Nel prefabbricato del centro extrascolastico (risparmiato) e la futura sede Sop. Presenza prevista e ora lavori sospesi: Suva e Municipio indagano
Una presenza di amianto già nota, ampiamente documentata dagli specialisti che hanno effettuato i rilievi preventivi e perciò sottoposta alla procedura prevista per legge laddove si proceda – come nel caso in questione – con demolizioni e ristrutturazioni. Eppure qualcosa è andato storto nonostante le perizie fatte, la procedura adottata (quanto meno sulla carta, ma nei fatti?) e le rassicurazioni fornite dal Municipio nei mesi scorsi rispondendo a due interpellanze. Nel concreto, delle particelle d’amianto sono sfuggite al controllo liberandosi nell’area del cantiere che da alcuni mesi interessa una parte del vecchio prefabbricato di via Lavizzari di proprietà della Città di Bellinzona, proprio accanto all’ex Stallone. Un’ala dello stabile ospita il centro extrascolastico: non è toccata dalla ristrutturazione e, stando ai primi rilievi, non risulta essere contaminata. Una ditta specializzata è invece impiegata nei lavori avviati nell’altra ala, quella che a breve accoglierà la sede provvisoria del Servizio comunale opere pubbliche (Sop). Fra i due settori vi sono i servizi igienici il cui rifacimento, eseguito in giugno, stando alle verifiche non ha causato problemi.
Mentre nei giorni scorsi un problema analogo è emerso nelle scuole comunali di Brissago, in un comunicato stampa diffuso nel tardo pomeriggio di oggi il Municipio specifica che “è stata accertata la liberazione di particelle d'amianto in occasione di lavori edili ad opera di una ditta esterna”. Quale prima misura “si è proceduto all’immediata chiusura del cantiere”. Inoltre la Suva, in veste di assicuratore della Città e consulente in tema di amianto, “è stata informata e la stessa ha avviato le procedure di verifica, tuttora in corso, che le competono”. Procedure alle quali “evidentemente la Città sta offrendo la propria collaborazione”. Il Municipio ha in ogni caso “deciso di avviare una propria inchiesta”. Anche perché, come detto, tutto era previsto e pianificato.
I servizi comunali hanno proceduto ieri pomeriggio a una prima informazione ai collaboratori attivi sul cantiere: “Oltre a illustrare gli aspetti del coinvolgimento della Suva, è stato altresì comunicato che in base alle prime misurazioni la presenza di particelle è comunque fortemente inferiore ai valori soglia indicati dalla Suva medesima”. Rilevate infatti 500 fibre d’amianto per metro cubo d’aria, metà delle 1’000 ammesse. Tutto questo, come detto, nella sola area del cantiere.
“Al contrario – specifica il Municipio in un comunicato –, nei locali adiacenti, ma totalmente separati e isolati dal cantiere, dov'è ancora attivo un centro extrascolastico della Città, le verifiche hanno permesso di escludere” il rilascio di amianto. A ogni modo i riscontri nella parte invece risultata positiva “indicherebbero una situazione non grave e non di particolare rischio o pericolo”. Resta comunque “indispensabile approfondire e chiarire le cause e le procedure adottate”. In attesa delle indicazioni della Suva i lavori restano sospesi e il cantiere chiuso.
Così, lo scorso 5 aprile, rispondeva il Municipio all'interpellanza del verde Ronald David che chiedeva lumi su quali misure siano state prese per tutelare la salute degli operai: “All’interno dello stabile Lavizzari, da lunedì 20 marzo sono in corso i lavori oggetto della domanda di costruzione pubblicata nel novembre 2022 e che ha ottenuto regolare licenza edilizia rilasciata” il mese successivo. Si specificava anche che “come riportato sull’avviso di pubblicazione, si procederà al parziale cambiamento di destinazione degli spazi da scolastici ad amministrativi”. A tutela degli operai “sono state intraprese tutte le misure previste dall'Ordinanza sulla sicurezza e la protezione della salute dei lavoratori, dal Regolamento di applicazione della legge edilizia e dall’Ordinanza sulla prevenzione e lo smaltimento dei rifiuti”. Nello specifico, “è stato allestito un rapporto specialistico sulla presenza di sostanze nocive, sono stati deliberati i lavori di bonifica a una ditta specializzata, tutti gli addetti ai lavori che intervengono in cantiere sono istruiti in merito alla presenza di materiali pericolosi e dove necessario muniti di tutti i dispositivi di protezione individuale”. Inoltre “su iniziativa del Sop il cantiere è stato ispezionato da un esperto Suva che ha potuto accertare le misure di protezione adottate in rapporto agli interventi previsti, appurando la conformità della sicurezza”.