Stabile Lavizzari: seconda interpellanza dopo le rassicurazioni di aprile e il recente problema emerso durante i lavori
Ad aprile avevano ottenuto rassicurazioni dal Municipio sul fatto che l'amianto era stato in effetti individuato dai rilievi tecnici preliminari obbligatori e che i successivi lavori di risanamento del vecchio prefabbricato, programmati a breve, sarebbero stati eseguiti tenendone conto per evitare pericolose dispersioni. Ma quello che non doveva accadere è poi successo, nell'ala dello stabile Lavizzari, accanto all'ex Stallone, destinata ad accogliere prossimamente la sede provvisoria del Servizio opere pubbliche della Città. Perciò i consiglieri comunali verdi Ronald David e Giulia Petralli tornano all'attacco con una seconda interpellanza alla luce delle informazioni rese note nei giorni scorsi, quando abbiamo spiegato che la liberazione nell'aria di particelle cancerogene (stando al Municipio in quantità al di sotto dei limiti di guardia) si è verificata per un errore commesso dalla ditta di impianti elettrici che ha applicato metri di canaline sulle pareti contenenti amianto che non andavano assolutamente perforate.
“Come stanno le cose veramente?”, è la domanda di fondo degli interpellanti ricordando le domande di marzo sulle misure prese per tutelare lavoratori, utenti dello stabile e vicinato: “Le risposte ottenute mostravano la massima attenzione del Municipio sul tema. Tutte le misure del caso sarebbero state prese per evitare problemi”. Ma qualcosa non ha funzionato, da qui altre domande con l'invito al Municipio a voler rispondere “nella maniera più accurata possibile, affinché la popolazione e i frequentatori degli spazi possano essere debitamente rassicurati”.
Chi ha deciso lo stop al cantiere? Le fuoriuscite di particelle di amianto sono limitate allo spazio oggetto del cantiere oppure le stesse si sono liberate nell’aria all’esterno? Nel caso le particelle si fossero liberate nell’aria, è stata svolta una informazione al vicinato sui pericoli e sulle misure da intraprendere? Nel caso le particelle si fossero liberate anche all’esterno dello stabile, come mai nei giorni successivi gli operai comunali agivano nella zona con i soffiatori per la raccolta delle foglie? Da quanto appreso dai media si segnala che il cento extra-scolastico presente nell'altra ala dello stabile non sarebbe stato toccato. Quali misurazioni sono state fatte? Chi le ha effettuate? È possibile mettere a disposizione del Consiglio comunale il protocollo di tali verifiche? La ditta incaricata dei lavori ha svolto le proprie attività a regola d’arte come da capitolato o vi sono state delle negligenze? Al momento dello stop al cantiere gli operai presenti erano debitamente tutelati con dispositivi di protezione individuale? Come intende muoversi il Municipio a questo punto? È da prevedere un ritardo considerevole nella consegna degli spazi? Quali altri stabili comunali del Comune sono confrontati con la tematica dell’amianto?