Quinto

Altri interventi per una scuola che sembra destinata a resistere

Cantone e Comune uniti nella progettazione della seconda tappa del risanamento della sede scolastica di Ambrì. Grosse difficoltà, invece, per l'asilo nido

(Ti-Press)
12 marzo 2024
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Dopo quella conclusasi lo scorso autunno, un’altra fase di risanamento si profila per il Centro scolastico di Ambrì. Interventi che saranno progettati insieme da Cantone, responsabile per le sede di Scuola media, e Comune, a cui competono elementari e asilo. Come sottolinea il Municipio di Quinto nel suo messaggio sottoposto al Consiglio comunale, “questa procedura permette di ottimizzare i costi, le energie e avere un unico approccio al progetto”. Il progettista sarà infatti lo stesso per entrambi i committenti. Subito dopo la progettazione, il Cantone proseguirà con l’esecuzione delle varie opere, mentre il Comune, sulla base del progetto di dettaglio, valuterà le priorità e l’onere finanziario per allestire un proprio programma di intervento.

Prima fase conclusa in autunno

Se quella conclusasi negli scorsi mesi (tramite un investimento di mezzo milione di franchi) ha riguardato il rinnovo degli impianti di riscaldamento, ventilazione, climatizzazione e sanitari, la seconda tappa intende concentrarsi in particolare sulla messa in sicurezza dell’edificio, sul miglioramento della comodità degli utenti e sul risparmio di energia nella gestione corrente dello stesso. Per la progettazione degli interventi, il Municipo ha licenziato un messaggio municipale che invita il legislativo a concedere un credito di 115mila franchi quale importo a carico del Comune.

‘Più che opportuno assecondare le richieste di Bellinzona’

Piace al Municipio il fatto che la spinta per il risanamento dell’edificio scolastico (compresa la fase già effettuata) arrivi da Bellinzona. “Un aspetto non da sottovalutare nell’ottica del mantenimento delle sedi di scuola dell’obbligo qui ad Ambrì. Il fatto di assecondare la richiesta del Cantone, intenzionato a investire importanti somme nel risanamento del centro scolastico di Ambrì, è più che opportuno”, sottolinea l’esecutivo, riferendosi alla revisione della Legge sulla scuola dell’obbligo, il cui messaggio governativo è stato tuttavia definitivamente ritirato dal Consiglio di Stato negli scorsi giorni. E questo dopo la fase di consultazione che aveva fatto emergere le posizioni critiche di comuni e direzioni scolastiche, in particolare sui parametri di affluenza (almeno 200 allievi che attualmente non ci sono ad Ambrì) richiesti dal Decs al fine di continuare ad avere una sede di scuola media sul territorio (fattore che insieme al mantenimento di elementari e asilo è ritenuto dal Municipio imprescindibile per riuscire ad attrarre famiglie). Altra condizione inserita nel disegno di legge, ora ritirato per rincorrere una strada maggiormente condivisa (si vedrà in che modo la proposta sarà riformulata), era quella di avere sedi scolastiche adeguate (“il Consiglio di Stato può ordinare ai Comuni degli interventi di ristrutturazione quali condizioni per il mantenimento delle sedi”). A livello organizzativo, al fine di convogliare gli interessi, è stata costituita una Direzione di progetto con rappresentanti di Comune, Cantone e sede scolastica.

Asilo nido in difficoltà

Contributo a fondo perso per salvare il servizio

Convocato in seduta l’8 aprile, il Consiglio comunale dovrà esprimersi anche sulla concessione di un credito a fondo perso di 25mila franchi a beneficio della Fondazione Pro Infantia che gestisce l’asilo nido (per bimbi dai tre mesi ai tre anni) in un apposito spazio presso la sede scolastica. A due anni dalla sua attivazione, il Municipio segnala “grosse difficoltà finanziarie” riscontrate dal servizio, con un disavanzo sulla gestione 2023 superiore ai 100mila franchi. La situazione non appare facile. Il contributo comunale “vuole partecipare al raggiungimento del pareggio dei conti in modo da salvare l’asilo nido”. Nel messaggio il Municipio spiega che le ragioni delle difficoltà finanziarie sono da ricondurre ai pochi bambini iscritti che frequentano la struttura (pensata per accoglierne 17), ciò che riduce anche i contributi cantonali. Altro aspetto che incide, gli elevati costi per le esigenze minime di un asilo nido relative al personale, più il costo dell’affitto e per le spese accessorie. Ecco perché, informa l’esecutivo, la Fondazione sta intraprendendo i passi per passare dalla definizione di asilo nido a quella di micro-asilo nido, al fine di ridurre i costi del personale. Istituito nel 2022 insieme a Prato Leventina a seguito dell’esigenza delle famiglie emersa da un sondaggio, il Municipo di Quinto pare intenzionato a impegnarsi per mantenere il servizio. Intende seguire le mosse di Pro Infantia e capire se in futuro servirà un contributo comunale ricorrente.