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Metti il lupo nel (foto)mirino e non la nostra privacy

A margine dell’ordine di abbattimento di un grande predatore in Val Bedretto, approfondiamo con l'Ufficio della caccia e della pesca il loro monitoraggio

Gabriele Cozzi intento a posizionare una fototrappola
(Ti-Press)
8 agosto 2024
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Primo ordine d'abbattimento di un lupo in Ticino nel 2024. A entrare nel mirino dei guardacaccia l’esemplare che ha ucciso 11 ovini in zona Cave delle Pigne nel Comune di Bedretto. A portare a questa decisione la presenza “nell’areale interessato dalla predazione – come indicato nel comunicato stampa a firma del Consiglio di Stato – di numerosi animali da reddito al pascolo non proteggibili con misure ragionevolmente esigibili e dunque la necessità concreta di prevenire altri danni ad animali da reddito”.

La decisione concerne l’applicazione dell’articolo 9bis dell’Ordinanza federale sulla caccia e la protezione dei mammiferi e degli uccelli selvatici, secondo cui il Cantone può rilasciare un’autorizzazione di abbattimento per singoli lupi che causano danni rilevanti ad animali da reddito, “considerato altresì – viene inoltre spiegato – che un danno è ritenuto rilevante se ha ucciso almeno sei ovicaprini nell’arco di quattro mesi. In merito a queste soglie va specificato che possono essere conteggiati unicamente gli animali che erano protetti in modo adeguato o che non potevano essere ragionevolmente protetti”.

Va inoltre osservato che, sulla base dei dati a disposizione dell’Ufficio della caccia e della pesca, “in alta Valle Bedretto non è mai stata accertata la presenza di un branco di lupi, né ci sono indicazioni della presenza di un branco di lupi sul lato vallesano del passo della Novena. Ne consegue che l’attacco di lunedì 29 luglio è da ricondurre a lupi singoli”. Un caso che ci ha portati ad approfondire con Gabriele Cozzi, collaboratore scientifico e responsabile del dossier grandi predatori, alcuni aspetti legati alla presenza in Ticino del lupo.

State valutando altri ordini di abbattimento, pensiamo al recente caso di pecore uccise sopra Faido?

Nel caso che cita la risposta è negativa in quanto gli animali erano proteggibili, ma la consulenza agricola ha determinato che non erano protetti adeguatamente e quindi non ci sono i limiti per entrare in materia. Ce n’è, invece, uno che stiamo seguendo attentamente, ma per il quale non abbiamo ancora raggiunto le cosiddette soglie. In questo senso stiamo preparando tutti i dossier per eventualmente definire un’entrata in materia a partire dal primo settembre. Ma si parla ad ogni modo di regolazione proattiva e non reattiva. Si tratta della zona fra la Bassa Valmaggia e la Val Verzasca.

Quanti sono oggi gli esemplari presenti in Ticino?

Abbiamo i tre branchi conosciuti della Val Onsernone, della Val Colla e Carvina. Un quarto branco è presente, invece, stabilmente nei Grigioni, anche se ogni tanto sconfina di qualche chilometro verso la zona del Lucomagno. Vi sono poi un paio di coppie che abbiamo segnalato e che stiamo monitorando, ovvero coppie presenti da qualche tempo e per le quali stiamo cercando di capire se si riprodurranno o meno.

Come si arriva all’ordine di abbattimento?

Per un ordine reattivo, nel momento in cui si raggiungono le soglie di predazione, si può considerare l’entrata in materia. Nel caso della Val Bedretto il numero minimo è stato raggiunto e, quindi, il Consiglio di Stato ha dato questo ordine. Anche perché sul lato vallesano vi sono stati degli attacchi e c’è la possibilità, sebbene non vi sia ancora la conferma, che si tratti dello stesso esemplare.

È piuttosto il maschio o la femmina che caccia?

Entrambi. Certo nella stagione in cui la femmina ha dei piccoli sarà più legata alla tana per alcune settimane.

Sono molte le persone che frequentano i nostri boschi. Quanta possibilità si ha nel ritrovarsi faccia a faccia con un lupo? Possiamo considerare questa situazione un pericolo?

La possibilità c’è per il semplice fatto che il lupo esiste. Anche se è una possibilità estremamente rara perché è un animale molto schivo e di conseguenza si allontana prima che noi ci accorgiamo della sua presenza. Non ha alcun interesse al confronto con l’uomo, per lui siamo comunque degli esseri ‘grossi’. Però lo sappiamo tutti, ci sono state fotografie e filmati di lupi. Anche per questo motivo abbiamo curato e diffuso dei flyer inerenti al comportamento corretto da tenere in caso di incontro.

Passiamo a un tema sensibile, ovvero quello delle fototrappole e della tutela della privacy di chi passeggia sui sentieri dov’è registrata la loro presenza.

Proprio per garantire la privacy tutte le fotografie scattate dalle nostre fototrappole, prima che noi le guardiamo vengono trattate da un software che elimina direttamente tutto ciò che sono persone e veicoli. Anche perché non abbiamo alcun interesse a visionare migliaia di foto con escursionisti o turisti. Si tratta di un lavoro extra che ci risparmiamo volentieri. Di conseguenza seguiamo questa prassi concordata con il nostro servizio della privacy. Come le dicevo, la mole del materiale è grande e siamo contenti se possiamo scremare. Ci aiutano software che si basano sull’intelligenza artificiale e che stiamo affinando anche per far riconoscere le mucche, per esempio. Se una mandria, infatti, si pone davanti alla fotocamera, ogni secondo avremo uno scatto e sono migliaia di foto che riempiono la scheda e che scaricano la batteria inutilmente. Perciò stiamo lavorando per automatizzare sempre più il processo. Per i cani, invece, essendo tanto simili al lupo, non è al momento possibile; se però accanto c’è una persona, quella foto viene tolta. Basta una semplice gamba di una persona e quella foto non la ritroviamo.

Queste fototrappole vi aiutano a mappare la presenza del grande predatore?

Sono uno strumento fondamentale per il semplice motivo che abbiamo 21 agenti su tutto il territorio e le fototrappole sono occhi in più. Le piazziamo soprattutto nelle zone considerate nevralgiche e ne contiamo su tutto il territorio cantonale circa 150. Su ogni fototrappola vi è peraltro la presenza di un codice Qr che rimanda a una pagina presente nel nostro sito in cui ne spieghiamo l’utilizzo, anche relativo alle immagini. Sicuramente, dunque, è qualcosa di cui abbiamo bisogno.

Dalla sua esperienza e dal suo privilegiato osservatorio, possiamo quindi dire che la presenza del lupo alle nostre latitudini è in aumento?

Un aumento degli esemplari naturalmente sì, perché siamo passati da un branco a più branchi e più esemplari. Che i lupi abbiano cambiato il loro comportamento nei due-tre anni passati direi, diversamente, di no. Non abbiamo una casistica dove si hanno animali che si addentrano ripetutamente in centri urbani o in paesi di piccole dimensioni o anche solo in nuclei di rustici. Posso perciò dire che in questo senso non c’è stata un’evoluzione.

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