Bellinzonese

Covid a Sementina, difese pronte al processo bis

Casa anziani: la Pretura penale ha trasmesso le motivazioni scritte della condanna. Dichiarazione di appello in partenza. La Procura potrà ‘aderire’

La casa anziani di Sementina
(laRegione)
27 aprile 2023
|

Si va verso il processo in appello dopo le tre parziali condanne pronunciate lo scorso 18 gennaio dalla Pretura penale a carico del direttore del Settore anziani della Città di Bellinzona, della direttrice sanitaria della casa anziani di Sementina e dell'ex capocure della struttura accusati di non aver rispettato alcune direttive superiori nella gestione della prima ondata pandemica (primavera 2020) sfociata nel decesso di 22 ospiti su 80. Avendo la giudice Elettra Orsetta Bernasconi Matti trasmesso la scorsa settimana alle parti le motivazioni scritte della sentenza nelle quali specifica quanto pronunciato oralmente in aula, i tre avvocati difensori hanno tempo venti giorni per inviare alla Corte di appello e revisione penale la loro dichiarazione di appello (in parole semplici, il ricorso col quale comunicano la volontà di affrontare un processo di secondo grado).

Stando a nostre informazioni, tutti e tre intendono compiere questo passo dopo che lo scorso gennaio, subito dopo la comunicazione orale della condanna, avevano inviato l'annuncio di appello, una formalità che serve ad assicurarsi un domani il diritto di chiedere il processo bis. Annuncio che la procuratrice Pamela Pedretti, affiancata sul banco dell'Accusa dal procuratore generale Andrea Pagani, non aveva invece inviato avendo proceduralmente il diritto, nel momento di un'effettiva dichiarazione delle difese, di aggiungervi entro venti giorni la propria tramite un cosiddetto appello adesivo. E così dovrebbe andare, con ogni probabilità. Davanti alla Corte con sede a Locarno si assisterà dunque nei prossimi mesi al rifacimento del processo di primo grado protrattosi per più giorni lo scorso novembre: da una parte gli avvocati pronti a ribadire la necessità di un'assoluzione piena, dall'altra i procuratori intenzionati a difendere l'impianto accusatorio in gran parte smontato dalla Pretura penale. Trattandosi comunque di un reato contravvenzionale, la procedura esclude che si facciano nuovi accertamenti probatori. La Corte dovrà così pronunciarsi sui fatti sin qui noti.

Pene pecuniarie ridotte

Il terzetto, ricordiamo, era stato prosciolto da gran parte delle accuse mossegli per contravvenzione alla Legge federale sulla lotta contro le malattie trasmissibili dell’essere umano. Parimenti la pena irrogata si era ridotta di parecchio rispetto alle richieste formulate dalla procuratrice nei tre rispettivi decreti d'accusa firmati un anno fa (la decisione delle difese d'impugnarli aveva fatto scattare la fase processuale): 1'500 franchi di pena pecuniaria, anziché i richiesti 6'000, per il direttore del Settore anziani patrocinato dall'avvocato Luigi Mattei; pure 1'500 franchi, anziché 8'000, per la direttrice sanitaria assistita dall'avvocato Mario Postizzi; e 1'000 franchi, anziché 4'000, per l'ex capocure difesa dall'avvocato Edy Salmina.

Perché condannati/assolti

Nel concreto, i vertici sono stati condannati unicamente per aver consentito la continuazione delle attività di gruppo nonostante la direttiva del medico cantonale, datata 9 marzo 2020, che le proibiva esplicitamente. Il direttore e la direttrice sanitaria sono stati condannati anche per aver fatto entrare nella struttura – già chiusa a persone esterne e quando al suo interno i contagi erano già molti – tre pittori per procedere al tinteggio di un reparto. Tutti sono invece stati prosciolti dalle accuse riferite al mancato rispetto del distanziamento sociale, al fatto che gli ospiti hanno continuato a muoversi liberamente all’interno della struttura, ai test non effettuati su ospiti sintomatici e al mancato allestimento della lista dei contatti.

Leggi anche: