suo osservatorio privilegiato cosa vede? «In questo periodo poco», dice sconsolata la titolare: «Sono le 18 e io ho un solo cliente. Il bar vicino zero. I negozi a quest’ora chiudono e il centro si svuota. Sto guardando verso il viale Stazione e non vedo una persona. L’anno scorso non era così. Confidiamo che con l’inaugurazione del Film Festival di Locarno i turisti tornino a trovarci. Per contro lavoriamo bene in Piazza Grande a Giubiasco, soprattutto grazie alla popolazione locale».