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Due allievi scomparsi e poi ritrovati in Val Malvaglia

Attivato un vasto dispiegamento di forze per la ricerca. Il sindaco di Serravalle: ‘La scuola ha reagito bene ed è emerso il forte senso di comunità’

In sintesi:
  • Di 10 e 11 anni, alla ripresa pomeridiana delle lezioni hanno lasciato il piazzale delle scuole per una meta ignota
  • Coinvolto anche l'Esercito, rintracciati a Dandrio grazie alla segnalazione di un giovane che li aveva visti poco prima
(Ti-Press)
19 aprile 2024
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«A Malvaglia, durante quelle ore di apprensione, abbiamo avuto prova di due cose: che il nostro Istituto scolastico ha reagito adeguatamente attivandosi subito con le dovute verifiche; e che il senso di comunità c’è ed è ben presente e radicato fra la popolazione. Alla quale mi sento di rivolgere, a nome delle autorità, un sentito ringraziamento».

Come molti in paese, anche il sindaco di Serravalle, Pascal Venti, ieri sera ha tirato un grande sospiro di sollievo quando verso le 21 è giunta la notizia tanto attesa: due bambini di 10 e 11 anni, compagni di classe, che nel primo pomeriggio si erano allontanati dalla scuola elementare di Malvaglia, sono stati ritrovati dalla polizia a Dandrio, in Val Malvaglia, a una distanza ragguardevole dal loro domicilio. Una quindicina di chilometri affrontati a piedi nel corso del pomeriggio, senza annunciarlo a nessuno, tantomeno all’insegnante e ai familiari. Quella che ai loro occhi di bambini è sembrata un’avventura, per i genitori, le autorità e la polizia è subito sembrato qualcos’altro.

L'importanza della videosorveglianza

«L’insegnante – ci spiega il sindaco – vista l’assenza in aula alla ripresa delle lezioni pomeridiane, ha subito chiamato i familiari per verificare il motivo dell’assenza. Questo punto è importante, perché dimostra che l’iter previsto in casi simili è stato seguito alla lettera». Appreso che non vi erano impegni extrascolastici, e preso atto che i compagni presenti in aula non conoscevano eventuali intenzioni dei due amici per non partecipare alle lezioni, sono stati visionate le immagini della videosorveglianza presente nell’edificio scolastico: «Si è subito visto che poco prima della ripresa delle lezioni, i due compagni erano presenti sul piazzale della scuola, e che da lì si sono incamminati in un’altra direzione ignota».

Tam tam social-mediatico

Come detto, è partito l’allarme verso la Polizia cantonale. I familiari hanno preferito (è nei loro diritti) non diffondere l’appello di ricerca attraverso i canali ufficiali, limitandosi a pubblicare un appello su qualche gruppo whatsapp. Ciò che ha moltiplicato l’appello, ben presto diffusosi in tutta la regione. «Nel corso del pomeriggio – sottolinea il sindaco – la gente si è attivata in ogni modo per essere utile alla causa. Chi condividendo il messaggio sui social, chi partecipando alle ricerche sul terreno. Una reazione che mi ha stupito in positivo, perché è uscito quel senso di comunità di cui purtroppo, per vari motivi, si sente poco parlare. Ma che in realtà c’è».

La segnalazione fatta da un giovane

Parallelamente, la polizia ha attivato un vasto dispiegamento di ricerca, senza escludere nessuna ipotesi e coinvolgendo anche le truppe di fanteria dell'Esercito, in particolare il Comando delle forze speciali indicato per operazioni di questo tipo. Inclusa nelle perlustrazioni è stata l’impervia Val Malvaglia. Infine, paradosso dei paradossi, a indicare alle forze dell'ordine, che vi transitavano in serata, la presenza di due bambini lungo la strada a Dandrio, antico nucleo posto a 1’200 metri di quota, è stato un giovane che li aveva intravisti poco prima e che nemmeno si era accorto del tam tam social-mediatico. I due bambini sono quindi stati ritrovati come detto a Dandrio verso le 21, un po’ infreddoliti e forse anche spaventati da qualche animale selvatico che si aggirava in zona. Ignota la motivazione del loro agire, forse semplicemente un desiderio di avventura o di evasione.

No comment ‘nel rispetto della privacy’

Il Servizio media, comunicazione e prevenzione della Polizia cantonale, interpellato dalla nostra redazione, evidenzia che “nei casi di scomparsa persona, ancor più se si tratta di minori, da parte della Polizia cantonale non vengono rilasciate informazioni per ragioni di privacy e protezione dei dati. Questo in particolar modo in assenza di una richiesta di diffusione pubblica da parte di chi detiene l’autorità parentale”. La ‘Regione’ ha dal canto suo deciso di pubblicare la vicenda ritenendola d’interesse pubblico, sia per la dinamica dell’accaduto sfociata nel coinvolgimento di molte persone, sia per le pertinenti riflessioni fatte dal sindaco a nome delle autorità politiche e scolastiche.

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