TICINO SCIENZA

Le Scienze della vita, il nuovo oro del Ticino

Ben 404 aziende del settore sono attive nel cantone, più del doppio rispetto agli sportelli bancari. Crescita percentuale superiore a quella nazionale

Il nostro cantone si rivela sempre più attrattivo per le aziende impegnate nell’ambito farmaceutico, biotecnologico e MedTech
(depositphotos.com)
25 novembre 2022
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Farmaci avanzati, cellule staminali, protesi e stent: ecco il nuovo oro del Ticino. Non è un caso che il numero delle imprese impegnate nel settore delle scienze della vita (Life Sciences) sia ormai più che doppio rispetto a quello degli sportelli bancari presenti nel cantone. In totale si contano ben 404 società che sviluppano, producono o commerciano farmaci, biotecnologie, nutraceutici e tecnologie biomedicali: in pratica più di una ogni mille abitanti, secondo l’ultimo censimento fatto dall’istituto di ricerca BAK Economics AG di Basilea per conto di Farma Industria Ticino.


L. Daulte
Protagonista l’Intelligenza artificiale

«Prima della pandemia, tra il 2011 e il 2019, le industrie ticinesi operative nel settore delle scienze della vita sono passate da 318 a 404, con una crescita media annuale del 3,4%, mentre il numero totale di imprese in Ticino è aumentato "solo" dell’1,9%, passando da 32’500 a 37’400 unità», afferma Marc Bros de Puechredon, presidente della direzione generale e responsabile per il marketing, le acquisizioni e la comunicazione di BAK Economics AG. «Le attività sono concentrate soprattutto nella parte meridionale del cantone: più della metà delle aziende si trova nel distretto di Lugano (57,4%), mentre poco più di un quinto opera nel distretto di Mendrisio (21,8%). I distretti di Locarno e Bellinzona sono meno importanti da questo punto di vista, ma complessivamente rappresentano il 18% di tutte le aziende di scienze della vita attive in Ticino».

Un settore che vola

La crescita del settore è stata più che doppia rispetto a quella registrata a livello nazionale (+1,5%), nonché a quella dell’economia svizzera nel suo complesso (+1,2%). «Nel 2019 il valore aggiunto lordo generato si è attestato a 2’737 milioni di franchi, un valore che corrisponde a circa l’8,5% del valore aggiunto prodotto in Ticino, con 5’877 lavoratori occupati a tempo pieno, il 3% del totale del Ticino. Un dato che sottolinea l’alta produttività di questo settore economico», aggiunge l’esperto di BAK Economics.

Quello farmaceutico è il comparto più produttivo che genera la più alta percentuale di valore aggiunto (64,4%), seguito da altre attività come il commercio (18,5%), il medtech (12,9%) e il biotech (4,2 per cento).

Nel suo complesso, il settore Life Science in Ticino ha registrato una crescita del valore aggiunto del 17%, il doppio rispetto al settore ICT (informatica e telecomunicazioni) e otto volte superiore a quello dell’intera economia cantonale.

«Questi dati ci dicono che le scienze della vita rappresentano un settore chiave per l’intero sistema economico regionale», commenta Marc Bros de Puechredon. «Ciò è dovuto sia al suo contributo alla crescita economica del cantone negli ultimi anni, sia alle sue buone prospettive di sviluppo per il futuro: infatti si prevede che nei prossimi anni questo settore crescerà per il progressivo invecchiamento della popolazione, e oltretutto acquisirà una maggiore produttività e capacità di innovare».

Progetti intrecciati

Un forte impulso potrebbe arrivare dal nuovo Parco dell’Innovazione che avrà la sua sede principale a Bellinzona, sull’attuale sedime FFS. «Sarà un luogo dove istituti accademici e aziende si incontreranno, anche fisicamente, per collaborare e sviluppare insieme progetti innovativi», spiega Lorenzo Ambrosini, che da cinque anni ricopre la carica di direttore di Fondazione Agire, l’agenzia per l’innovazione del Cantone incaricata dal Consiglio di Stato di sviluppare il progetto e inoltrare la sua candidatura per aderire a Switzerland Innovation come Parco associato a quello di Zurigo.

«Stiamo lavorando a un progetto generazionale, di cui vedremo i risultati più importanti sul medio-lungo termine», prosegue Ambrosini. «Il Parco sarà un veicolo di promozione del territorio, dove ci sono ancora tante potenzialità inespresse: grazie a proficue sinergie sull’asse nord-sud, con Zurigo da un lato e la Lombardia dall’altro, potremo migliorare l’immagine del cantone, con le sue eccellenze accademiche e le sue imprese, attirando investimenti e cervelli. Oltre al ritorno per le aziende, si genererà un importante indotto che avrà ricadute positive per tutto il territorio e i cittadini».

Connessioni pronte all’uso

Proprio le scienze della vita potranno diventare il focus di uno dei tre Centri di competenza del Parco (insieme ai droni, il cui centro è stato avviato nel 2021, e il Lifestyle Tech, ancora in fase di sviluppo). «Per iniziare, punteremo sulla bio-fabbricazione, cioè la produzione di tessuti biologici simil-umani in 3D, utili per la medicina rigenerativa e per testare i farmaci evitando la sperimentazione sugli animali», precisa il direttore di Fondazione Agire. «Abbiamo optato per un settore d’avanguardia, con poca concorrenza nel mondo, che ci permetterà di acquisire una specificità per sfondare sul piano internazionale».


L. Daulte
Numerosi i centri di ricerca biomedica

In queste settimane si sta già lavorando per costituire l’ente giuridico del Centro e per elaborare una proposta di valore che possa attirare le aziende. I vantaggi potenziali sono diversi. «Innanzitutto il Centro di competenza permetterà di accelerare i processi di innovazione: le aziende che diventeranno membri saranno subito operative, secondo un principio di "plug-and-play" che può essere molto utile soprattutto a quelle imprese straniere che vogliono venire a lavorare in Svizzera ma che ancora non la conoscono bene. Poi – continua Ambrosini – ci sarà fin da subito la possibilità di collaborare a stretto contatto con i ricercatori di USI, SUPSI, IOR, IRB, ma anche con quelli di istituti accademici di Zurigo e Milano. Una condizione privilegiata che permetterà alle imprese di aumentare la loro attrattività di fondi pubblici e privati».

In Ticino non solo vacanze e sole

L’idea ha subito suscitato l’interesse di Farma Industria Ticino (FIT), l’associazione di categoria che conta una trentina di membri ordinari, due start-up e dieci membri associati, che danno lavoro a 3’000 dipendenti e che raggiungono un fatturato annuo totale di circa 2,5 miliardi di franchi svizzeri. «Stiamo lavorando affinché il nuovo Centro di competenza delle Life Sciences possa partire quanto prima», dice il presidente di FIT Piero Poli. «Consentirà di fare ricerca anche a quelle aziende che da sole non possono sostenerne gli altissimi costi, e inoltre rappresenterà un’interfaccia con il sapere che ci metterà in contatto con i più importanti centri accademici. Un’occasione unica per dimostrare che il Ticino non è solo la terra del sole dove trascorrere le vacanze, ma un territorio attrattivo anche dal punto di vista lavorativo».

Le imprese potranno così ingranare di nuovo la quarta dopo il periodo nero della pandemia che, al contrario di quanto si possa pensare, non ha fatto arricchire tutte le aziende farmaceutiche. «Al netto di quelle che hanno sviluppato vaccini e antivirali contro Covid-19, tutte le altre hanno dovuto affrontare molte difficoltà. Alcune imprese sono state colpite subito, altre hanno subìto l’onda lunga per il sovrastoccaggio dei clienti che hanno riempito i loro magazzini per timore di nuovi lockdown», ricorda Poli. «A queste difficoltà si aggiunge ora il tasso di cambio sfavorevole (molto penalizzante per un settore che esporta l’80% della sua produzione) e l’inflazione, senza dimenticare poi le difficoltà a reperire le materie prime e l’aumento dei costi dell’energia, un fattore che rischia di minare alla base il nostro ecosistema delle Life Sciences. Le aziende stanno cercando la quadratura del cerchio, ma queste incertezze rallentano inevitabilmente gli investimenti. Serve un aiuto concreto da parte della Confederazione, che deve decidere se vuole mantenere queste attività produttive sul territorio. Se invece l’intenzione è quella di puntare solo sul terziario, bisognerebbe ricordarsi quello che è accaduto in Ticino con il settore legato all’ambiente finanziario».

Una rubrica a cura di Ticino Scienza per