Bellinzona: il Municipio ammette un deficit comunicativo ai genitori. Tuttavia trovate zero particelle nell’ala, separata, del centro extrascolastico
Si chiariscono ulteriormente le circostanze in cui si è verificata una dispersione nell’aria di particelle d’amianto durante i lavori di adattamento dell’ala del vecchio stabile prefabbricato Lavizzari a Bellinzona destinato ad accogliere prossimamente, e per la durata di alcuni anni, la sede provvisoria del Servizio opere pubbliche. Dopo quanto già spiegato da queste colonne (ossia dispersione dovuta all’applicazione di canaline elettriche con perforazioni e avvitamenti praticati nella parete sbagliata in fibrocemento anziché nel soffitto indicato dai progettisti poiché libero da amianto) dalle risposte date mercoledì sera in Consiglio comunale dal municipale Henrik Bang emerge che le lavorazioni all’origine del problema, con valori di circa la metà della soglia massima ammessa per legge, si sono svolte «con ogni probabilità» il 28 agosto. Ossia il giorno in cui si sono riaperte le scuole dopo le vacanze estive e il centro extrascolastico, situato nell’altra ala dello stabile e quindi fisicamente separata e isolata, stava riprendendo le attività a pieno regime. Una volta preso coscienza del problema, il Municipio ha sospeso i lavori, ordinato misurazioni, avviato un’inchiesta amministrativa interna (che al momento ha individuato la fonte del problema ma non ancora le singole responsabilità) nonché coinvolto la Suva che ha avviato le verifiche di sua competenza.
Il consigliere socialista Michele Egloff in particolare si è detto preoccupato del fatto che i genitori degli allievi non siano stati informati tempestivamente e che una comunicazione pubblica del Municipio sia avvenuta soltanto in novembre. Il capodicastero Opere pubbliche, concordando sul fatto che un’informazione anticipata a quella poi avvenuta pubblicamente «avrebbe potuto essere fatta», ha altresì sottolineato che il centro extrascolastico «è situato in una parte dello stabile distinta e completamente isolata, anche dal profilo degli incendi, da quella in cui hanno avuto luogo i lavori in questione. Le misurazioni successivamente eseguite, per prudenza, a due riprese anche nel centro extrascolastico hanno dimostrato la totale assenza di fibre di amianto liberate, confermando quindi la ‘tenuta’ di questa zona».
Per azzerare ogni eventuale rischio residuo, ha aggiunto Bang, «durante i lavori di bonifica degli spazi contaminati dalle fibre d’amianto i bambini che frequentano il centro extrascolastico saranno spostati in altre strutture. E successivamente, prima del loro rientro in sede il prossimo gennaio, tutti gli ambienti inclusi quelli del centro extrascolastico saranno nuovamente oggetto di una campagna di misurazioni, prelievi e analisi. Per il proseguimento delle attività di cantiere si prevede la presenza costante della direzione lavori, che sorveglierà tutti gli accessi e le lavorazioni in programma. Misura di carattere straordinario a tutela di tutte le parti, artigiani, personale esterno e utenti del centro extrascolastico».
La struttura risale agli anni 70 e durante oltre 50 anni «è stata frequentata da innumerevoli allievi e docenti, compresi bambini delle scuole dell’infanzia e delle scuole speciali». La fase d’esercizio dello stabile, assicura Bang, «non presenta rischi particolari, di conseguenza si conferma l’ubicazione del centro extrascolastico fino alla realizzazione della nuova sede pianificata nel sottotetto del blocco A delle Elementari Nord». Per la consegna degli spazi è previsto un ritardo di alcuni mesi, dovuto ai tempi di autorizzazione delle procedure di bonifica da parte della Suva, l’appalto e l’esecuzione delle stesse. Il prefabbricato sarà dunque utilizzato ancora nei prossimi 5-8 anni e demolito dopo che Sop verrà trasferito nella sede definitiva prevista in zona ex Birreria a Carasso. Le spiegazioni date in sala non hanno convinto l’interpellante dei Verdi, Ronald David, che ha puntato il dito sull’ostinazione della Città a voler mantenere in piedi una struttura desueta e piena d’amianto. A suo avviso i rischi che capiti qualcosa di grave sono troppo elevati. Bang ha invece detto che «secondo i dati forniti a fine ottobre, la dinamica dell’esposizione non era tale da determinare immediata e grave preoccupazione per i lavoratori presenti in cantiere».