Il Consiglio comunale ha accolto solo una delle 15 mozioni Mps volte a modificare il Rod. Niente da fare per più ferie e indennità per premi malattia
Erano 15 e se n’è salvata solo una. Parliamo delle mozioni che il Movimento per il socialismo (Mps) aveva presentato fra il 2021 e il 2022 suggerendo miglioramenti delle condizioni lavorative e salariali nel Regolamento organico dei dipendenti della Città di Bellinzona (sono 1’450, pari a poco più di mille unità lavorative a tempo pieno) votato dal Cc nel 2018 poco dopo l’aggregazione. Delle cinque mozioni preavvisate favorevolmente dalla Commissione legislazione, tre lo erano all’unanimità e due a maggioranza. Per le altre dieci c'era sempre un rapporto di maggioranza contrario firmato Plr, Centro e Lega/Udc (tranne in un caso) e uno di minoranza favorevole (Unità di sinistra e Verdi/Mps/Fa). Contrario su tutta la linea il Municipio, temendo un impatto oltremodo pesante sulle casse cittadine. Plr, Centro e Lega/Udc al momento di votare lunedì sera hanno dunque dominato su quasi tutta la linea, bocciando infine 14 mozioni su 15, talvolta in modo netto, altre volte per una manciata di voti.
Emilio Scossa Baggi (Centro), uno dei correlatori commissionali, ha aperto il dibattito rilevando che molti consiglieri si sono disinteressati del tema, che meglio sarebbe stato pensare a una revisione globale del Rod e che il Municipio ha impiegato troppo tempo a esprimersi. Uno dei correlatori favorevoli, Alessandro Lucchini (Unità di sinistra - Pc), ha sottolineato in linea generale l’importanza – per un datore di lavoro importante qual è la Città – di migliorare la conciliabilità lavoro-famiglia e la fuga di cervelli dal Ticino. A nome del gruppo Plr Patrick Rusconi ha suggerito la bocciatura totale: «Se tutte le mozioni venissero accolte si andrebbe incontro a un aggravio di 5 milioni annui. Una follia per un datore di lavoro pubblico che già spicca su tanti altri per la qualità del suo Rod. Azzardato stravolgerlo senza un approfondimento generale e serio». Ronald David (Verdi/Mps/Fa) correlatore per il ‘sì’ insieme e Lucchini, ha sottolineato la necessità di offrire condizioni di lavoro attrattive: «Peccato per l’ordine di scuderia in casa Plr, che mira a travalicare le sensibilità individuali dimostrate anche da consiglieri liberali-radicali durante i lavori commissionali». Luca Madonna (Lega/Udc) ha sottolineato che operai assunti dalla Città percepiscono salari «nettamente migliori di quelli riconosciuti da molte ditte private». Vano il tentativo del comozionante Matteo Pronzini di difendere l’idea alla base delle proposte, affinché l’ente pubblico «funga da buon esempio sul mercato del lavoro e l’economia alzi a sua volta lo standard». Il sindaco Mario Branda a titolo generale, e poi puntualmente sulle singole proposte, ha difeso la qualità del Rod, che stabilisce condizioni «invidiateci dai dipendenti di altri Comuni e in parte anche del Cantone, compreso il settore case anziani. Lo dimostrano anche il riconoscimento del carovita e il fatto che taluni collaboratori sono stati assunti provenienti da Oltralpe. Quanto alle proposte migliorative, dobbiamo anche ricordarci di quanto detto qui lo scorso autunno, discutendo del Preventivo 2024, dalla Commissione della gestione preoccupata per l’aumento della spesa del personale».
La sola mozione accolta (peraltro per un soffio con 26 sì, 24 no e 3 astenuti) ridurrà il periodo di prova: dopo l’assunzione durerà 6 mesi anziché un anno; per il collaboratore assegnato ad altra funzione durerà due mesi invece di un anno; e non sarà più data facoltà al Municipio di prolungare il periodo di prova sino a un massimo di due anni. Respinte, come detto, tutte le altre. La 45 chiedeva, in caso di assunzioni per incarico, di prevedere già dopo due anni, anziché tre, la nomina di collaboratori senza requisiti col bando di concorso che abbiano compensato tale lacuna con l’esperienza. La 46 suggeriva di eliminare la classe salariale inferiore d’avviamento e prevederne solo due, ossia di prestazione normale e di classe superiore. La 47 puntava ad abrogare le prime cinque classi salariali e partire dalla 8 per chi è in possesso di un certificato Afc. Il Municipio parlando di “esempio virtuoso” ricordava che Bellinzona ha fissato a 48mila franchi annui per 12 mensilità il salario minimo (40’000 il Cantone e 41mila Lugano). «Ancora una volta, facciamo meglio di altri enti pubblici», ha sottolineato il sindaco in sala. La minoranza commissionale riteneva insufficiente il salario minimo mensile di 4’000 franchi, “che situandosi al di sotto del minimo vitale scarica sulla collettività il finanziamento delle prestazioni sociali”.
La 48 chiedeva che al momento dell’assunzione lo stipendio corrispondesse al minimo della classe inferiore ‘prevista per la rispettiva funzione’ e non più ‘di quelle previste’. La 49 proponeva di aumentare a due i colloqui consecutivi di valutazione, con esito insufficiente, per poter negare l’aumento salariale; secondo il Municipio e la maggioranza così facendo si finirebbe però per diluire su due anni l’effetto deliberato d’indurre il collaboratore a impegnarsi subito per recuperare le carenze. La 50 chiedeva di anticipare dagli attuali 15 a 10 anni di servizio il diritto del congedo pagato di anzianità: no del Municipio e della minoranza Plr e Centro perché la misura costerebbe 1,3 milioni annui e perché il Cantone e altri Comuni lo prevedono dopo 20 anni. La 51 proponeva di far cadere i giorni di riposo per chi lavora nei weekend sempre di sabato e domenica ogni due settimane e non più ogni tre.
La 52 spingeva per un aumento di cinque giorni delle ferie annuali: Municipio e maggioranza si sono schierati per il no ricordando che vige già la settimana lavorativa di 40 ore (fra le più basse in circolazione), che i giorni di vacanza e congedo sono già superiori alla concorrenza e che la misura costerebbe 2,4 milioni annui fra assenze e sostituzioni. Bocciata la 53 che proponeva di eliminare il termine del 31 agosto dell’anno successivo per godere delle vacanze. Idem la 54, ossia eliminare la possibilità di licenziamento in caso di soppressione del posto o della funzione. La 55 proponeva di togliere la possibilità di licenziare per giustificati motivi nel caso di assenza per malattia o infortunio oltre i due anni: secondo Municipio e maggioranza gli attuali 730 giorni di ‘tutela’ sono più che sufficienti e non si può pretendere che il Comune, quale datore di lavoro, si faccia carico per una durata indefinita di costi per i quali sono preposte altre istituzioni (invalidità).
Con la 56 i mozionanti chiedevano d'inserire per legge l’effetto sospensivo in caso di contestazione del licenziamento: ciò che secondo il Municipio “sarebbe difficilmente applicabile in presenza di provvedimenti presi per valide ragioni, qualora la procedura richiedesse anche anni”. «A ogni modo in caso di disdetta l’effetto sospensivo viene stabilito da leggi cantonali e non c’è spazio per valutazioni comunali», ha detto il sindaco. Stesso esito per la 57 che proponeva un’indennità di 200 franchi mensili per il pagamento dei premi di cassa malati (300 in caso di figli a carico o agli studi): no municipale e della maggioranza perché il rincaro dei servizi sanitari è già previsto nell’ambito della concessione del carovita in busta paga. Cassata infine la 58 che chiedeva di computare nel tempo di lavoro quello impiegato per indossare abiti necessari alle varie mansioni.