Bellinzonese

Il fiume Brenno è grigio scuro, tutta ‘colpa’ dell’ardesia

In Val di Blenio c’è un po’ di preoccupazione, ma autorità e specialisti tranquillizzano: fenomeno naturale che arriva dalla Val Camadra

Un bambino gioca nella sabbia scura di Dongio
(laRegione)
21 luglio 2023
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A volte ritornano, come il colore grigio scuro che in questi giorni caratterizza l’acqua e le sponde sabbiose del fiume Brenno dall’alta Val di Blenio, in zona Ghirone, fino alla confluenza col fiume Ticino a Biasca. Bleniesi e turisti in cerca di refrigerio diffidano un po’ della situazione ed evitano di bagnarsi; qualcuno ci fa meno caso. Ma qual è la causa? Ancora una volta lo spurgo di una diga? Qualche impresa edile intenta a gettare inerti nel corso d’acqua? La spiegazione – informa interpellato dalla redazione l’ingegner Laurent Filippini, capo dell’Ufficio cantonale dei corsi d’acqua – va ricercata nei forti temporali verificatisi sopra Ghirone. Due le situazioni inquadrate. Da una parte la nota frana della Val Selva (sponda sinistra) che sin dalla primavera 2016 porta periodicamente a valle, staccandosi dal Pizzo Pianca, importanti quantitativi di detriti, ciò che ha reso necessario realizzare opere idrauliche per evitare fuoriuscite sul territorio e incanalare le colate in direzione del fiume facendo sì che si depositino nelle sue vicinanze: «Fiume che quando è in piena porta via con sé quel materiale». Dall’altra vi è la conformazione rocciosa di parte della Val Camadra caratterizzata dalla presenza di ardesia, roccia nera e friabile facilmente trasportabile dall’acqua: «In Val Camadra già l’anno scorso vi sono state erosioni e frane sulla sponda destra del Brenno. I recenti temporali hanno quindi riattivato quelle situazioni puntuali». Per le persone che si bagnano nel fiume, sottolinea Filippini, «non c’è nessun rischio. Idem per i pesci, nelle concentrazioni attuali del materiale naturale in sospensione. La situazione è comunque monitorata con l’Ufficio caccia e pesca». In definitiva, essendo la situazione di origine naturale e non causata dall’uomo, «possiamo fare poco, se non attendere l’esaurimento del fenomeno fino al prossimo forte temporale o altre erosioni».

Cosa succede agli scisti argillosi

Professore in geografia fisica e geomorfologia all'Istituto scienze della Terra della Supsi, presso il quale è responsabile del Centro competenze cambiamento climatico e territorio, Cristian Scapozza spiega che l’alta Val Camadra è geologicamente caratterizzata dalla presenza di scisti argillosi, comunemente detti ardesia: «Nel dettaglio, la struttura è formata da calcescisti misti ad argilloscisti contenenti anche sabbia, ciò che le conferisce una composizione granulometrica fine e la rende facilmente mobilizzabile dalle precipitazioni, rimanendo in parte in sospensione nell’acqua e colorando così di grigio scuro il fiume e le sue sponde, anche a chilometri di distanza». Quanto si sta verificando in questi giorni, chiediamo, ha a che vedere col cambiamento climatico e del permafrost? «No, nelle zone di provenienza dei depositi rimaneggiati dall’acqua il permafrost è assente. Per quanto concerne il riscaldamento climatico, una maggiore mobilitazione del materiale può essere ricondotta a un aumento di intensità degli eventi temporaleschi, che tendono a diventare anche più frequenti». Da qui appunto il fenomeno osservato nell’ultima decina di giorni lungo il Brenno da Ghirone in giù fino a Biasca.


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La sabbia solitamente molto chiara è di colore scuro

Non c'è natura ‘à la carte’

Altra domanda: questo tipo di roccia, a causa del cambiamento climatico, si degrada più facilmente? «Lo escludo perché il processo, sempre in questo specifico contesto, va osservato nell’arco di migliaia di anni, se non milioni, diversamente alla frana che interessa puntualmente il versante sinistro sopra Ghirone». Cristian Scapozza aggiunge anche che nella Val Camadra «vi sono ampie aree di roccia affiorante di ardesia esposte a sud, ciò che impedisce la crescita del bosco ed espone perciò maggiormente la parte superficiale alle intemperie. Inoltre, considerando che la disgregazione di questo tipo di roccia molto scistosa è facilitata dai cicli, anche giornalieri, di gelo e disgelo, a seguito del cambiamento climatico in atto l’ardesia dovrebbe paradossalmente disgregarsi di meno». Ragionando sul colore grigio scuro dell’acqua del Brenno, «stiamo comunque parlando di un processo naturale di trasporto solido, importante per la dinamica stessa del fiume. Spesso l’uomo pretende di avere per sé una natura ‘à la carte’, ma la natura non è in grado di offrire sempre paesaggi idilliaci e acque limpide».