Il Bak ha calcolato ricadute economiche, in crescita costante, per 80 milioni annui; oltre 300 i posti di lavoro oggi presenti
È un quadro positivo, in evoluzione e crescita costante e per ora a sette zeri quello che l’istituto elvetico Bak Economics traccia del settore scienze della vita a Bellinzona. Che si conferma virtuoso non solo dal profilo scientifico – numerose le ricerche, scoperte e brevetti di portata mondiale – ma anche in termini economici e di ricadute per il comprensorio cittadino e regionale. I dati 2020, come emerge dallo studio commissionato quest'anno dal Municipio al Bak, indicano un valore aggiunto di 79,7 milioni di franchi – una volta e mezza superiore alla produttività media dell’economia locale – e 302 posti di lavoro a tempo pieno. Cifre in crescita costante e lineare. D'altronde anche in altre zone del Ticino questo ambito si sta viepiù sviluppando, ma negli ultimi anni Bellinzona “ha mostrato tassi di crescita superiori: il valore aggiunto prodotto qui sale annualmente del 9,4% e i posti di lavoro dell'8,4%”, valore che corrisponde a quattro volte la crescita media complessiva della città e più del doppio, sempre nel campo delle scienze della vita, a livello cantonale.
Il quadro odierno, va ricordato, non è frutto di un'impennata fortuita o imprevista, ma di una strategia impostata dalle autorità locali succedutesi a Palazzo Civico dalla fine del secolo scorso a oggi. È almeno da 25 anni infatti che la capitale ticinese investe nel settore delle scienze biomediche, identificato come uno degli ambiti di sviluppo “più strategici e interessanti per il Comune”, sottolinea il Municipio in un comunicato stampa commentando lo studio. Importanti risorse finanziarie comunali e terreni messi a disposizione con diritti di superficie hanno ad esempio permesso all’Istituto di ricerche in biomedicina (Irb) di basarsi sul finire del secolo scorso nella Turrita e di crescere facendo da apripista ad altre realtà sorelle o cugine. “Si tratta di una scelta politica forte, nata dalla convinzione che realtà come Irb e Ior avrebbero trovato qui un luogo in cui affermarsi, creando le condizioni quadro per attrarre nuove attività di ricerca e produzione, e permettendole di posizionarsi in modo competitivo sullo scacchiere internazionale”.
Fonte Bak
Ricadute economiche e posti di lavoro
La volontà di perseguire questo asse di sviluppo strategico – viene sottolineato – ha nel frattempo condotto al consolidamento delle realtà citate e ha aperto Bellinzona e il Ticino a nuove opportunità e scenari precedentemente considerati inarrivabili: “Basti pensare alla nascita nell’Università della Svizzera italiana di una Facoltà di scienze biomediche e al relativo programma di Master in medicina, connessi al campus di Bellinzona tramite gli enti affiliati Irb e Ior”. Ultimo tassello in ordine di tempo è l’insediamento del Centro di competenze life sciences in seno allo Swiss Innovation Park, che sul medio termine troverà posto nel futuro Quartiere Officine mentre da subito, a titolo provvisorio, occuperà nel quartiere Vela lo stabile Fabrizia ex sede Irb comprata dalla Città l'anno scorso proprio per questo scopo. Pure citato il nuovo ospedale regionale che l’Eoc intende realizzare alla Saleggina, “in grado di sostenere i continui sviluppi della medicina in relazione all’evoluzione tecnologica, epidemiologica e demografica”.
Il ‘ritratto economico’ tracciato dal Bak si basa su dati statistici ed economici del 2020 e amplia poi l'analisi sul fronte qualitativo grazie a contatti diretti con i principali attori presenti: oltre ai già citati Irb e Ior sono stati considerati Humabs Biomed Sa e Peptone Switzerland Ag. Il Bak specifica anzitutto che il settore life sciences include numerosi ambiti, quali la fabbricazione di prodotti farmaceutici di base, preparati farmaceutici e strumenti connessi al settore (10% dei posti di lavori complessivi, un quarto rispetto alla media cantonale), come pure il commercio all’ingrosso di prodotti farmaceutici e di articoli medicali (15%), la ricerca e sviluppo sperimentale in biomedicina e nel campo delle scienze naturali e dell’ingegneria (61%, contro il 4% sul piano cantonale), nonché i laboratori di analisi cliniche (13,5%). A Bellinzona il sottosettore dominante è dunque quello della biotecnologia, costituendo due terzi del valore aggiunto prodotto e dei posti di lavoro settoriali. Già tre anni fa, evidenzia il Bak, “i trend di crescita erano chiaramente visibili, così come le ulteriori opportunità di sviluppo che aveva e ha l’intero settore e l'effetto positivo sull’intera città”.
Fonte Bak
La radiografia della situazione nel 2020
Ma non di soli dati vive uno studio. Infatti “le interviste qualitative svolte confermano la dinamica estremamente positiva in atto, che si concretizza in una crescita del numero di ricercatori attivi sul territorio, in un innalzamento del livello scientifico della ricerca e in un forte incremento del numero di collaborazioni e progetti di portata regionale, nazionale e internazionale”. Evoluzione che il Municipio vuole continuare a monitorare, tanto da voler ripetere l’analisi già nel 2025 soprattutto a seguito del recente insediamento del Bellinzona Biomedical Hub nello stabile di via Vela. Nel dettaglio, scrive il Bak, sebbene il settore scienze della vita costituisca solo una piccola parte della produzione economica complessiva di Bellinzona, fra il 2012 e il 2020 la crescita del valore aggiunto è stata sette volte superiore alla media registrata nella stessa città e a livello cantonale: “Ciò si spiega principalmente con l'allargamento, soprattutto in termini di occupazione, delle attività promosse da istituti e aziende del settore”, annota il Bak. Tuttavia rispetto allo stesso settore a livello cantonale, Bellinzona mostra un tasso di crescita inferiore a causa della loro differente composizione: “Infatti in Ticino l’ambito delle scienze della vita è costituito in gran parte da attività farmaceutiche. Che non solo hanno una produttività elevata, ma nell’ultimo decennio hanno anche registrato una forte espansione. Per contro, come detto, a Bellinzona dominano le attività biotecnologiche che in genere hanno un grado di produttività inferiore”.
Certo, nel confronto nazionale e internazionale 300 posti di lavoro a tempo pieno rappresentano un’inezia, che tuttavia sviluppano grandi cose, come spesso capita in ambito tecnologico e imprenditoriale: “Nonostante la dimensione contenuta – sottolinea il Bak – le scienze della vita bellinzonesi trovano la forza principale nell’alto profilo scientifico. La qualità delle ricerche e delle pubblicazioni ha permesso loro di ritagliarsi uno spazio a livello globale”. Se così non fosse stato, non si spiegherebbero gli sviluppi degli ultimi anni, che “confermano l’attrattiva di Bellinzona quale polo di ricerca e destinazione in cui insediare e far crescere la propria attività”. E se la Turrita era geograficamente importante sin dal Medioevo ponendosi al centro delle ambizioni ducali e confederate, oggi il fatto di trovarsi sull’asse nord-sud tra Zurigo e Milano “gioca pure a favore, permettendo un’ottima interconnessione che si sposa con una qualità di vita di alto livello”, dimostrato peraltro dal tasso demografico in crescita costante.
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Ricercatrici in piena azione
Ovviamente la sfida non si esaurisce qui e guarda ai prossimi decenni. Secondo il Bak – in base alle interviste fatte ai vari attori – le sfide da raccogliere per il futuro, al fine di dare continuità al trend molto positivo, “sono soprattutto legate alla messa a disposizione di spazi di lavoro e di ricerca adeguati, in termini di qualità e dimensioni. Negli ultimi anni, questo aspetto è stato uno dei più problematici, soprattutto in relazione al forte aumento dei dipendenti”. Da qui la procedura in corso per realizzare all’ex campo militare la sede gemella dell’Irb da destinare allo Ior e, nei prossimi anni, lo sviluppo appunto del nuovo Quartiere Officine. Questa disponibilità, conclude il Bak, “permetterà a Bellinzona di accrescere ulteriormente il proprio status di piccolo cluster di altissima qualità, potendo così competere, attirando ricercatori di livello, con realtà nazionali e internazionali ampiamente consolidate”.